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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le prossime tappe

Stato di emergenza anche dopo il 31 marzo?

Ci sarà una nuova proroga dello stato di emergenza? Se sì, fino a quando? Favorevoli e contrari

Si sa che quando un'emergenza dura troppo non si può più parlare di emergenza. Su questo concetto si basano molte delle opinioni contrarie ad una nuova proroga dello stato di emergenza legato al Covid. La data del 31 marzo 2022, seppur lontana, richiede importanti riflessioni perché ormai siamo vittime della pandemia da circa due anni. Cosa succederà dopo il 31 marzo 2022? Ci sarà una nuova proroga dello stato di emergenza? Se sì, fino a quando?

Proroga dello stato di emergenza: favorevoli e contrari

A quasi due anni dall'inizio della pandemia Covid siamo ancora alle prese con il Coronavirus, seppur in misura meno grave rispetto alla prima ondata di marzo 2022. Siamo arrivati alla quarta ondata, abbiamo visto scorrere davanti ai nostri occhi nuove varianti, dopo la Delta ora siamo alla Omicron, ci siamo organizzati con i vaccini, ma l'emergenza può dirsi davvero finita? Gli esperti virologi si dividono, con alcuni a favore della fine dello stato di emergenza ed altri più cauti.

Stato di emergenza: c'è chi dice no

L'emergenza, lo dice la parola stessa, serve per rispondere immediatamente ad un problema inaspettato. A quasi due anni dall'inizio della pandemia siamo ormai giunti "nella fase della pianificazione", osserva Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. Una proroga dello stato di emergenza quindi sarebbe del tutto "ingiustificata", dichiara l'esperta ricordando che siamo arrivati ad uno stadio di convivenza con il virus. La virologa non è la sola a pensarla così, accanto a lei anche molti altri colleghi, compreso Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova. "Oggi il virus è endemico e dobbiamo imparare sempre di più a conviverci, questo significa anche non continuare a vivere nello stato di emergenza". Bassetti è convinto che si debba tornare alla normalità, considerando che "abbiamo avuto un inverno senza i contorni di una vera emergenza, almeno a livello ospedaliero". 

Che fine farà Figliuolo

Per molti virologi la pandemia è diventata endemia, ciò vuol dire che dobbiamo imparare a convivere con il Covid. Dobbiamo andare avanti con la campagna vaccinale, specialmente per i bambini, ma per questo c'è sempre il generale Figliuolo, che può rimanere a gestire la macchina organizzativa anche senza che ci sia lo stato di emergenza. La campagna vaccinale, infatti, deve andare avanti con forza per poter tenere sotto controllo l'epidemia. Secondo il virologo Crisanti un eventuale prolungamento dello stato di emergenza sarebbe "una manifestazione del fatto che non ci si è adattati all'emergenza".

Stato di emergenza fino a quando?

Alcuni virologi, invece, si mostrano più cauti su una possibile fine dello stato di emergenza. E' il caso di Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). "A caldo direi che sarebbe meglio prorogarlo fino all'estate, ma si può anche verificare l'andamento epidemiologico e decidere a ridosso della scadenza. Dobbiamo essere cauti e non fare passi troppo lunghi che potrebbero inficiare quanto di buono fatto fino ad oggi", spiega l'esperto all'Adnkronos.

Pandemia o endemia?

Pur parlando di endemia non è che si tratti di una buona cosa, ha specificato Massimo Galli, primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano. "Bisogna ricordare comunque che endemia non è una bella parola, abbiamo avuto per secoli endemici sia il vaiolo che la poliomielite. Dipende da come diventa endemico un virus. Per cui si deve stare attenti al fatto che tocca sorvegliarne l'evoluzione. Si sono sentite sparare varie parole, non solo endemia ma anche immunità di gregge, e termini talvolta imparaticci da quelli che li hanno usati e che non rendono l'idea di quello che poi ci si può trovare davanti".

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