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Giovedì, 28 Marzo 2024
La conferenza stampa

Draghi difende le scuole aperte, poi l'affondo: "Nostri problemi nascono dai novax"

Il presidente del Consiglio spiega gli ultimi provvedimenti anti Covid adottati dal Governo: "Respingiamo il ricorso generalizzato alla Dad". L'invito all'immunizzazione. Deluso chi sperava un accenno al Quirinale: "Nessun commento"

"I nostri problemi partono dai non vaccinati". Invita tutti al coraggio ma anche alla prudenza, partendo dalla centralità della scuola e, soprattutto, delle vaccinazioni. E avvisa: neanche una parola sul Quirinale. Così il presidente Mario Draghi apre la conferenza stampa indetta per fare il punto delle norme anti Covid adottate. Proprio oggi, 10 gennaio, sono entrate in vigore le nuove norme sull'uso del Green pass. La certificazione verde "rafforzata" è diventata obbligatoria praticamente ovunque, tranne che nei negozi e per i servizi essenziali. Sempre oggi è suonata la campanella per gli studenti dopo le vacanze di Natale, ma la ripresa in presenza è stata scandita da polemiche e tensioni.

Di Covid, scuole e strategie contro la pandemia Draghi è pronto a parlare. Nulla di più. Nulla che porti verso altri Palazzi. Accanto a lui i ministri della Salute, Roberto Speranza, e dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, e il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli. A loro il compito di "snocciolare" i numeri sulla pressione ospedaliera e sulla scuola.

"Vogliamo che l'Italia resti aperta con tutte le cautele. L'attività economica deve andare avanti. Prudenza, rispetto delle regole e molta fiducia", l'esordio di Draghi.

La scuola

Il premier difende la decisione di aprire le scuole e optare per le lezioni in presenza. "Il Governo - dice Draghi - sta affrontando la sfida della pandemia e delle varianti con un approccio un po' diverso rispetto al passato: siamo molto cauti, ma vogliamo anche cercare di minimizzare gli effetti economici, sociali ma soprattutto su ragazzi e ragazze che hanno risentito più di altri delle chiusure". Per il premier "la scuola è fondamentale per la democrazia va tutelata, protetta, non abbandonata". 

"Il Governo - ribadisce - ha la priorità che la scuola stia aperta in presenza: basta vedere gli effetti di disuguaglianza tra studenti, scolari della Dad lo scorso anno per convincersi che questo sistema scolastico che può essere necessario in caso di emergenze drammatiche provoca disuguaglianze destinate a restare tra chi ci sta di più e di meno, tra Nord e Sud e che si riflettono su tutta la vita lavorativa". E sulla didattica a distanza taglia corto: "Probabilmente ci sarà un aumento delle classi in Dad nelle settimane settimane, ma quello che dobbiamo respingere è un ricorso generalizzato alla didattica a distanza".  

Poi una riflessione puramente pragmatica. "I ragazzi - dice Draghi - non vanno a scuola, ma poi vanno in pizzeria e a fare sport il pomeriggio? Non ha senso chiudere la scuola prima di tutto il resto. Chiudere le scuole ha senso se si chiude tutto il resto. Allora però torneremmo al passato e non ci sono le condizioni".

E il ministro Bianchi rivendica: "Non ci stiamo affidando al caso, ma le scelte prese stanno pagando. Stiamo agendo in maniera responsabile regolando anche la Dad, che è uno strumento utile e deve essere integrato nei piani educativi della scuola". 

A supportare Draghi e Bianchi anche Locatelli: "All'interno del Cts, il Comitato tecnico scientifico - ribadisce - non c'è nessuna voce dissonante rispetto a quelle erano state le misure adottate dal Governo. C'è stata una riunione non più tardi del giorno 7 dicembre e di fatto si è analizzata la situazione epidemiologica del Paese senza che si levasse una sola voce dissonante rispetto a quello che era stato adottato". Locatelli sottolinea che "non c'è mai stata una posizione che non fosse di tutela e di supporto prioritario della scuola e non si è mai posto il problema di avere le nostre posizioni non ascoltate". 

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I "no vax"

Draghi è netto: "La circolazione del virus mette di nuovo sotto pressione i nostri ospedali, soprattutto per l'effetto che ha sulla popolazione non vaccinata". 

Sulla necessità dei vaccini Draghi insiste con forza. "Il motivo dell'approccio diverso del Governo alla pandemia rispetto al passato è la vaccinazione quasi l''80% degli italiani ha completato il ciclo primario - dice senza mezzi termini -. I non vaccinati hanno una probabilità maggiore di sviluppare la malattia e in forma grave. Questo è l'ennesimo invito agli italiani non vaccinati a farlo e fare anche la terza dose. Grazie di cuore a chi lo ha già fatto". 

