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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lavoro e diritti

La direttrice alle dipendenti: "Voglio il nome di chi ha il ciclo, sennò gli abbasso le mutande"

L'episodio, avvenuto in un supermercato di Pescara, è stato denunciato dalla Filcams-Cgil. Tutto è iniziato dopo che un assorbente usato è stato dimenticato sullo scarico del bagno

"Voglio il nome e cognome di chi oggi ha il ciclo mestruale, ok? Sennò gli calo le mutande io". Sono queste le parole che avrebbe pronunciato la direttrice di un supermercato Conad di Pescara in un audio inviato su Whatsapp ai capi reparto dopo aver ritrovato un assorbente usato sullo scarico del wc degli spogliatoi. L'episodio è stato denunciato dal segretario della Filcams-Cgil di Pescara Davide Urbano e dal coordinatore regionale del sindacato, Lucio Cipollini. Secondo quanto riferito, l'audio risale al 14 aprile scorso quando l'assorbente è stato trovato fuori dal cestino. Nel messaggio inviato ai capi reparto, il cui audio è stato ascoltato dai due sindacalisti, la titolare chiedeva l'elenco dei nomi delle donne che erano a lavoro tra le 13.30 e le 13.45, nonché di raccogliere informazioni su chi di loro avesse il ciclo. 

Non è finita qui perché l'elenco, di dodici nomi, avrebbe poi fatto il giro dei gruppi Whatsapp dei vari reparti accompagnato, dice il segretario della Filcams-Cgil di Pescara, "con previsioni di contestazioni disciplinari a tappeto oltre che mancati rinnovi di contratto a tempo determinato" se non fosse uscito il nome della dipendente con le mestruazioni. "Da lì si è passati dalle parole ai fatti" dice ancora Urbano.

Le lavoratrici i cui nomi comparivano nell'elenco "sarebbero state invitate a dimostrare la propria estraneità" abbassandosi le mutandine "e provando di non avere il ciclo mestruale". Dal sindacato spiegano di non sapere se effettivamente qualche lavoratrice si sia prestata alla richiesta, ma ci sarebbero messaggi in cui alcuni dipendenti invitano le colleghe a discolparsi "per chiudere la partita". Successivamente, ha detto ancora Urbano in conferenza stampa, "ci è stato riferito che dal 14 aprile i bagni degli spogliatoi sono stati chiusi impedendo ai dipendenti di poterne fruire". 

Aggiornamento: Conad ha comunicato di aver rescisso il contratto con il gestore del punto vendita

"Di segnalazioni ne arrivano tante, spesso siamo costretti a ingoiare rospi"

"Questo episodio è gravissimo", denuncia il sindacalista, "ma di segnalazioni a noi ne arrivano tante. Oggi abbiamo la possibilità di avere il materiale per riportare quanto accaduto, ma troppo spesso queste situazioni non sono riportabili e siamo costretti anche noi a ingoiare i rospi, perché non ci sono prove per dimostrare l'accaduto. Non di rado accade che colleghi che negli uffici assistono a vessazioni nei confronti di altri, quando questi rivendicano i loro diritti, per paura si schierino con il titolare". 

Nel corso della conferenza stampa i due sindacalisti hanno rivolto infine un appello al gruppo di riferimento, la Conad: "Abbiamo fatto il nome di un grande marchio ed è necessario e doveroso precisare che né il consorzio nazionale né la cooperativa che opera sul territorio possono avere responsabilità dirette di ciò che avviene nei punti vendita perché prevede siano gestiti da operatori locali che sono a tutti gli effetti responsabili" dice il coordinatore regionale del sindcato Cipollini. "Ma crediamo che un marchio come questo non spossa consentire che certe cose accadano sotto la sua insegna, non possono vere rapporti commerciali con persone che attuazioni azioni come queste e che non hanno a che fare con il codice etico dell'impresa. Ci sono gli slogan che vengono decantati nelle pubblicità e poi a noi arrivano segnalazioni di persone che vengono trattate in modo ben diverso". 

Il video della conferenza stampa

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