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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Scudo penale e obbligo di vaccino: cosa c'è su medici e infermieri nel nuovo decreto di Draghi

Al lavoro sulla norma la ministra della Giustizia Marta Cartabia, che aveva firmato la sentenza della Consulta sulla Legge Lorenzin. La tutela per i vaccinatori e l'obbligo per chi è a contatto con i malati e con il pubblico

Il nuovo decreto di Draghi che vedrà la luce mercoledì 31 marzo porterà con sé lo scudo penale per medici e infermieri vaccinatori e l'obbligo di immunizzazione per i sanitari a contatto con categorie a rischio. Lo scudo (non totale) varrà anche in caso di morte del malato. Mentre i sanitari saranno allontanati se rifiutano la vaccinazione anti-Covid-19. 

Scudo penale e obbligo di vaccino: cosa c'è su medici e infermieri nel nuovo decreto di Draghi

A questa parte del decreto, che dovrebbe contenere nuove norme sulle chiusure, sta lavorando la ministra della Giustizia Marta Cartabia. E conterrà una specie di tutela giuridica in caso di ipotetici casi letali. Che però non potrà chiamarsi "scudo penale" visto che il procedimento si aprirà in ogni caso con iscrizione nel registro degli indagati di chi ha vaccinato in base alle decisioni del pubblico ministero. La garanzia sarà comunque valida perché nel decreto legge a cui lavora Cartabia ci sarà una distinzione tra il decesso "colposo" e quello derivato da "colpa grave". 

Il governo metterà anche una pezza sui casi dei sanitari che lavorano in strutture a rischio come ospedali, cliniche, ambulatori e - soprattutto - Rsa: ci sarà l'obbligo per chi è a contatto con il pubblico e con i pazienti. L'operatore sanitario potrà rifiutarsi ma in conseguenza dovrà essere spostato e adibito ad altre manisoni. Oppure incorrerà in sanzioni come la sospensione graduale dal servizio e dallo stipendio. Sanzioni in arrivo anche per le strutture che non comunicheranno alle Asl nomi e numeri dei sanitari che hanno rifiutato il vaccino e che non faranno rispettare la norma. Cartabia nel 2018, quando era giudice della Corte Costituzionale, firmò la sentenza che diede torto alla Regione Veneto sull'obbligo di vaccinazione introdotto dalla legge Lorenzin. 

La Stampa ricorda oggi che già all’epoca si precisava che in date condizioni, una raccomandazione può legittimamente diventare un obbligo. E per i sanitari, la raccomandazione esiste eccome.

È necessaria comunque una legge altrimenti non è possibile allontanare un dipendente dalle proprie mansioni. Saranno previsti perciò anche indennizzi più sostanziosi di quelli attuali per il cittadino che lamenti danni permanenti a seguito del vaccino.

Il Corriere della Sera fa sapere che l’Ordine dei medici avrebbe voluto che lo "scudo" non fosse limitato alle vaccinazioni, e si estendesse anche alla cura dei malati di coronavirus. Ma la richiesta non è stata accolta, e così i tecnici del ministero guidato da Marta Cartabia hanno confezionato una norma che prevede di riservare le conseguenze penali alla sola "colpa grave", qualora dalla somministrazione delle dosi derivassero i reati previsti dagli articoli 589 e 590 del codice penale: omicidio colposo e lesioni colpose. La norma non si applicherà ai soli medici, bensì a tutte le categorie autorizzate a partecipare alla campagna vaccinale, a cominciare dai farmacisti arruolati attraverso l’accordo appena raggiunto. Che a loro volta saranno obbligati a vaccinarsi. 

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La Consulta nel 2018, giudicando sull'obbligo per l'iscrizione a scuola, ha ritenuto che "a fronte di una copertura vaccinale insoddisfacente" rientri nella "discrezionalità e nella responsabilità politica" del governo agire imponendo un trattamento, anche con la decretazione d'urgenza. D'altra parte quando la circolazione delle malattie è stata limitata, sono state privilegiate campagne vaccinali basate su informazione e persuasione, ma nella primavera precedente c'era stata un'epidemia di morbillo, e la Consulta ha ritenuto legittimo "calibrare variamente le misure, anche sanzionatorie". La stessa sentenza ricorda anche che un trattamento sanitario è compatibile con la Costituzione se non incide "negativamente sullo stato di salute di colui che è obbligato, salvo che per quelle sole conseguenze che appaiano normali", e se in caso di "danni ulteriori" sia prevista "una equa indennità".

Favorevole alle nuove norme è la Smi, il sindacato dei medici italiani: "Auspichiamo nel prossimo Decreto Legge del Governo, che disciplinerà le norme legali per gli operatori della sanità e per i medici che espletano le funzioni di vaccinatori, vi sia uno scudo penale per i soggetti che vaccinano", è la richiesta di Pina Onotri, Segretario Generale del sindacato in vista del prossimo provvedimento sui vaccini che dovrebbe essere varato nel corso della settimana. "Per accelerare la campagna di massa delle vaccinazioni anti covid e contribuire in tempi brevi all'immunità di gregge dell'intero Paese si creino le condizioni di salvaguardia per i professionisti sanitari e per i medici impegnati nell'immunizzazione di massa. Occorre svincolare i medici dalle responsabilità contabili e civili, riservando a loro carico, eventualmente, la sola responsabilità disciplinare e facendo salvo, poi, il diritto dei soggetti gravemente danneggiati dalle vaccinazioni di accedere agli indennizzi. Qualche giorno fa, inoltre, avevamo già segnalato, all'incontro con la struttura Commissariale per l'emergenza Covid la necessità di fornire ai medici di medicina generale uno strumento di protezione legale come lo scudo penale e allo stesso tempo avevamo richiesto di dotare i MMG del vaccino Johnson & Johnson per le vaccinazioni anti covid, in quanto una sola dose puo' semplificare di molto la procedura vaccinale: siamo contenti che alcuni assessori alla sanità di qualche regione abbiano recepito il nostro suggerimento", conclude Onotri.

"Non chiediamo uno stravolgimento delle regole - sottolinea Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, la federazione degli Ordini dei medici, chiedendo di estendere lo scudo ai trattamenti per il Covid - ma un'interpretazione della definizione di colpa grave, che deve riguardare solo le situazioni più eclatanti". Ben venga, aggiunge, anche l'obbligo, anche se solo "qualche centinaio al massimo i medici del Servizio sanitario nazionale ha rifiutato la vaccinazione": "Vaccinarsi - ricorda - è, per un medico, un dovere deontologico". 

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