Come vivere in vacanza, lavorando
Diario semiserio dell'estate di una 50enne
Carta d’identità
Nome: Paola Maina
Professione: Comunicazione- PR- ufficio stampa (sì, sì quel lavoro fighissimo che tutti vorrebbero fare, ma nessuno sa cosa significhi )
Anni: 53, appena compiuti
Città in cui sono nata e vivo: Torino, se mi sentiste parlare non avreste nessun dubbio neh?
Figli: 1, ma ormai è maggiorenne ed è lui che aiuta me, non io lui
Pregi: ne dovrei avere qualcuno, ma al momento non mi viene in mente
Difetti: parecchi, primo tra tutti la pigrizia
Cosa “pensano” di me i giovani con cui lavoro: “…a tecnologia sta a zero, vabbè alla sua età…”
Cosa “dicono” di me i mie coetanei: “Paola, sei troppo avanti: sei sui social, usi l’home banking, fai i pdf….”
Bene, la premessa è fatta. Ora andiamo al sodo: condividere una bella storia di vita vissuta. La mia. Quella che mi sta permettendo di godermi l’estate, lavorando.
Prima di iniziare, mi preme però fare coming out: ho una casa al mare, a Viareggio per la precisione. Allora non vale, direte voi, troppo facile. No, non è così, ciò che state per leggere vale anche se non avete nessuna casa, bungalow, B&B, roulotte, tenda ecc al mare, in montagna, in campagna o al lago e anche se rimanete tutta l’estate nella vostra città a vivere nello stesso appartamento di sempre. Scommettiamo?
Prima lezione: sdoganare le vecchie idee sul posto di lavoro
Della serie: per lavorare bene e sodo bisogna essere rinchiusi in un ufficio (meglio piccolo e angusto). Insomma, bisogna patire ogni giorno per guadagnarsi il meritato risposo e potersi distrarre e divertire solo quando si finisce di lavorare e nei weekend (per chi non lavora anche in quei giorni). Ma chi lo ha detto? Basta cambiare prospettiva (ricordate il film “L’attimo fuggente” quando il professore invita gli studenti a salire in piedi sulla cattedra?). Io da 20 giorni a questa parte, mi sveglio, vado a fare colazione e mi fermo al bar tutto il giorno. Sì, sto al bar, prendo il mio cappuccino e pezzo dolce, apro la mia borsa e tiro fuori il mio pc. E inizio la mia giornata. Di solito nel dehor, con una leggera brezza mattutina, poi dentro, banalmente per mettere in ricarica il pc…
Seconda lezione: usa il tempo come meglio credi, ma non sprecarlo
Bella sta frase, tipo quelle che si leggono su Facebook, ma poi a metterla in pratica… L’altra settimana avevo un appuntamento di lavoro a Pisa (23 km da Viareggio). Ho preso la mia utilitaria, controllato l’indirizzo dell’azienda, acceso la radio e cantato a squarciagola Umberto Tozzi (sì, usare il tempo come meglio credi significa anche fare quelle piccole cose che ti fanno star bene). Arrivata a Pisa, posteggio sulle strisce blu. Caldo africano. Nessuno in giro. Apro l’app EasyPark. Meno male che non devo andare alla ricerca di un parcometro con sto caldo… Tempo previsto di sosta: 1 ora, 1 ora e mezza, 2 ore?
Ma, sì mettiamo 1 ora e mezza, tanto poi eventualmente prolungo. Vado al mio incontro. Finisce prima, in mezz’ora mi liquida, torno in auto e stoppo la sosta. Appuntamento assolutamente inutile, penso. Ma Paola, ti rendi conto di essere a Pisa? Milioni di turisti in tutto il mondo si sobbarcano viaggi estenuanti pur
di vedere la Torre pendente. E allora Torre sia! Risalgo in auto, riparto, posteggio, solita app (grazie di esistere) e via verso la Piazza dei Miracoli.
Morale: grazie all’appuntamento andato male (beh sì, poteva anche andare bene e la morale era la stessa) mi sono goduta di nuovo, dopo tanti anni, una delle più straordinarie meraviglie del mondo. Non poteva anche succedere a Torino, con la Mole, a Roma, a Firenze, a Palermo, a Milano o dove volete
voi? Certo che sì! Dipende solo da noi.
Terza lezione: W la libertà, W l’aperitivo e W lo smartphone… (ma non sempre)
Ma che razza di frase è? Vi spiego… Dopo una giornata di estenuante lavoro al bar (si prega di non ridere..), un bel lungomare e un cielo cangiante, c’è solo una cosa che non può attendere: un bell’aperitivo al tramonto. Ed è lì, quando sto per prendere il bicchiere in mano che mi arriva un messaggio. No.. chi è stavolta? Guardo. È EasyPark Business, con l’elenco di tutte le soste fatte per lavoro: Pisa, ricordate?, ma anche Torino, Saluzzo, Aosta, Milano e Genova. Mannaggia, ma quanto ho girato lo scorso mese? Meno male che non ho dovuto archiviare i ticket e fare le note spese per mandarle al commercialista: disordinata come sono, di sicuro me ne sarei persa qualcuna.
È in momenti come questo che amo follemente la tecnologia, perché ti evita di perdere tempo dietro la burocrazia, mentre tu vuoi solo stare a contemplare il tramonto…. Con il sorriso ancora stampato in volto, ecco che arriva un’altra notifica: questa volta è del dentista, mi ricorda il prossimo appuntamento di controllo. ok, grazie, ma penso sia proprio arrivato il momento di staccare. Sono in Versilia, davanti a un mare e un cielo spettacolari, non vorrei essere in nessun altro posto.
Smart working off, smart life on.
In sintesi:
1. Se vuoi lavorare, lo puoi fare bene, in qualsiasi posto tu sia (e vale anche il contrario: se non hai
voglia di lavorare, non sarà l’ufficio a fartela venire)
2. C’è sempre un modo per ritagliarsi qualche minuto o qualche ora per fare ciò che più ci piace
3. Lavora, ma impara a staccare (se non riesci a staccare, cerca anche solo di silenziare il cellulare)
Buona estate a tutti! La mia è già iniziata.
Paola
P.s. Se qualcuno se lo stesse chiedendo, sì, collaboro con EasyPark, l’app per la sosta, ma ciò che ho scritto lo credo davvero. Perché amo tutto ciò che mi rende la vita più facile, comoda e mi fa risparmiare tempo da dedicare a quello che mi fa felice.