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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Fase 2, la stoccata di Zangrillo: "Non c'è nessuno che prende decisioni, vedo il buio"

Parla il primario di anestesia del San Raffaele: "Dobbiamo arrivare al modello tedesco dove c'è una persona che parla in modo condiviso". Il comitato tecnico scientifico "ha determinato grande disordine". Intanto prende quota l'ipotesi di possibili riaperture dal 18 maggio 2020

La fase 2 è appena iniziata, ma c'è chi ci tiene a evidenziare alcune criticità di metodo. "In questo momento il mio stato d'animo è della disperazione assoluta. Vedo il buio davanti a me. Non c'è nessuno che prende decisioni; ci sono i comitati tecnico scientifico che ci rimandano alle decisioni che verranno prese la prossima settimana, così come anche i soldi che non arrivano. La società civile ha dimostrato di essere molto più matura. Ritengo che alla fine preverrà questo tipo di determinazione". Sono parole molto dure quelle di Alberto Zangrillo, primario di anestesia del San Raffaele di Milano, ospite della trasmissione 'Circo Massimo' su Radio Capital.

"Dobbiamo arrivare al modello tedesco dove c'è una persona che parla; dice delle cose, con buonsenso, in modo condiviso". Il comitato tecnico scientifico, "ha determinato grande disordine sui numeri. Ad esempio ha indicato dei numeri di letalità del Covid 19 basati su un coefficiente che è quello dei contagiati che è stato dimostrato essere un numero fasullo". Quindi, conclude Zangrillo, "da medico dico che se nella fase 2 stiamo pensando di aumentare i posti in terapia intensiva facciamo l'errore peggiore. La terapia intensiva è l'ultimo anello della catena. Dobbiamo curare meglio e più tempestivamente per limitare gli accessi".

A proposito dell'alto numero di vittime nelle Rsa "se ci sono stati degli errori, ed è probabile che ci siano stati, sono sicuramente errori colposi e non volontari". Ance perché "all'interno delle Rsa albergano le persone che abbiamo scoperto manifestare la forma letale del virus" ha aggiunto Zangrillo.

Fase 2, le possibili riaperture dal 18 maggio 2020

Per le prossime riaperture "dobbiamo concludere il monitoraggio del ministro Speranza, dall'11 al 14 maggio ci saranno le nuove linee guida per bar, ristoranti, centri estetici, parrucchieri, negozi al dettaglio. Poi, dal 18 maggio, probabilmente ci saranno regioni che potranno fare in sicurezza. Ma prima del 18 lo escludo. Dopo il 18 ci sarà una valutazione del Cdm su base scientifica e la differenziazione territoriale sarà molto probabile". Lo ha detto il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia.

"Bar e ristoranti sono nel nostro cuore, tutti vogliamo vederli aperti, ma per fare questo è necessario fissare regole chiare", ha detto ancora il ministro. Perché, si chiede, rischiare "per 5-8 giorni di differenza? Non è meglio avere certezze per servire il caffè rispetto al distanziamento sociale? Lo dico per il cliente e per il dipendente". Boccia lancia quindi "un appello a ristoranti e bar, sono il simbolo di un certo modo di essere italiani, unico: ci siamo ma stiamo anche correndo, tanto, per tenerli in sicurezza".

Oggi c'è l'importante Conferenza dei governatori delle Regioni, poi ci sarà quella Stato-Regioni: "Opinione di tutti è che non si possa più aspettare oltre e, opinione della maggior parte dei governatori, è il fatto che occorra stabilire dei piani di apertura regione per regione" dice Boccia.

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