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Sabato, 20 Aprile 2024
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Tocilizumab e non solo: i farmaci che sembrano funzionare contro il coronavirus

In attesa di un vaccino (per cui occorrerà aspettare molti mesi) ci sono alcuni farmaci che stanno dando speranza nella lotta contro il coronavirus. Uno di questi è un anti-artrite di cui un medico di Napoli ha chiesto l'estensione nazionale del protocollo

Farmaci contro il coronavirus ancora non ce ne sono, per cui l'unica cura è restare a casa, vale la pena ricordarlo. Ma alcuni promettenti studi mostrano come i pazienti contagiati dalla covid-19 possano migliorare grazie ad alcune terapie. Ricordando che ad oggi solo un ricovero in terapia intensiva riesce a salvare la vita ai pazienti più gravi in crisi respiratoria, l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha attivato un iter veloce che consente di approvare l'uso di nuovi farmaci negli ospedali in poche ore.

I requisiti sono la disponibilità di dati sulla sicurezza dell'impiego nell'uomo, ricorda l'Aifa all'Adnkronos Salute.

Ma quali sono al momento i medicinali che possono aiutare i pazienti affetti da Covid-19?

Favilavir è stato il primo farmaco approvato dalla National Medical Products Administration of China: è un antivirale che ha mostrato una buona efficacia con minimi effetti collaterali.

Remdesivir, un farmaco per anti-ebola, sembra fra i candidati più promettenti ed è già stato usato per molti pazienti nel mondo, Italia inclusa: i risultati dovrebbero essere disponibili nelle prossime settimane.

Coronavirus, due ricerche accendono le speranze: c'è anche un farmaco per neutralizzarlo

Tocilizumab infine è un farmaco anti-artrite già approvato in Cina per trattamento delle gravi complicanze legate al coronavirus. Secondo alcuni studi avrebbe la capacità di prevenire l'esplosione delle citochine come reazione del sistema immunitario, considerata una delle ragioni dell'insufficienza d'organo che porta alla morte alcuni pazienti con coronavirus. Il medicinale è anche in fase di valutazione in uno studio clinico in Cina, ed è stato adottato in Italia, a Napoli, dove è stato somministrato a due pazienti ricoverati all'ospedale Cotugno. "Uno dei due sarà estubato" spiega l'oncologo Paolo Ascierto che ha chiesto un protocollo nazionale per estendere l'impiego del tocilizumab.

Coronavirus, che cosa fa il farmaco anti-artrite

"In 24 ore il paziente ha avuto miglioramenti importanti, domani faremo un controllo ulteriore per massima precauzione. Ieri intanto abbiamo iniziato il trattamento in altre due persone colpite da Covid-19, ed oggi ci apprestiamo a trattarne altre due". Ad affermarlo all'Adnkronos Salute è Paolo Ascierto, presidente Fondazione Melanoma e direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell'Istituto Nazionale Tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli, in prima linea per il coordinamento dello studio clinico su questo farmaco anti-artrite reumatoide che "ha dimostrato di essere efficace nel trattamento della polmonite interstiziale da Covid-19".

Quanto al secondo paziente trattato, "c'è stato un miglioramento, e ora è stabile - aggiunge Ascierto - Qui a Napoli puntiamo a trattare più pazienti possibile. L'azienda produttrice, la Roche, ha messo a disposizione il medicinale gratis per l'uso off label. Serve subito un protocollo nazionale per estendere l'impiego di tocilizumab nei pazienti contagiati da coronavirus e che si trovano in condizioni molto critiche".

Il medicinale può essere impiegato nella polmonite da Covid-19 solo 'off label', cioè al di fuori delle indicazioni per cui è registrato. Altri malati hanno già ricevuto la terapia anche nei centri di Bergamo, Fano e Milano.

