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Giovedì, 25 Aprile 2024
La novità

Il "caso" del docente esperto a scuola, con 400 euro in più al mese

Circa 5.650 euro in più all'anno sotto forma di "assegno ad personam". La figura introdotta nel decreto aiuti bis non piace ai sindacati, che chiedono aumenti per tutto il personale

Con il decreto aiuti bis approvato ieri dal Consiglio dei ministri del governo Draghi, ancora in carica per gli affari correnti, viene introdotta la figura del "docente esperto" a scuola, che guadagnerà 5.650 euro all'anno in più sotto forma di "assegno annuale ad personam", ovvero oltre 400 euro in più al mese rispetto agli altri insegnanti. Una novità che non piace ai sindacati: d'altronde, si sa che i docenti non guadagnano molto (quelli italiani sono fra i meno pagati in Europa), e il fatto che il governo ha creato la figura del docente esperto che guadagnerà di più rispetto agli altri ha suscitato più di una perplessità.

Ad ogni modo, la nuova figura professionale nascerà a partire dall'anno scolastico 2023/2024, ma gli esiti complessivi della riforma si vedranno non prima di dieci anni, secondo gli addetti ai lavori. Ma come funziona e quali sono i requisiti? I prof "esperti" - che non potranno essere più di ottomila - saranno selezionati tra i docenti di ruolo che "abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili". Secondo il provvedimento che da metà settembre sarà all'esame del Parlamento, il "docente esperto" non cambierà mansioni e funzioni, e avrà un solo vincolo: rimanere nella stessa scuola per almeno tre anni.

I sindacati contro il docente esperto a scuola

La novità, però, non piace ai sindacati che chiedono aumenti per tutto il personale, ovvero per un milione di lavoratori della scuola. "È un fatto acclarato che le retribuzioni medie dei docenti italiani sono troppo basse, sia rispetto a quelle dei colleghi europei, sia rispetto a quelle degli altri lavoratori del pubblico impiego a parità di titolo di studio. È intollerabile che su questo tema la politica continui a far finta di niente", hanno dichiarato Francesco Sinopoli (Flc Cgil), Ivana Barbacci (Cisl scuola), Giuseppe D'Aprile (Uil scuola), Rino Di Meglio (Gilda) e Elvira Serafini (Snals). "La scuola - protestano i sindacati - ora merita attenzione. Serve un provvedimento organico, per pensare oggi la scuola dei prossimi anni. C'è bisogno di investimenti sulle persone per garantire un futuro migliore a questo Paese che passa appunto attraverso la scuola".

Per questo, per il prossimo 8 settembre i sindacati hanno invitato tutti i partiti politici a un confronto con loro sul settore scuola, "ma intanto vogliamo una risposta immediata, lo stralcio del provvedimento delle misure che riguardano la scuola, che vanno riportate a materia contrattuale, individuando le risorse per chiudere il negoziato in atto per il contratto di un milione di lavoratori".

E si dicono preoccupati anche i dirigenti scolastici di Anp (associazione nazionale presidi): "Le risorse destinate al sistema scolastico diminuiscono nell'indifferenza di tutti - ha affermato il presidente nazionale Antonello Giannelli -. La scuola, invece, deve essere la priorità perché ne va del nostro futuro. Lo diciamo da tempo e lo ripetiamo oggi: è necessario pensare una scuola nuova con modelli metodologici e valutativi rivisti in profondità e con una reale personalizzazione dei percorsi". "Serve un cambio di passo - ha aggiunto Giannelli - per garantire pari opportunità e successo formativo a ogni studente. Solo così potremo pensare di dare risposte ai bisogni formativi dei ragazzi che affollano le nostre scuole, preparandoli alle esigenze del mondo, del lavoro e delle università".

È molto critico anche il sindacato Anief (associazione nazionale insegnanti e formatori), che parla di "colpo di mano del governo Draghi". "Dopo le dimissioni del premier e lo scioglimento delle Camere - ha spiegato il presidente Marcello Pacifico -, avrebbe dovuto svolgere solo i cosiddetti affari correnti, invece travalica ampiamente i suoi poteri e con il decreto legge aiuti bis si appresta a portare modifiche importanti al Pnrr, emanando una norma che introduce una nuova figura di insegnante, il docente senior".
 

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