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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Boom di casi

Le gravi epatiti nei bambini, Bassetti: "Non facciamoli vivere isolati dal mondo"

L'infettivologo interviene in merito all'impennata di segnalazioni delle ultime settimane. Il monito a non vivere in un perenne lockdown perché "il sistema immunitario è disabituato a riconoscere il virus"

"Non terrorizziamo la gente: oggi la soluzione per le famiglie è tornare a fare vivere i bambini non isolati dal mondo". Lo dice in un'intervista a Qn l'infettivologo Matteo Bassetti, in merito ai casi di epatite acuta dall'origine ancora non accertata nei bambini. 

Nelle ultime settimane c'è stato un boom di casi: prima nel Regno Unito e poi negli altri Paesi. Bassetti sottolinea che in Italia i numeri delle epatiti acute pediatriche "non sono allarmanti, le epatiti di origini sconosciuta anche gravi ci sono sempre state e ci saranno sempre. La diffusione è sempre stata mondiale, ma nella stragrande maggioranza dei casi le patologie si autolimitano". 

Per l'infettivologo il lockdown imposto per il Covid e la riduzione dei contatti sociali possono avere influito con la diffusione di questa patologia. "Lo scafandro non aiuta - spiega -. l virus (gli esperti inglesi parlano di Adenovirus, ndr) potrebbe avere colpito questi bimbi in una fase successiva, perché ha trovato un sistema immunitario non in grado di difenderli. Esiste anche l'ipotesi che siano pazienti predisposti". Continuare a vivere con le restrizioni" pone dei vantaggi, ma anche molti svantaggi. "Se dopo 3 anni di mascherina e senza aver fatto il vaccino prendiamo l'influenza, è possibile che ci siano complicanze maggiori - sottolinea -. Il sistema immunitario è disabituato a riconoscere il virus. Nei bimbi le conseguenze sono peggiori, perché il sistema è vergine". Bisogna uscire "dalla visione di fare vivere i bimbi lontano dalla comunità: scuola e asili sono una palestra per il sistema immunitario. Se i bimbi si fanno sette raffreddori o influenze all'anno, significa che diventano più forti l'anno dopo. La maggioranza dei virus che circolano ci consente di fare un vaccino naturale".

In Ue su 350 milioni di abitanti, con 70 milioni di bambini 40 casi di epatite pediatrica "non mi pare una situazione preoccupante - osserva Bassetti -. Con ciò non dico che non si debba fare un'indagine epidemiologica. Facciamo squadra, non terrorismo: non comportiamoci come la Cina con il Covid, ma comunichiamo bene all'opinione pubblica".

La situazione in Italia

Secondo i risultati dell'indagine telematica dell'area fegato della Sigenp (Società Italiana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica) in riferimento ai casi di epatite acuta severa in età pediatrica, in Italia "i risultati sono confortanti: 20 casi segnalati in Italia, un numero simile a quello degli anni precedenti. Il numero di casi segnalati rientra nella normale pratica clinica, fino ad oggi nessun incremento anomalo di casi di epatite acuta severa è stato registrato in Italia. Pertanto, fino ad oggi, la situazione sul territorio è di assoluta tranquillità".

All'indagine, effettuata il 21 aprile e chiusa oggi 28 aprile, hanno risposto 71 centri di cui 33 ospedali di I e II livello, 11 ospedali di III livello, 13 centri universitari, 14 Irccs. Dei 20 casi di epatite acuta severa di origine sconosciuta riportati: 18 riguardano pazienti di età 1-10 anni; 2 di età superiore ai 10 anni; 14 pazienti negativi per entrambi i virus maggiori (A-E); in 6 pazienti il virus dell`epatite E non è stato testato. Quanto agli agenti patogeni: 3 casi sono risultati positivi per SARS-CoV-2; 1 caso positivo per Adenovirus; 1 caso per Norovirus; un paziente ha necessitato di un trapianto di fegato. Quello che emerge è che in 70 centri su 71 centri "i medici non hanno avuto la percezione di assistere a un incremento anomalo di casi di epatite acuta severa; il numero di casi segnalati (n=20) è sovrapponibile a quello del triennio precedente (2019-2021)".

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