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Venerdì, 29 Marzo 2024
La pandemia

Covid, il piano per la quarta dose: "Almeno centomila vaccini al giorno"

Servirà un hub ogni 50mila abitanti. Le indicazioni del generale Tommaso Petroni, a capo dell'Unità per il completamento della campagna vaccinale, alle Regioni

Pronto il piano per la nuova campagna vaccinale per la quarta dose di vaccino contro Covid-19 agli over 60 e ai fragili. Servirà un hub ogni 50mila abitanti e il target nazionale di somministrazioni giornaliere dovrebbe attestarsi almeno alle 100.000 dosi. E' quanto previsto dalle linee di indirizzo per l''Estensione della platea vaccinale contenute nella lettera - che l'Adnkronos Salute ha avuto modo di consultare - che il generale Tommaso Petroni, a capo dell'Unità per il completamento della campagna vaccinale, ha inviato alle Regioni. 

Vaccini Covid, dove fare la quarta dose

Cambia il sistema degli hub. Molte città hanno dismesso le strutture più grandi, servite soprattutto all'avvio della vaccinazione. "La campagna vaccinale primaria, durante lo stato di emergenza, è stata incentrata sulla disponibilità di grandi hub vaccinali, con il coinvolgimento progressivo dei medici di medicina generale e delle farmacie - si legge - In considerazione del contesto attuale e della platea individuata, si può configurare, da subito, un modello misto di somministrazioni, in cui gli hub vaccinali potrebbero essere previsti a livello provinciale in numero crescente in funzione della popolazione residente e tenendo conto delle caratteristiche orografiche, demografiche e di viabilità dei singoli territori (solo a titolo di esempio: un hub vaccinale ogni 50.000 abitanti), integrati - si evidenzia - da altri punti vaccinali presso strutture sanitarie stanziali tipo presidi ospedalieri, case della salute, medici di medicina generale e farmacie". 

La quarta dose di vaccino anti Covid: tutto quello che c'è da sapere

Quarta dose di vaccini anti Covid: 100 mila iniezioni al giorno

Alle Regioni viene dato anche un numero (nazionale). Lo scopo è raggiungere quota 100 mila quarte dosi al giorno. "Al fine di completare il piano di richiamo raccomandato ai cittadini e tenuto conto della platea indicata, il target nazionale di somministrazioni giornaliere dovrebbe attestarsi almeno alle 100mila dosi al giorno, valutando poi l'evoluzione del quadro epidemiologico e le eventuali ulteriori indicazioni delle autorità sanitarie italiane ed europee", scrive Petroni. Pertanto, si invitano le Regioni e le Province autonome "a porre in essere una organizzazione dedicata in grado di raggiungere i target individuati. Complessivamente il numero di cittadini destinatari dell'ulteriore richiamo è stimato in circa 12 milioni (ai quali dovranno essere sottratti coloro che progressivamente saranno guariti dal Sars-CoV- 2)".

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Sarà l'Unità per il completamento della campagna vaccinale (Uccv) a occuparsi di "approvvigionare i vaccini e i kit di somministrazione, a sovraintendere alla distribuzione, a monitorare i fabbisogni operando le attività di compensazione tra le varie Regioni e province autonome e a monitorare il raggiungimento dei target". L'Unità continuerà "a supportare le Regioni con le attività amministrative finalizzate a garantire la disponibilità di personale sanitario richiesto per la campagna vaccinale".

Nessun nuovo caso Astrazeneca

La comunicazione circa i vaccini non è sempre stata lineare. Molti cittadini si sono fati fermare da dubbi e paure. In alcuni casi anche le notizie e le decisioni apparentemente in contrasto tra loro hanno giocato un ruolo non secondario. Basti pensare al caso Astrazeneca. L'importanza della corretta comunicazione è oggi ribadita. "Nella disamina delle criticità che potrebbero vanificare gli obiettivi di questa ripresa della campagna vaccinale, emerge con chiarezza la necessità di una comunicazione focalizzata sulla puntuale e trasparente necessità di una vaccinazione tempestiva e sulla validità dei vaccini nella prevenzione dell'aggravamento e della letalità del contagio", si legge nelle linee di indirizzo. "Fondamentale" viene definito "l'apporto dell'Iss e dell'Aifa".  

Importante poi il ruolo dei medici di base: "In uno scenario epidemiologico caratterizzato da una immunizzazione della popolazione fortemente diversificato, risultato in moltissimi casi da vaccinazioni e pregressa infezione, il coinvolgimento del medico di medicina generale appare fondamentale per proporre al singolo individuo la schedula più idonea".

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