I vaccini

A snocciolare le cifre sulla vaccinazione è Speranza. "L'ultimo decreto - spiega - rappresenta un passo avanti per il nostro Paese. Abbiamo raggiunto percentuale rilevante di vaccinati: l'89,41% degli italiani over 12 ha ricevuto prima dose, i non vaccinati sono poco più del 10%. Questo 10% occupa però due terzi dei posti letto in terapia intensiva e circa il 50% dei posti in area medica. La scelta del Governo è quello di vaccinare il più possibile per ridurre la pressione degli ospedali ed è una scelta con una piena evidenza scientifica".  

Speranza cita poi l'Iss, spiegando che nei soggetti vaccinati con dose booster il tasso di ricovero è 8,8 ogni 100 mila, mentre il tasso di ricovero in terapia intensiva è 0,9 ogni 100 mila.

"Siamo stati tra i primi ad adottare l'obbligo" di vaccino "per tutta una serie di categorie", ma "ora la circolazione del virus mette di nuovo sotto pressione i nostri ospedali, soprattutto per l'effetto sulla popolazione non vaccinata". Poi ancora: L'obbligo dei vaccini per gli over 50, spiega Draghi, è nato "sulla base dei dati, essenzialmente, che ci dicono che chi ha più di 50 anni corre maggiori rischi, le terapie intensive sono occupate per i due terzi dai non vaccinati".

Gli equilibri interni al Governo

Decreti "deboli" frutto dell'esigenza di mediare tra le diverse anime del Governo? Troppi decreti? Draghi sceglie, come suo taglio distintivo, di dribblare la polemica. "E' vero - dice - i decreti si sono succeduti con grande frequenza. In parte è la complessità della materia, in parte è perché il quadro che si sta costruendo è diverso rispetto a quello che c'era quando la pandemia era più grave. Bisogna colpire il virus, vaccinare e nello stesso tempo cercare di non fare come forse si era obbligati nell'anno precedenti tenendo chiuso tutto. Quando si adottano misure di questa portata bisogna puntare all'unanimità. Questi sono provvedimenti di una portata sociale economica molto importante, sono da considerare con molta attenzione e riflessione, hanno risvolti anche etici. Avere l'unanimità della vasta coalizione che sostiene il Governo è un obiettivo che se possibile si deve raggiungere". "L'esperienza di questi 11 mesi - aggiunge - è stata esperienza di una maggioranza molto grande, in cui occorre accettare diversità di vedute, ma non la mediazione a tutti costi. Ma per alcuni provvedimenti molto importanti l'unanimità è importante purché il risultato abbia senso. E' chiaro che ci sono divergenze e diversità e di opinioni ma non sono mai state di ostacolo all'azione di governo". 

L'economia

"Continuano a uscire stime che confermano stime precedenti su una crescita intorno al 4-4,5% nell'anno" 2022, spiega Draghi. "Certo non è una ripresa sugli stessi ritmi dello scorso anno, la pandemia è un fattore, il secondo sono gli altri indicatori. E' presto per poter fare una valutazione adeguata, perché ci sono rischi per la crescita come il prezzo del gas, rischi geopolitici. La serie dei rischi è molto lunga, dobbiamo aspettare un po' prima di avere aggiornamenti delle proiezioni".  

"La legge di bilancio - precisa - ha già stanziato circa 3,5 miliardi per affrontare l'emergenza bollette nel primo trimestre. E' previsto che vengano presi altri provvedimenti per affrontare l'emergenza bollette nei mesi a seguire. Come ho indicato in altre occasioni, la via del sostegno governativo è importante ma non può essere l'unica. Occorre chiedere a chi ha fatto grandissimi profitti dagli aumenti nel prezzo del gas di condividerli con il resto della società". 

Gli effetti del super green pass su bar e ristoranti

Il turismo

L'obbligo dei tamponi per chi rientra in Italia dall'estero sarà in vigore fino al 31 gennaio. Lo ribadisce il ministro Speranza: "L'ordinanza è vigente e lo sarà fino al 31 gennaio, poi chiaramente sulla base del quadro epidemiologico il Governo farà le sue valutazioni. Voglio solo far notare che dopo la scelta dell'esecutivo italiano, che in quelle ore fu anche discussa, circa 10 Paesi europei hanno seguito esattamente la stessa misura da noi proposta".  

Le scuse di Draghi

Quella di oggi è una conferenza molto attesa. Molti la attendevano già dopo il varo dell'ultimo decreto, ma non era arrivata. Lo stesso Draghi affronta il tema: "Questa conferenza stampa avviene in un certo senso come risposta alle critiche che il governo e io in particolare abbiamo ricevuto per non aver fatto la conferenza stampa nel giorno in cui abbiamo approvato il decreto. Ci sono molti motivi (che hanno portato il governo a non incontrare i giornalisti ndr)"ma c'è stato anche veramente da parte mia - e di altri - una sottovalutazione delle attese che tutti avevano. Per cui mi scuso e vi prego di considerare questo come atto riparatorio. Spero sia stato adeguato".

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