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Redazione

Perchè la burocrazia da covid è una vera emergenza

Da quando è iniziata la pandemia per le famiglie italiane questo è il momento peggiore. L'esplosione dei contagi dell'ultimo mese, il paese aperto (per fortuna) in ogni suo settore, lo smart working che non c'è, stanno trasformando questo inizio 2022 in un vero e proprio incubo. Ogni sera infatti centinaia di famiglie vedono sconvolte le proprie vite da una semplice (quanto odiosa) comunicazione: "Si comunica che un bambino è risultato positivo al covid 19. Pertanto la classe domani sarà chiusa per sanificazione e i bambini dovranno osservare un periodo di quarantena di 10 giorni. Potranno tornare a scuola solo con un tampone negativo". Sono migliaia gli avvisi del genere e non si contano le vite paralizzate da situazioni di questo tipo. E anche solo lo spauracchio di possibili comunicazioni di questo genere blocca ogni programma.

I salti mortali delle famiglie con bambini

Da un lato infatti la quarantena impedisce (per coscienza) di ricorrere al supporto di nonni o di baby sitter. Contemporaneamente lo smart working non istituzionalizzato - e concesso con il contagocce - sta avendo l'effetto di richieste ferie a raffica. Il tutto sempre immaginando famiglie con il posto fisso. Già, perché chi è libero professionista si trova a dover moltiplicare i salti mortali, a spostare appuntamenti, a lasciare incarichi, a non rispettare scadenze. Per non parlare poi di mamme o papà single, alle prese con la gestione di un bambino, senza poter contare sul supporto dei nonni o di una baby sitter. E' un lockdown di fatto, senza le regole del lockdown e senza che il mondo fuori dalla porta di casa sia paralizzato. Era il 4 marzo 2020 quando il governo Conte all'improvviso chiuse le scuole. "Drammi" e imprecazioni, ma la prospettiva di un termine (il 15 marzo), offriva quantomeno la possibilità di organizzarsi. E in tanti avevano iniziato ad organizzarsi. Poi venne il lockdown, con lo smart working (per i più fortunati) e il lavoro sospeso (per quelli meno). C'è stata la dad, con gli annessi disagi, ma tutto era gestito e gestibile. Seguirono poi le zone gialle, arancioni e rosse, con meccanismi pur complessi ma che tutto sommato ponevano in condizioni gestibili lavoro e famiglia. Oggi tutto deve restare (giustamente) aperto, ma i bambini devono stare a casa per giorni dopo un solo contagio. E la possibilità che il bambino possa fare da untore, blocca il ricorso ad ogni tipo di supporto. E con i bambini che quasi sempre stanno bene e senza dad - parliano di nidi e materne - diventa impossibile lavorare da casa. Ci sono poi le variabili impazzite a complicare questo folle gioco dell'oca. Ad esempio ci sono asl che fanno iniziare le quarantene dal giorno della comunicazione e non da quello dell'ultimo contatto. Il risultato è quello di quarantene di 12, 13 giorni, anziché 10. E ancora i tamponi pediatrici, difficili da trovare e prenotare. Serve l'antigenico? Il molecolare? Quello in farmacie riconosciute? Ogni comunicazione (e in questi giorni la nostra redazione è stata inondata di segnalazioni di questo tipo) è diversa e non c'è certezza, possibilità di organizzarsi, programmare. E quando il tampone viene fatto, se molecolare bisogna aspettarne l'esito che quasi mai arriva dopo un solo giorno.

Le città in lockdown di fatto

Una città bloccata di fatto, senza essere bloccata sulla carta. Il tessuto produttivo che inevitabilmente risente di assenze di personale, di ritardi, di rinvii. Il settore commerciale e della ristorazione aperto, ma nei fatti chiuso per mancanza di clientela, con stipendi e utenze da pagare. Ecco perché la semplificazione della burocrazia da covid sta diventando un'emergenza più grande e più percepita dell'emergenza sanitaria stessa. Perché la maggior parte della popolazione non capisce perché, a fronte di 3 dosi di vaccino che (per fortuna) limitano al massimo i rischi di ospedalizzazione in caso di contagio, debba sottostare a snervanti burocrazie. Le stesse di chi, senza vaccino, corre il rischio di intasare gli ospedali e di facilitare la diffusione del virus stesso.

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