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Mercoledì, 24 Aprile 2024
"Tre certezze di terapia"

Le tre "cure efficaci" contro il coronavirus

Corticosteroidi, Remdesivir e terapia anticoagulante. Ne ha parlato il professor Fabio Ciceri, direttore scientifico dell'Irccs Ospedale San Raffaele di Milano

Sarebbero tre, al momento, le cure efficaci contro il coronavirus. Ne ha parlato Fabio Ciceri, direttore scientifico dell'Irccs Ospedale San Raffaele di Milano e primario delle Unità di ematologia e trapianto di midollo osseo e oncoematologia, in un intervento su SkyTg24.

Quali sono le tre "cure efficaci" contro il coronavirus

"Oggi abbiamo almeno tre certezze di terapia, che vengono da degli studi di confronto - ha spiegato l'esperto -. Si tratta di terapie semplici e che rappresentano un’opzione disponibile. La prima è quella della terapia con i corticosteroidi: quando un paziente va incontro a un’insufficienza respiratoria, il cortisone, dato precocemente, è efficace nell’accelerare la guarigione. La seconda novità è un farmaco antivirale che viene dalla terapia dell’Hiv, il Remdesivir. Il suo uso ha reso più rapida la guarigione dei malati".

Il professor Ciceri ha spiegato che anche una terapia anticoagulante, a base di eparina, sta aiutando i medici nella lotta al coronavirus. Se instaurata precocemente può prevenire fenomeni trombotici e micro-trombotici del letto vascolare polmonare e anche di altri organi, che caratterizzano la malattia e che contribuiscono alla grave insufficienza degli organi delle forme più avanzate. "Si tratta di tre misure semplici, ma che se instaurate precocemente possono essere molto efficaci nell’indurre una rapida guarigione", ha concluso l’esperto.

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Il punto sulle cure anti-Covid disponibili

A fare il punto sulle cure anti-Covid disponibili è stato anche Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Intervenendo ad Agorà, su RaiTre, Magrini ha sottolineato che rispetto ai primi mesi dell’emergenza coronavirus lo standard di cura ha subìto delle importanti variazioni. "Per esempio, la clorochina non ha mostrato dati positivi. Invece, il cortisone è diventato uno dei cardini della terapia: uno studio inglese ha mostrato che riduce la mortalità. E l’eparina è diventata un altro pilastro del trattamento". Per quanto riguarda la terapia del plasma iperimmune "non sappiamo ancora se funziona e in quali pazienti", ha concluso Magrini.

Il "caso" del remdesivir

Anche l'Unione europea aveva scommesso sul remdesivir. La Commissione europea, lo scorso 8 ottobre, aveva annunciato un contratto con la compagnia farmaceutica Gilead per l'acquisto di 500mila cicli di trattamento con il remdesivir (Veklury il nome commerciale), con l'opportunità di aumentare la fornitura. Nonostante i dubbi sulla sua efficacia, remdesivir è stato il primo farmaco a ricevere l'approvazione dell'Ue per il trattamento di casi gravi della malattia causati dal nuovo coronavirus.

Poi era arrivata la doccia fredda. Sembrano tramontare le speranze sul farmaco antivirale contro l'Ebola utilizzato anche nelle terapie contro il coronavirus. Secondo uno studio dell'Oms, il remdesivir e altri tre farmaci già esistenti non si sono dimostrati utili contro Covid 19. "I trial su quattro farmaci condotti su 11.000 pazienti in 30 Paesi - aveva spiegato l'Oms - evidenziano che questi medicinali sembrano avere poco o nessun effetto" sulla sopravvivenza e sulla progressione della malattia tra i pazienti ospedalizzati". Il Solidarity Trial dell'agenzia sanitaria delle Nazioni Unite ha coinvolto remdesivir, il trattamento contro l'Hiv lopinavir/ritonavir, il farmaco contro la malaria idrossiclorochina e l'interferone, sviluppato per la sclerosi multipla.

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Nei giorni scorsi Giulia Grillo, ex ministro della Salute, ha chiamato in causa Roberto Speranza a seguito dell'accordo Ue con la società produttrice per la fornitura dell'antivirale, rivolgendo un'interpellanza parlamentare al ministro della Salute "per conoscere i criteri con cui è stato definito l'accordo dell'Ue per remdesivir, primo farmaco autorizzato lo scorso 25 giugno dall'Agenzia europea per i medicinali (Ema) per il trattamento di Covid-19".

Grillo ha spiegato che "se i dati raccolti attraverso atti ufficiali del Parlamento europeo e primarie agenzie di stampa sono corrette, non si capisce come sia stato possibile siglare un accordo che prevede un prezzo pari a 2.100 euro per un medicinale di sintesi chimica che l'azienda Usa Gilead aveva realizzato negli anni passati per debellare l'epidemia di virus Ebola, il cui costo di produzione è stimato inferiore a cinque euro per un ciclo di trattamento di cinque giorni".

Secondo l'ex ministro Giulia Grillo, il prezzo definito nell'accordo dell'8 ottobre scorso, per una fornitura pari a 500mila trattamenti "è lo stesso di quello definito il 29 luglio, sempre in sede europea, per il trattamento di circa 30mila trattamenti. Come se non bastasse, l'intesa raggiunta per i 500mila trattamenti è stata siglata poco prima che l'Organizzazione mondiale della sanità rendesse noti i risultati degli studio 'Solidarity' che sembrerebbero evidenziare per il Remdesivir un'efficacia limitata ai tempi di recupero dei pazienti, ma nessun esito statisticamente favorevole in termini di mortalità".

I test per identificare il coronavirus

E i test? C'è grande preoccupazione e concitazione in merito all'emergenza coronavirus e spesso c'è molta confusione riguardo a quali siano i test cui sottoporsi per diagnosticare l'infezione da Covid-19 o eventualmente identificare un'eventuale immunità raggiunta. Non tutti i test sono indicati per tutti i pazienti: alcuni si sono rivelati uno strumento importante per tracciare la diffusione della malattia, ma ognuno ha il suo scopo e il suo tempo in cui va eseguito. Qui spieghiamo nel dettaglio quale fare tra i test disponibili, come funzionano, perché sono necessari e quando è obbligatorio sottoporsi al tampone.

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