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Giovedì, 25 Aprile 2024
Gli scenari

Covid: obiettivo zero vittime

Nell'ultimo anno e mezzo il traguardo dei zero decessi non è stato mai raggiunto (anche se ci siamo andati vicini). Speranza ci crede. Ma intanto, grazie ai vaccini, la pericolosità del virus è già calata drasticamente

"Il dato più drammatico è di chi perde la vita e finché non sarà zero in tutte le Regioni la battaglia non sarà vinta". Il ministro della Salute Roberto Speranza alza l'asticella e si prefigge l'obiettivo dei zero morti da Covid. Intervenuto alla presentazione a Roma della ricerca Censis-Janssen 'I cantieri della sanità del futuro', nella sede del Cnel, Speranza ha fatto il punto sulla situazione epidemiologica e la campagna vaccinale precisando che "non possiamo non vedere che, rispetto a bollettini drammatici, con centinaia di persone che perdevano la vita, oggi c'è un dato che anche su quel fronte è sceso in maniera molto significativa". È chiaro che "siamo ancora dentro questa sfida" e "ci sono insidie e questioni aperte, a cominciare da quella delle varianti". Ma i numeri, ha detto il ministro, "ci confortano: in Italia, fino a poche settimane fa, avevamo circa 3.800 posti occupati in terapia intensiva, oggi siamo a circa 380. Dunque, -90%. Siamo arrivati a sfiorare i 30.000 posti letto occupati in area medica, siamo oggi intorno ai 2.500. Anche in questo caso, -90%". In ogni caso per Speranza finché conteremo delle vittime, quella col Covid sarà ancora "una battaglia incompiuta, da giocare ogni giorno con la massima energia". 

È raggiungibile il traguardo fissato da Speranza? Fino ad oggi in un anno e mezzo di pandemia non c'è stato un singolo giorno in cui non si siano contate vittime del Covid. Vero è che la scorsa estate ci siamo andati molto vicini: il 29 agosto, per fare un esempio, è stato registrato un solo decesso, ma più in generale il numero delle vittime è rimasto sempre molto basso e a partire da metà luglio quasi sempre sotto le dieci unità (grafico in fondo all'articolo).

Rispetto allo scorso anno ovviamente è cambiato quasi tutto. Intanto è cambiato il virus che non è più il ceppo di Wuhan o la mutazione D614G, ma è rappresentato dalle ben più pericolose varianti Alpha  e soprattutto Gamma con quest'ultima destinata a diventare dominante anche in Italia. Dalla nostra parte abbiamo invece i vaccini che hanno contribuito (e continueranno a farlo) a ridurre drasticamente il numero degli ospedalizzati e delle vittime. Se diamo un'occhiata ai dati dell'epidemia (grafici in basso), vediamo che comunque i numeri dei ricoverati e delle terapie e intensive sono simili a quelli dell'anno scorso, ma non va dimenticato che 12 mesi fa eravamo reduci da un lungo lockdown che quest'anno di fatto non c'è stato. 

Al di là dell'ambizioso obiettivo fissato da Speranza un risultato straordinario e forse perfino insperato lo abbiamo già raggiunto. Come evidenziato da Matteo Villa dell'Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale), in base al trend attuale "entro fine giugno la letalità di Covid in Italia dovrebbe essere calata di circa l'80%", e tutto ciò proprio grazie ai vaccini. Il modello matematico utilizzato dall'Ispi per calcolare la pericolosità sociale del virus ci dice che siamo ormai a un passo da quel 90% che renderebbe il Sars-Cov-2 paragonabile ad un'influenza. E che forse è il traguardo più realistico a cui possiamo tendere. 

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