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Giovedì, 18 Aprile 2024
Lo studio "pericoloso" / Stati Uniti d'America

Covid, creata una variante killer: "Letale all'80%"

I ricercatori dell'università di Boston hanno innestato la proteina Spike della variante Omicron nel virus originale, ottenendo un nuovo ceppo che ha ucciso l'80% dei topi che hanno preso parte all'esperimento. Pioggia di critiche dalla comunità scientifica, ma gli autori dello studio respingono le accuse

Gli scienziati della Boston University, negli Stati Uniti, hanno creato un nuovo ceppo del Covid con un elevato livello di letalità, combinando la variante Omicron con il ceppo originale di Wuhan. Uno studio "pericoloso", che secondo gli esperti punta a comprendere meglio il ruolo della proteina spike, ma che ha mandato su tutte le furie la comunità scientifica, preoccupata per i rischi che si potrebbero correre se un virus del genere dovesse iniziare a circolare. Come si legge nei risultati della ricerca, pubblicata su biorxiv.org, il team di ricercatori ha estratto la proteina spike di Omicron, la struttura unica che si lega e invade le cellule umane, collegandola al ceppo originale emerso per la prima volta a Wuhan all'inizio della pandemia. Il nuovo ceppo ibrido ha ucciso l'80% dei topi, mentre quando un gruppo simile di roditori è stato esposto al ceppo Omicron standard, sono sopravvissuti tutti e hanno manifestato solo sintomi "lievi. Nei topi, mentre Omicron provoca un'infezione lieve e non fatale, il virus portatore di Omicron S (così è stato definito) provoca una malattia grave con un tasso di letalità dell'80%".

Risultati che non possono che incutere timore, come sottolineato sulle pagine del Daily Mail da Shmuel Shapira, uno dei principali scienziati del governo israeliano: "Si sta giocando con il fuoco, questa pratica dovrebbe essere totalmente proibita". Una critica avanzata anche dal professor David Livermore, professore di microbiologia presso l'Università dell'East Anglia, Regno Unito: "Data l'elevata probabilità che la pandemia di Covid abbia avuto origine dalla fuga di un coronavirus ingegnerizzato in laboratorio a Wuhan, questi esperimenti sembrano profondamente poco saggi".

Gli scienziati sostengono che sia improbabile che il virus ibrido sia letale negli esseri umani così come lo è nei topi. Questo perché la razza specifica di topi da laboratorio utilizzati è molto suscettibile alla grave malattia di Covid. I topi e gli esseri umani hanno anche risposte immunitarie molto diverse al virus. Tuttavia secondo il dottor Richard Ebright, un chimico della Rutgers University di New Brunswick, nel New Jersey, "questa ricerca potrebbe innescare la prossima pandemia creata in laboratorio. Se vogliamo evitare che ciò accada, è imperativo rafforzare il controllo della ricerca sui potenziali agenti patogeni pandemici".

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L'università ha risposto alle accuse: "Non abbiamo reso il virus più pericoloso, questa è una imprecisione. Questo studio aiuterà la ricerca a comprendere meglio la variante Omicron e a proporre nuovi trattamenti. Ricerche di questo genere potranno servire in futuro per ideare migliori strategie diagnostiche e di gestione della malattia. Anche nel 2003 - ribattono gli esperti - quando si è verificata l'epidemia originale di Sars, i ricercatori hanno sviluppato dei metodi per studiare il virus in laboratorio. Uno di questi prevedeva di coltivare il virus nei topi affinché fosse possibile studiarlo in azione. Questo lavoro ha portato ad un modello per la ricerca e la sperimentazione di potenziali vaccini e trattamenti".

Il luogo in cui è stato realizzato l'esperimento, il National Emerging Infectious Diseases Laboratories della Boston University, è uno dei 13 laboratori di livello 4 di biosicurezza negli Stati Uniti che sono autorizzati a gestire i patogeni più pericolosi. Gli esperimenti in questi laboratori implicano l'armeggiare con i virus animali per far avanzare trattamenti e vaccini che potrebbero essere utilizzati in una futura epidemia. Questo tipo di ricerche sono state in gran parte limitate negli Stati Uniti fino al 2017, quando il National Institutes of Health ha iniziato a consentirne lo svolgimento utilizzando fondi governativi.

La Boston University ha anche ha confutato le interpretazioni secondo cui sarebbe stato "creato un nuovo ceppo di Covid" con "una letalità dell'80%". Lo studio, infatti, afferma Ronald B. Corley, del National Emerging Infectious Diseases Laboratories, dove è stata svolta la ricerca, è stato svolto su "un particolare tipo di topo che è altamente suscettibile. L'80-100% degli animali infetti muore a causa della malattia causata dal ceppo originario. Al contrario, Omicron causa una malattia molto lieve in questi animali". I ricercatori smentiscono, inoltre, che la ricerca si inserisca in quel filone di ricerca che viene definito di 'gain of function' che consiste nel dotare microrganismi di proprietà aggiuntive: "non ha ampliato le proprietà del ceppo Washington del virus SarsCov2 o lo ha reso più pericoloso. In effetti, questa ricerca ha reso il virus meno pericoloso", ha aggiunto Corley.

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