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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Tutti i dubbi sul passaporto per gli immuni

L'idea di un eventuale certificato di vaccinazione anti-Covid per garantire maggiore libertà di spostamenti circola da un po', non solo in Italia ma in tutta Europa. Ci sono motivi pratici ed etici per cui appare difficilmente praticabile, almeno per adesso

L'idea di un eventuale certificato di vaccinazione anti-Covid per garantire maggiore libertà di spostamenti circola da un po', e ci sono interi settori economici che lo vedrebbero di buon occhio se ciò dovesse significare riprire, tornare a lavorare, guardare avanti dopo un anno di buio.Il ministero della Salute, anche a causa delle nuove varianti di coronavirus in circolazione in Italia, al momento ritiene debbano esserci gli stessi obblighi e le restrizioni sia per chi è stato vaccinato sia per chi non lo è ancora stato: mascherine, distanze, anche quarantena dopo contatto a rischio con un positivo. Insomma, il passaporto vaccinale che dia molta più libertà a chi ha ricevuto entrambe le somministrazioni non è un'ipotesi sul tavolo per adesso. Non sono maturi i tempi, ma ci sono anche alcuni problemi etici. Le Regioni che chiedevano lumi su questo punto sono state informate dai tecnici che non se ne sa abbastanza. Anche i vaccinati si infettano, senza poi sviluppare la malattia? Non lo sappiamo ancora con certezza oggi come oggi. Serve cautela.

Passaporto vaccinale per gli immuni al Covid

Il Lazio ci sta già lavorando in ogni caso. L’assessore Alessio D’Amato spiega che è già possibile scaricare online i dati, anche con il telefonino usando il QR code. "Il documento è in più lingue, si può usare ad esempio per l’estero. Lavoriamo già con gli aeroporti di Roma, ora puntiamo al volo Covid free per Mosca". Primi passi, ma servirà prima o poi una norma nazionale per poter stabilire cosa possono fare coloro che sono immuni. Senza una legge coerente a livello nazionale, il rischio confusione è eccessivo. E servono certezze sulla durata della copertura vaccinale, che al momento non abbiamo. Le Regioni in ogni caso non vedono particolari ostacoli alla stesura del certificato in sé. "Quando sarà fatta la seconda dose i cittadini potran- no chiedere il certificato firmato da un medico, che ha valore di legge. Per dare libertà maggiori a queste persone, magari permet- tendogli di salire su aerei Covid free, però mi sembra ancora un po’ presto" fanno sapere dal Piemonte.

A livello di nazione, l’utilità di un passaporto vaccinale rischia di non essere così chiara. Nessun certificato può escludere che si possano comunque contagiare gli altri o che si sia a rischio per eventuali varianti. C'è anche un aspetto etico da analizzare, e lo fa l'Oms: "Nell’attuale periodo in cui sono disponibili troppo pochi vaccini, un trattamento preferenziale per i viaggiatori internazionali sarebbe contrario al principio di equità". Un “requisito medico” necessario per mantenere aperte le frontiere è accettabile?

Ci sono tante criticità, forse troppe. Una su tutte: molte persone non possono essere vaccinate, per ragioni di disfunzioni immunitarie o per gravi reazioni allergiche pregresse: che si fa? Impossibile pensare di assegnare d’ufficio il patentino d'immunità. Medesimo discors per milioni di bambini e ragazzi, per i quali non c’è alcun vaccino disponibile. Secondo qualcuno si tratterebbe comunque di una forzatura perché va a colpire la privacy.

Il passaporto vaccinale nel mondo: favorevoli e contrari

Il passaporto sanitario è tema dibattuto in tutta Europa, e non solo in ambito sportivo Il ministro degli Esteri tedesco qualche settimana fa ha sostenuto che i vaccinati contro la Covid-19 dovrebbero poter andare al ristorante e al cinema, in alcune dichiarazioni pubblicate oggi dalla Bild am Sonntag. "Alle persone vaccinate si deve consentire di esercitare di nuovo i diritti di base", diceva Heiko Maas. "Ancora non si è acclarato in forma definitiva fino a che punto i vaccinati possono infettare gli altri. Quello che è chiaro è che una persona vaccinata non toglie il respiratore, necessario per trattare i malati gravi, a nessuno. Questo elimina almeno un motivo centrale per limitare i diritti di base". Il titolare degli Esteri ha fatto riferimento alle aree di attività ancora chiuse, come cinema, ristoranti, teatri e musei. "Hanno diritto a riaprire le loro attività a un certo punto, se esiste la possibilità per farlo. E la possibilità c'è se c'è sempre più gente che è vaccinata. Perché se al ristorante o al cinema ci sono solo persone vaccinate, non possono mettersi in pericolo a vicenda".

Il ministro dei Trasporti inglese, Brian Shapps, dice no al passaporto vaccinale sia per ragioni sia di dubbia efficacia sia di principio, e da Parigi la ministra francese della Cultura, Roselyne Bachelot, non è favorevole a un documento che certifichi l'avvenuto vaccino per entrare nei luoghi culturali: "Un oltraggio
alle nostre libertà".

Venti giorni fa, il 21 gennaio, l’Islanda è stato il primo paese europeo a fornire certificati di vaccinazione contro il Covid-19 a coloro che hanno ricevuto due dosi di vaccino, rivelando inoltre che riconoscerà anche qualunque altro certificato di vaccinazione simile emesso da qualsiasi altro paese dell’UE o Schengen. “Presentando il certificato vaccinale al confine saranno esentate dalle misure di controllo anti-Covid valide in quel Paese” spiegava il ministero della Salute islandese.

La Spagna si è dichiarata ottimista sull’idea del passaporto sanitario. “La certificazione del vaccino è qualcosa verso cui stiamo andando inevitabilmente” ha detto il primo ministro degli Esteri Arancha Gonzalez. Staremo a vedere. Vista la minima percentuale di popolazione già vaccinata in Europa, se ne riparlerà con maggiori conoscenze sull'immunità tra alcuni mesi. Magari prima dell'estate.

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