"Abbiamo stabilito un vero e proprio ponte della ricerca con i colleghi cinesi, che avevano già osservato un miglioramento nei malati trattati in questo modo - ha spigato Gerardo Botti, direttore Scientifico del Pascale - Solo la collaborazione internazionale consentirà di mettere a punto armi efficaci contro il Covid-19. I risultati positivi di tocilizumab devono essere validati, per questo serve uno studio multicentrico a livello nazionale".

"La nostra esperienza più che decennale nell'utilizzo dell'immunoterapia nei pazienti oncologici ci ha condotto allo scambio di informazioni e dati con i colleghi cinesi, in particolare con Wei Haiming Ming del First Affiliated Hospital of University of Science and Technology of China - spiega Ascierto - Abbiamo intuito il potenziale dei farmaci anti-interleuchina 6, classe di cui fa parte tocilizumab, e degli anti Tnf nel trattamento delle complicanze del coronavirus. Sia interleuchina 6 che Tnf, infatti, sono citochine coinvolte nel processo infiammatorio cronico che avviene a livello del polmone nel caso della polmonite da coronavirus. In particolare, conosciamo molto bene il meccanismo d'azione di tocilizumab, che rappresenta il trattamento di elezione nella sindrome da rilascio citochimica dopo la terapia con le cellule Car-T in alcuni tipi di tumori. E i colleghi cinesi ci hanno confermato la sua efficacia, con un miglioramento delle condizioni di 20 pazienti con coronavirus su 21 trattati, in circa 24-48 ore".

Coronavirus, l'esperto: "La malattia ha due fasi"

Come ricorda Raffaele Bruno, direttore dell'unità operativa complessa Malattie infettive del Policlinico San Matteo di Pavia, la malattia ha sostanzialmente "due fasi: una iniziale che si presenta con una polmonite interstiziale con medio-basso fabbisogno di ossigeno e una fase secondaria rapidamente progressiva, in cui interviene una sindrome infiammatoria che fa peggiorare completamente la situazione"

Coronavirus, come si cura e quali farmaci usare

Ci sono poi i farmaci contro l'Hiv, che si stanno rivelando parte integrante della cura di Covid-19, facendo parte dei 'cocktail' di prodotti somministrati anche ai pazienti italiani. La combinazione è stata inserita nella lista dei medicinali essenziali dell'Organizzazione mondiale della sanità: si tratta dell'inibitore della proteasi dell'Hiv lopinavir, impiegato insieme al simile ritonavir.

C'è poi il darunavir già usato in attività di ricerca volte a trovare un trattamento per Covid-19: è un inibitore della proteasi di cui rapporti aneddotici suggeriscono una potenziale attività antivirale contro il nuovo coronavirus.

Anche il farmaco antivirale galidesivir ha mostrato un'attività ad ampio spettro contro una vasta gamma di agenti patogeni, incluso il coronavirus. E un inibitore nucleosidico dell'Rna polimerasi che interrompe il processo di replicazione virale. Ha già mostrato benefici in termini di sopravvivenza nei pazienti affetti da Ebola, Zika, Marburg e la febbre gialla.

Coronavirus, l'impegno della ricerca

Come ricorda anche la Società italiana di farmacologia (Sic), è stata autorizzata anche la combinazione di ribavirina (che inibisce la sintesi di Rna) con gli inibitori della trascrittasi inversa emtricitabina e tenofovir alafenamide fumarato, che hanno un grande successo con il virus dell'Hiv. Ci sono però pareri contrastanti e ci sono scienziati per i quali sarebbe opportuno evitare farmaci che si sono dimostrati attivi su altri virus, ma il cui bersaglio ha una rilevanza bassa nel Covid-19, come ad esempio la trascrittasi inversa, evidenziando che il coronavirus non ha una particolare predisposizione a usare questi bersagli farmacologici per i suoi processi vitali. Nondimeno ci sono studi clinici con questi farmaci (Baloxavir Marboxil, Oseltamivir e Umifenovir) che presumibilmente daranno il loro responso per il mese di maggio.

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