La lunga fila di ambulanze verso l'ospedale: ecco la foto simbolo della seconda ondata
È stata scattata a fine servizio a Torino e condivisa sui social. Da giovedì 5 novembre in Piemonte sarà lockdown. Stesse criticità da nord a sud
Come un triste déjà vu. È lunga, lunghissima la fila di ambulanze a fine servizio in coda per raggiungere gli ospedali di Torino. Ecco una delle foto simbolo della seconda ondata di coronavirus. Sta circolando sui social nelle ultime ore: a scattarla e pubblicarla su Instagram è stato Pietro Izzo. L'immagine immortala le ambulanze che intorno alle ore 22 di martedì 3 novembre erano incolonnate su Corso Dante a Torino, verso la zona degli ospedali alla fine di una giornata di soccorsi.
Le ambulanze in fila verso l'ospedale: la foto simbolo della seconda ondata
"Dieci ambulanze in coda sotto casa. Una luce blu che ha riempito tutti gli appartamenti della via. Senza sirena, quindi vuote (spero) e in procinto di tornare al deposito, o dove vanno a dormire le ambulanze quando finiscono un turno. Però impressionante. E siccome mi ha impressionato, ho filtrato la foto in modo che sembrassero tante macchinine giocattolo, per mettere un po' di distanza fra me e loro e avere un po' meno tristezza. Con tutto che le ambulanze sono speranza di vita", scrive l’autore dello scatto.
Il Piemonte è una delle aree più colpite dall'epidemia di Covid-19 e rientrerà nelle zone rosse individuate dal governo con il nuovo Dpcm. Stando ai dati di martedì 3 novembre, fra le regioni la Lombardia ha avuto il maggiore incremento di casi, con 6.804 in più in 24 ore e un rapporto casi positivi-tamponi del 21%, seguita proprio da Piemonte (3.169, 24%), Campania (2.971, 21,5%), Toscana (2.336, 16,2%) e Veneto (2.298, 19,9%).
Le foto delle ambulanze incolonnate da nord a sud
Le immagini, purtroppo, in questi giorni sono uguali ovunque, da nord a sud: a Pisa, a Foggia, ad Agrigento. Tanti pazienti in attesa di essere visitati nei pronto soccorso ospedalieri. E ambulanze in fila per l'area Covid. Le foto rendono anche visivamente l'idea della pressione cui sono sottoposti gli ospedali italiani nel pieno della seconda ondata di coronavirus.