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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lo studio

Depressione post Covid: il 'male' che resta fino a 3 mesi dopo la guarigione 

Secondo uno studio italiano, un terzo dei pazienti ricoverati con forme gravi di Covid 19 presentano disturbi come l'ansia, la depressione l'insonnia anche dopo le dimissioni

Per la maggior parte dei pazienti che guariscono dal Covid 19, la malattia non termina completamente con il tampone negativo. Diversi studi hanno evidenziato la presenza di danni a volte anche permanenti per l'apparato respiratorio, ma c'è anche un altro aspetto con va sottovalutato, quello psicologico.

Depressione post-Covid: lo studio italiano

Infatti, circa un terzo dei pazienti ricoverati per Covid-19, continua a soffrire di disturbi come  depressione, ansia o insonnia e sindrome da stress post-traumatico, fino a tre mesi dalle dimissioni. Ad evidenziarlo è un nuovo studio italiano, coordinato da Francesco Benedetti, psichiatra, Group leader dell'Unità di ricerca in Psichiatria e psicobiologia clinica dell'IRCCS Ospedale San Raffaele e professore associato presso l'Università Vita-Salute San Raffaele, e pubblicato sulla rivista scientifica Brain, Behavior and Immunity. Secondo gli esperti, a destare maggiore preoccupazione è proprio il disturbo depressivo che, non soltanto persiste più a lungo nel tempo, ma ha anche un intensità ed una gravità strettamente collegate allo stato infiammatorio sistemico che segue le forme gravi di Covid-19. I risultati dello studio danno però una buona notizia: i pazienti con queste forme di depressione rispondono bene alle terapie psicologiche e farmacologiche

Lo studio, condotto su 226 pazienti presi in carico dall'ambulatorio di follow-up post COVID-19 istituito dall'Ospedale San Raffaele nel maggio 2020, è in realtà la prosecuzione di un lavoro iniziato dai ricercatori nell'agosto del 2020. Attraverso dei controlli periodici e un team composto da esperti in diverse discipline, dalla neurologia all'infettivologia, passando per la cardiologia e la psichiatria, gli esperti hanno monitorato lo status dei pazienti nei 6 mesi successivi alle dimissioni dall'ospedale.

La ricerca ha evidenziato a distanza di 3 mesi dalla fine del ricovero per forme gravi di Covid 19, che il 36% dei pazienti riporta ancora disturbi come depressione, ansia, PTSD e insonnia. Come ha spiegato Francesco Benedetti all'agenzia Dire, ci sono categorie più 'a rischio':  "A soffrire di più sono le donne e le persone con una precedente storia di disturbi psichiatrici, sebbene queste ultime siano anche quelle che hanno mostrato nel tempo il miglioramento maggiore, probabilmente perché hanno maggiore dimestichezza e disponibilità con le terapie, sia psicologiche sia farmacologiche,. Ma la cosa più interessante dei dati raccolti e' che confermano la stretta relazione tra risposta del sistema immunitario, stato infiammatorio e persistenza dei sintomi depressivi".

Rispetto agli altri disturbi riscontrati nei pazienti (ansia, PTSD, insonnia), che hanno mostrato un sostanziale miglioramento nel corso dei tre mesi di follow-up, indipendentemente dal sesso e da una precedente storia psichiatrica dei soggetti, i sintomi depressivi sono risultati molto più persistenti nel tempo e in diretta correlazione con i valori dell'indice di infiammazione sistemica (SII), che può rimane elevato per mesi dopo la guarigione dall'infezione acuta.

 "Sappiamo bene che chi soffre di depressione maggiore presenta livelli più alti di citochine infiammatorie nel sangue – ha aggiunto Benedetti - indipendentemente dall'avere avuto infezioni o malattie del sistema immunitario, e sappiamo che questo stato infiammatorio si associa alla riduzione dell'attività di alcuni neurotrasmettitori essenziali per il controllo delle emozioni, come la serotonina; sappiamo d'altra parte anche che forti stati infiammatori - anche in conseguenza a infezioni virali e batteriche - aumentano il rischio di episodi depressivi.". "Il Covid-19 – conclude - è il paradigma di questo fenomeno e un'ulteriore conferma di decenni di ricerca in questo campo: se l'infiammazione non recede, nei mesi successivi alla malattia acuta può svilupparsi un episodio depressivo". 

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