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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il contagio

Perché in Veneto il tasso di positività sta crollando

Zaia guarda avanti con fiducia: "Abbiamo scollinato". Meno contagi, meno ricoveri in terapia intensiva, mentre salgono i ricoveri in reparti ordinari. Ma quell'indicatore così basso è dovuto soprattutto ai tamponi rapidi (che non piacciono ai medici)

Servono i numeri di più giorni per avere un quadro preciso. Ma è successo qualcosa in Veneto sul fronte dei contagi. Dalla scorsa settimana il ministero della Salute ha riconosciuto i tamponi rapidi, che quindi vengono conteggiati nei bollettini delle Regioni. Attenzione: inserimento dei test rapidi antigenici nel sistema di conteggio e quindi nel bollettino quotidiano? Sì, ma non tutti i tamponi rapidi sono validi come i molecolari, ma soltanto quelli di terza generazione.

Il tasso di positività sta calando in Veneto

In ogni caso la curva del contagio da Covid-19 nel Veneto ha cominciato davvero a scendere. Meno contagi, meno ricoveri in terapia intensiva (mentre salgono ieri i ricoveri in reparti ordinari). Quello che colpisce molti osservatori è il tasso di tamponi positivi: ieri i numeri comunicati sono di 52.671 eseguiti tra molecolari e rapidi e 2.134 positivi, ovvero il 4,05%. Ma le cose sono leggermente più articolate. Il ministero della Salute, che per ora considera solo i 15.867 test molecolari, rileva ieri un tasso di 13,5% di positivi. Dal ministero fanno sapere infatti che i tampoi rapidi "saranno rendicontati a parte".

Come racconta oggi il Corriere della Sera, si parla tantissimi di tamponi rapidi nella Regione guidata da Zaia anche per un altro motivo: è di poche ore fa la seconda diffida legale inviata alle dodici aziende sanitarie dall’Anaao Assomed, sigla dei medici ospedalieri, a non continuare a testare gli operatori sanitari con i test rapidi. Il sindacato Anaao Assomed del Veneto spiega: “La nuova diffida, trasmessa per conoscenza anche alla Regione, si è resa necessaria a seguito delle dichiarazioni rese alla stampa dai vertici regionali della Sanità veneta i quali, nella difficoltà di avallare il proprio precedente operato, hanno fornito una non corretta interpretazione della circolare del Ministero della Salute avente ad oggetto ‘Aggiornamento della definizione di caso COVID-19 e strategie di testing’”, spiega il sindacato. "Già la precedente nostra diffida - precisa - aveva stigmatizzato l’indicazione regionale alle Aziende sanitarie, contenuta nella delibera di Giunta n. 1422 del 21.10.2020, di utilizzare esclusivamente i test antigenici rapidi nel monitoraggio del personale sanitario prevedendo, solo in caso di esito positivo del test, la conferma con il test molecolare. Ebbene, diversamente da quanto dichiarato alla stampa, dalla semplice lettura del testo della circolare si evince chiaramente che in contesti sanitari debbano essere utilizzati i test molecolari (che rappresentano la metodica gold standard internazionale) e, solo ove ciò sia impossibile o qualora si debbano adottare rapidissime misure di sanità pubblica, potranno essere utilizzati i test antigenici rapidi preferibilmente di terza generazione”.

Il tema è dibattuto. Le diffide dei medici "contro" i tamponi rapidi sono nei fatti un vero atto d’accusa, con l’invito a fare marcia indietro rispetto a una delibera della giunta regionale, così da mettersi al riparo - in autotutela - da possibili azioni di rivalsa per aver lasciato il personale medico e infermieristico privo dello scudo anti-Covid costituito dal tampone molecolare. Quelli rapidi sono diventati per il Veneto un vanto, ma hanno causato allarme tra il personale impiegato in prima linea. La Regione a inizio gennaio ha specificato che la scelta di tali test si basa su quanto indicato dai principali organismi internazionali, in sintonia con “una Nota Tecnica ad interim di ministero della Salute e Istituto superiore di sanità”. 

Covid, Zaia: "Il Veneto ha scollinato"

Zaia dal canto suo tira dritto e guarda ai dati veneti con un po' più di fiducia, anche per il tasso di positività in calo, certo, ma non solo: "Nelle altre regioni la curva del contagio cresce, la situazione si sta inasprendo, noi invece abbiamo scollinato, dopo il picco dei 401 ricoveri in terapia intensiva registrato il 31 dicembre. Può essere che i contagi calino dopo un’on- data importante della pandemia non affrontata dal resto d’Italia, comunque non dobbiamo abbassare la guardia, può sempre esserci una repentina inversione di tendenza che riporti la curva verso l’alto, come è accaduto in altre regioni. Per ora il Veneto è al sesto posto per indice di ospedalizzazione, registra parametri più bassi rispetto a territori reduci da restrizioni qui mai attuate".

Il leghista non ha mai fatto mistero della sua convinzione che ad aver pesato sul dicembre pesantissimo sul fronte Covid affrontato dal Venrto siano state le mutazioni del coronavirus: "Il virus mutato e più contagioso, come testimonia la variante inglese, è una realtà che va considerata. Non sappiamo se in Italia avrà lo stesso effetto riscontrato in Gran Bretagna e in Germania. La preoccupazione c’è".

Veneto: "Molta gente sta abbassando la guardia"

E' il momento, polemiche sui tamponi rapidi a parte, di unire le forze. Il claim "Conta su di me" è lanciato da otto giovani d'età compresa tra i 18 ed i 25 anni per affermare il concetto che la "responsabilità" nel proteggersi dal virus determinerà la "libertà" intesa come quotidiana, ossia libera dalle attuali limitazioni. Ulss4 e Conferenza dei sindaci del Veneto Orientale hanno presentato ieri una bella campagna di comunicazione volta a sensibilizzare i giovani a proteggersi dal Covid-19, ad iniziare dall'utilizzo della osannata mascherina. Lo slogan "Conta su di me" è infatti stampato su delle mascherine indossate da giovanissimi testimonial.

"Allo stato attuale il numero dei contagi è ancora elevato, oltre a questo molta gente sta abbassando la guardia perché pensa già che il vaccino cancellerà il virus, invece dobbiamo tutti essere consapevoli che convivremo ancora per mesi con il covid-19. In questo momento prendere sotto gamba il virus significherebbe generare una nuova ondata di contagi e con essi il persistere delle limitazioni in atto" ha esordito il direttore generale dell'Ulss 4, Carlo Bramezza.

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