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Venerdì, 29 Marzo 2024
I dati Gimbe

Covid, si inverte la curva dei contagi e tornano a salire i positivi

Serviranno 7-10 giorni per capire se la risalita della curva coincide con l’inizio di una nuova ondata, con successivo impatto sugli ospedali, o si tratta semplicemente un semplice rimbalzo. Intanto sono 7,01 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino

Dopo 5 settimane si inverte curva dei contagi e tornano a salire i casi. È quanto rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che nella settimana 2-8 marzo, rispetto alla precedente, registra un lieve aumento di nuovi casi (279.555 contro 275.376), ovvero +1,5% in 7 giorni. "Dopo cinque settimane - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - si arresta la discesa dei nuovi casi settimanali, nonostante un calo del numero dei tamponi dell'8,8% rispetto alla settimana precedente. I nuovi casi si attestano intorno a 279 mila, con un incremento dell'1,5% e una media mobile a 7 giorni che sale da 39.339 casi del 1° marzo a 39.936 l'8 marzo (+5,8%)".

Tra i dati positivi del report si osserva una diminuzione dei decessi (-19,3%). In calo anche i casi attualmente positivi (1.011.521 contro 1.073.230), le persone in isolamento domiciliare (1.002.153 contro 1.062.066), i ricoveri con sintomi (-16,1%) e le terapie intensive (-16,4%).

"Sul fronte degli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – i posti letto occupati da pazienti COVID diminuiscono ulteriormente sia in area medica (-16,1%) che in terapia intensiva (-16,4%)". In particolare, in area critica dal picco di 1.717 del 17 gennaio i ricoveri scendono a 592 l’8 marzo; in area medica dal picco di 19.913 del 31 gennaio a 8.776 l’8 marzo. All’8 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 13,5% in area medica e del 6,2% in area critica. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria superano la soglia del 15% in area medica; nessuna Regione va oltre la soglia del 10% in area critica (figura 8). "Si conferma un’ulteriore riduzione degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni scende a 43 ingressi/die rispetto ai 54 della settimana precedente". 

Quanto alle vaccinazioni nonostante l’obbligo vaccinale e l’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ancora, attestandosi a quota 9.682 (-11,5% rispetto alla settimana precedente).

copertura vaccinale-3

Nella settimana 2-8 marzo si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 29.474 rispetto ai 39.036 della settimana precedente (-24,5%). Di questi il 17,9% è rappresentato dalla fascia 5-11. Un flop anche l'introduzione dal 28 febbraio del vaccino Novavax: sono state somministrate 11.595 dosi di cui il 59,2% in persone over 50, la maggior parte delle quali in età lavorativa. "La speranza – commenta Cartabellotta – che questo vaccino, basato su una tecnologia più tradizionale rispetto agli innovativi vaccini a mRNA, potesse convincere gli indecisi è stata disattesa. Purtroppo, sul fronte dei nuovi vaccinati nessun boom".

Al 9 marzo sono 7,01 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,34 milioni guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni e pertanto temporaneamente protette.

chi deve fare vaccino-2

In attesa di capire se sarà necessaria una quarta dose i dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:

  • l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 63% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 43,6% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 62,5% dopo il richiamo;
  • l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dall’85,1% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’82,1% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 92,2% dopo il richiamo.

Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 58,2-76,2%), ma soprattutto di malattia grave (del 73,6-88,3% per ricoveri ordinari; del 78,1-91,7% per le terapie intensive) e decesso (del 78,7-90,4%).

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"Il recente incremento dei nuovi casi – conclude Cartabellotta – consegue verosimilmente all’interazione di vari fattori: rilassamento della popolazione, diffusione della più contagiosa variante Omicron BA.2, persistenza di basse temperature che costringono ad attività al chiuso, verosimile calo della protezione vaccinale nei confronti dell’infezione dopo qualche mese dalla dose booster. In ogni caso, al di là delle motivazioni, i dati dimostrano che la circolazione del virus è ancora molto elevata: quasi 40 mila nuovi casi al giorno, oltre 1 milione di positivi e un tasso di positività dei tamponi all’11,4%. Serviranno 7-10 giorni per capire se la risalita della curva coincide con l’inizio di una nuova ondata, con successivo impatto sugli ospedali, o si tratta semplicemente un semplice rimbalzo. Nel frattempo, indipendentemente dalla scadenza dello stato di emergenza, è pura follia pensare di abbandonare l’utilizzo delle mascherine al chiuso, fondamentali per contenere il più possibile la trasmissione del contagio, vista anche la limitata efficacia del vaccino nel ridurre il rischio di infezione".

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