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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Fugatti: "Gli orsi da 100 vanno portati a 50, chi scagiona JJ4 non è credibile"

Intervista a Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento

Dopo la morte del povero Andrea Papi, aggredito da un orso nel boschi della Val di Sole lo scorso 5 aprile, il presidente Maurizio Fugatti si è trovato nel bel mezzo di un polverone mediatico, probabilmente senza precedenti per la provincia di Trento.

Nell'arco di pochi giorni, la tragedia di Caldes si è trasformata in un caso nazionale, con una massiccia mobilitazione contro la decisione di voler abbattere l'orsa JJ4; a difesa del plantigrado si sono schierati anche tanti artisti e volti più o meno noti del mondo dello spettacolo. Poi è arrivata la cattura dell'orsa e la solita, infinita serie di ricorsi al Tar fino ai giorni d'oggi, quando è stata presentata persino una perizia di parte in cui si sostiene che, a uccidere il ragazzo, sia stato in realtà un esemplare di maschio adulto.

Partiamo proprio da qui, presidente Fugatti. Cosa ne pensa della perizia della Lega Antivisezione?

"Noi ci basiamo su dati scientifici e su quelli delle autorità competenti, che si fondano, tra le altre cose, su incontrovertibili analisi genetiche. Lo studio pubblicato dall'associazione non è attendibile; anche solo commentarlo sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti della famiglia Papi".

Dando quindi per certo che sia stata JJ4, perché abbatterla adesso che si trova al Casteller? Anche Gerosa di Fdl si dice contraria.

"Innanzitutto, voglio dire che non c'è nessun desiderio di vendetta, come tanti sostengono. Semplicemente, sono queste le procedure standard in caso di esemplari altamente aggressivi e pericolosi, come avviene in tutti gli altri paesi in cui si verificano situazioni analoghe".

Gli orsi in libertà probabilmente sono oltre 100. Quanti pensa sia necessario abbatterne?

"Nel progetto "Life Ursus" si parlava inizialmente di 50 esemplari, quindi bisogna tonare a quel numero. Attraverso abbattimenti o trasferimenti, per me non importa come".

"Life Ursus" risale al 1999. Cos'è andato storto nel frattempo? Sono mancati i controlli?

"Secondo me non è andato storto nulla. La verità è solamente una: il progetto "Life Ursus" non doveva mai partire, è stato un errore fin dall'inizio e ora ne stiamo pagando le conseguenze".

Il ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin è altalenante: no all'abbattimento, poi sì, quindi "spetta a Fugatti decidere". Non ha l'impressione che voglia lasciarle la patata bollente?

"Non credo che il ministro non voglia prendere posizione. Per quanto mi riguarda, se il governo vuole darci gli strumenti per intraprendere azioni immediate, noi non possiamo che esserne felici. Con i continui ricorsi al Tar abbiamo le mani legate".

L’ex presidente Ugo Rossi, invece, sostiene le è mancato il coraggio di prendere decisioni. Almeno dall'aprile 2021, quando proprio una sentenza del Tar autorizzò le catture con semplici ordinanze.

"Non ho mai voluto fare polemica con nessuno su questa vicenda, anche per rispetto del dramma che sta vivendo la famiglia Papi; quindi non risponderò nemmeno alle accuse di Ugo Rossi. Faccio solo presente, a chi mi attacca parlando di mancanza di coraggio, che le mie posizioni di fermezza sugli abbattimenti hanno portato a gravi minacce sul piano personale, con tanto di manifestazioni animaliste sotto casa. Non è certo una situazione piacevole, ma non cederò e resterò fermo sulle mie scelte fino all'ultimo".

Molti dicono che usa la vicenda per fare campagna elettorale?

"Come si fa a sostenere che tutto questo polverone mediatico sia per me positivo? Anzi, ne avrei fatto volentieri a meno. Rispondo comunque che le mie posizioni in caso di orsi pericolosi sono sempre state le stesse, anche prima dell'aggressione che ha causato la morte del ragazzo".

Un'ultima domanda. Immagino sia sempre in contatto col governo. Sono sul piatto altre soluzioni oltre agli abbattimenti?

"Gli abbattimenti non sono l'unica via percorribile, ma di certo è la più efficace per tutelare la sicurezza dei cittadini, che resta il primo obiettivo da perseguire. Come ha annunciato il ministero dell'Ambiente, è in fase di studio un progetto di trasferimento. Si parla di decine di esemplari, quindi molto difficile da realizzare".

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