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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Chi sta peggio tra Piemonte e Lombardia?

I nuovi casi quotidiani raddoppiano ogni 5,8 giorni nella prima, mentre nella seconda "solo" ogni 6,5 giorni. Il trend non è buono, la sanità in affanno, la seconda ondata colpisce Torino

Non vanno bene le cose in Piemonte, stretto tra la Francia dove il contagio è fuori controllo e la Lombardia. Si parla tanto, per ovvi motivi, della Lombardia, che ha in assoluto i numeri peggiori sin da quando tutto è iniziato, a fine febbraio. Ma a Torino e nelle altre province della regione i dati del contagio sono allarmanti, adesso come adesso. Chi sta peggio tra Piemonte e Lombardia?

La Regione più colpita secondo l'ultimo bollettino rimane sempre la Lombardia con 4.125 nuovi casi, seguita sopra la soglia dei mille casi dal Piemonte con 1.550 casi 

Covid: chi sta peggio tra Piemonte e Lombardia?

I nuovi casi quotidiani raddoppiano in Piemonte ogni 5,8 giorni, mentre in Lombardia ogni 6,5 giorni. 

In Piemonte sono ricoverati 300 pazienti nei reparti per i pazienti malati di Covid-19 ogni milione di abitanti, in Lombardia "solo" 183.

Infine, in Piemonte ci sono oggi 18 uomini e donne ricoverati in terapia intensiva ogni milione di residenti. In Lombardia sono 15,5.

Tre indizi non sempre fanno una prova, e in fondo fare classifiche non serve a niente. Ma è segno che la regione del nord-ovest deve affrontare una seconda ondata di Sars-CoV-2 particolarmente insidiosa.  Niente coprifuoco  ma i centri commerciali nel week end resteranno chiusi. “Serve ad evitare un lockdown generalizzato”, dice il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Oggi sono 79 in tutto le persone nei reparti di terapia intensiva (cinque in più rispetto a mercoledì), 1.226 non in terapia intensiva (più 115).

La seconda ondata a Torino

Non nasconde le preoccupazioni e le difficoltà il professor Giovanni Di Perri, primario del reparto Malattie infettive all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino; la seconda ondata in Piemonte si caratterizza per l’esplosione dei contagi nelle gradi città, spiega alla Stampa: "In Piemonte la Fase uno aveva interessa-to le province orientali , ora Torino e l’area metropolitana, entrambe molto urbanizzate. Praticamente un tutt’uno". Densità abitativa, trasporti pubblici molto utilizzati per andare e venire dal capoluogo, paesi che si susseguono uno dopo l'altro quasi senza interruzione: non è complesso capire come il virus si faccia strada.

L'altro numero di casi confermati si deve, come ovunque, anche agli screening e al maggior numero di tamponi. Ma la sanità è in affanno e si riprogrammano gli interventi classificati come non urgenti.

Si punterà forte d'ora in poi sui test rapidi. "Abbiamo un milione di test rapidi a disposizione del servizio pubblico regionale. Li usiamo per testare tutte le Rsa del Piemonte ogni 15 giorni da qui alla fine di gennaio, nelle scuole, sul personale sanitario della regione, negli ospedali e nei pronto soccorso, negli uffici sensibili come quelli giudiziari. Ma vogliamo allargare a tutti i privati. Per questo in Piemonte è possibile, presso tutti i laboratori pubblici e privati, chiedere il test rapido" ha detto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

Durante un intervento alla trasmissione Omnibus de La7 il presidente Cirio ha fatto presente che in Piemonte “abbiamo un sistema di tracciamento dei contatti operativo su tutto il territorio, pur con tutte le difficoltà di una crescita esponenziale dei contagi, e siamo oggi in grado di isolare i positivi con una media di 3/5 giorni; a febbraio lo facevamo in 18. Questa è la differenza sostanziale, ed è anche il motivo per cui il Piemonte continua ad avere dal ministero della Salute una pagella, per quanto riguarda la tenuta dei sistemi, di rischio moderato. Chiaro che se i contagi aumenteranno ci sarà un giorno in cui non riusciremo più a farlo".

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