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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Regione che fa il tampone rapido a tutti i cittadini da Natale

La Sardegna si affida per lo screening di massa ad Andrea Crisanti, che ha confermato il suo impegno a tutto campo nella strategia per contrastare la pandemia. I test rapidi (di due tipologie) saranno effettuati nelle strutture sanitarie, ma anche mediante postazioni mobili

Ci pensa (anche) Crisanti. Una campagna diffusa sul territorio per sottoporre a test rapido antigenico molecolare orofaringeo tutti i cittadini sardi, isolare i focolai e abbassare la curva dell’epidemia. Partirà a Natale lo screening di massa deciso dalla Regione per assicurare un monitoraggio dettagliato dell’andamento della pandemia e innalzare il livello di sicurezza per tutta la popolazione residente. Lo comunica il presidente della Regione, Christian Solinas, che ha seguito la riunione operativa svoltasi oggi tra l’Assessorato della Sanità, i vertici Ats e il professor Andrea Crisanti, il quale ha confermato il suo impegno a tutto campo nella strategia decisa dalla Regione per contrastare la pandemia sul territorio regionale.

Lo screening di massa in Sardegna parte tra due settimane

E' un progetto ambizioso quello dell'isola dei quattro mori. “Tutta la struttura sanitaria regionale sarà mobilitata - fa sapere il presidente Solinas - e ci avvarremo della collaborazione della Protezione civile regionale, della Croce rossa e della sanità militare, con la quale è già avviata una interlocuzione finalizzata alla piena collaborazione. Mentre sono in arrivo i test acquistati, emerge il piano operativo con il quale la campagna di test sarà effettuata, partendo dalle aree considerate a maggiore incidenza della malattia per poi estendere lo screening a tutta l’Isola".

“I test saranno effettuati all’interno delle strutture sanitarie, ma all’occorrenza anche mediante postazioni mobili che saranno allestite con la collaborazione dei Comuni. Un modello già attuato con successo in vari Paesi del mondo - sottolinea il Presidente - in grado di assicurare l’immediato rilevamento dei positivi anche asintomatici, isolare i focolai e permettere un rapido abbassamento della curva di contagio”.

“Fin da aprile - ricorda il presidente Solinas - avevo prospettato un modello per la Sardegna ispirato alle esperienze internazionali positive, come la Corea del Sud o Singapore, perfettamente idoneo anche alla nostra realtà isolana. Così come, nel mese di maggio, proposi il sistema dell’attestato di negatività per tutti gli ingressi nell’Isola: un modello che fu avversato per evidenti ragioni e interessi politici, e che oggi vedo invece realizzarsi con l’arrivo a Roma del primo volo Alitalia ‘covid-tested’ proveniente da New York, con a bordo 100 passeggeri”.

Come si procederà in pratica? Per lo screening sul territorio, la Regione utilizzerà tamponi rapidi di due tipologie: il primo tipo, del quale sono in arrivo 800mila pezzi, è un tampone orofaringeo in grado di fornire l'esito entro 13 minuti. In arrivo anche 200mila test antigenici rapidi, sempre 13 minuti di attesa, che effettuano l'analisi del campione tramite un piccolo apparecchio elettrico. Il grado di affidabilità è altissimo. I tamponi del primo tipo possono essere utilizzati anche all'aperto, in qualsiasi tipo di postazione, mentre i secondi necessitano di corrente elettrica.  Il protocollo prevede che il test venga ripetuto dopo 7-8 giorni; coloro che risulteranno positivi saranno sottoposti a tampone molecolare. Il 'modello Vo' Euganeo' attraversa il Tirreno e sbarca in Sardegna.

Che cos'è il modello Vo'

La questione inerente la necessità – o meno – di eseguire tamponi “a tappeto” per rilevare i casi di Covid-19 e passare al contenimento mirato è molto dibattuta. Andrea Crisanti, docente di Microbiologia e virologia e direttore dell’Unità complessa diagnostica di microbiologia della Asl di Padova, è la persona che ha gestito  con successo il “caso Vo’ Euganeo. In seguito al decesso di un anziano per Covid-19 (fu la prima vittima italiana del Covid, a febbraio), il 95% della popolazione di Vo’ Euganeo (2.750 persone) si è sottoposta volontariamente ai tamponi.

La quota di positivi era del 3%, in massima parte senza sintomi. Tutti sono stati isolati a domicilio. I positivi erano in gran parte anziani, che però non avevano sviluppato sintomi. Dato che è diventato oggetto di studio. Secondo Crisanti, l’obiettivo è controllare l’epidemia, anche per limitare la severità delle manifestazioni cliniche.

"Il contact tracing – ha spiegato più volte Crisanti – è senza dubbio uno strumento di gestione della pandemia, ma presenta alcuni limiti: risorse enormi da mettere in campo e soprattutto scarsa affidabilità della memoria dei singoli nel ricostruire i propri contatti risalendo ai cinque giorni precedenti la scoperta della positività, tempo di incubazione e successiva manifestazione degli eventuali sintomi. Sfuggono alle maglie di controllo diversi ambienti di interazione e questo lo rende a volte meno efficace nell’identificazione tempestiva dei casi, con il conseguente isolamento per circoscrivere i focolai. L’alternativa più efficace è il network testing". 

Ovvero il test a tappeto a famiglia, amici, compagni di scuola, colleghi di lavoro. Bloccando così i potenziali positivi prima che contagino altre persone, come successo a Vo'. Ora si passa alla Sardegna.

Il tampone sospeso gratis per tutti 

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