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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Endovirstop: ma è vero che c'è uno spray anti-Covid che costa 3 euro?

Libero ci fa sapere che è stato sviluppato da una start up italiana del gruppo Magi, la Ebtna Lab, ed è stato "appena premiato al congresso europeo di biotecnologie di Praga" come "miglior prodotto anti-Covid". Ma forse dovreste sapere che...

Ma è vero che c'è uno spray anti-Covid-19 che si chiama Endovirstop, costa 3 euro e "previene le infezioni virali respiratorie"? A parlarne oggi è il quotidiano Libero, il quale ci fa sapere che è stato sviluppato da una start up italiana del gruppo Magi, la Ebtna Lab, ed è stato "appena premiato al congresso europeo di biotecnologie di Praga" come "miglior prodotto anti-Covid", qualunque cosa ciò voglia dire. 

Endovirstop: ma è vero che c'è uno spray anti-Covid-19 che costa 3 euro?

Naturalmente della vicenda non si è occupato solo Libero. Tempi ha pubblicato proprio ieri un'intervista a Matteo Bertelli, genetista bresciano a capo della start up, e ha titolato l'intervista con un fantastico "Così abbiamo scoperto il farmaco naturale contro il coronavirus". E tra le risposte alle domande brilla proprio quella che riguarda l'Aifa: "Abbiamo presentato la domanda all’Aifa che ce l’ha bocciata due volte. La risposta alla seconda bocciatura è stata a mio avviso a dir poco opinabile…". Con Libero invece Bertelli è stato ancora più deciso: "Abbiamo realizzato il prodotto pensando soprattutto ai Paesi più poveri e ai milioni di italiani che vivono all’estero, specialmente in Sud America: davvero c’è qualcuno che pensa che quei sistemi sanitari possano permettersi un piano terapeutico, per i casi più gravi, da 20-30 mila euro a paziente?". 

Today.it ha invece chiesto un'opinione al professor Gabriele Costantino, che è direttore del Dipartimento di Food and Drugs presso l'Università di Parma e anche docente ordinario di chimica farmaceutica presso lo stesso ateneo. E lui ci ha fatto sapere che si tratta di un prodotto a base di ciclodestrina che si configura come integratore alimentare: "Dal poco che è possibile desumere dalle informazioni disponibili, il ‘razionale’ del prodotto pubblicizzato è basato sulle capacità – ben note da decenni - delle ciclodestrine di perturbare ‘lipidic rafts’ nella membrana cellulare e quindi, secondo i proponenti, indebolire le interazioni ospite-virone basate su recettori di membrana. Il meccanismo, quindi, è altamente aspecifico, generico e, se iper-dosato, addirittura nocivo. Al di la di questo, però, va segnalato che il prodotto è un integratore alimentare, che necessita solo di comunicazione di immissione in commercio e che non è soggetto ad alcuna approvazione dal Ministero della Salute, dell’Aifa e dei Comitati Etici".

Non si capisce quindi perché l'azienda lamenti un non meglio precisato ostracismo da parte di Aifa se il prodotto, non essendo un farmaco, non ha bisogno di autorizzazioni. Ma c'è di più: "L’unica cosa rilevante è che il principio attivo (la ciclodestrina) sia presente nella tabelle e venga usata nel dosaggio e nella formulazione prevista. Quindi, il prodotto non ha alcuna azione ‘farmaceutica’, né può averla pena sanzioni pecunarie e addirittura penali, nel caso improvvidamente pubblicizzate o asserite, in etichetta o attraverso comunicazioni commerciali".

Anche il riferimento che gli autori sembrano fare a studi approvati da Comitati Etici sembra essere poco chiaro, spiega Costantino: "Per quanto riguarda gli integratori alimentari questi possono essere ex-legis oggetto di soli studi osservazionali (tipo l’effetto delle merendine nel pomeriggio sull’orario di sonno nel bambino), non interventistici e rigorosamente senza braccio di controllo, cadendo, altrimenti nella definizione e nella regolazione del farmaco. In attesa di ulteriori informazioni, e pubblicazioni, osserviamo ancora una volta un battage mediatico che appare essere decisamente sproporzionato rispetto allo scopo di un integratore alimentare, che per definizione non può curare malattie ma solo contribuire alla preservazione di uno stato di benessere". 

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