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Sabato, 20 Aprile 2024
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Galli: "Ho fatto la cura con anticorpi monoclonali in ospedale"

"Se non avessi avuto le tre dosi sarei stato un candidato perfetto per un'evoluzione negativa della malattia e per il ricovero", ha ribadito l'ex primario di Malattie Infettive dell'ospedale Sacco di Milano

"Ho fatto la cura con gli anticorpi monoclonali in ospedale perché mi è stato consigliato visti i miei fattori di rischio". Massimo Galli, ex primario di Malattie Infettive dell'ospedale Sacco di Milano, ci tiene a dirlo "perché qualcuno ha avuto il cattivo gusto di tirare fuori la questione prima che la comunicassi io (come volevo fare) e inventando che sarebbero state le cure domiciliari e non le tre dosi a farmi stare meglio. Se non avessi avuto le tre dosi sarei stato un candidato perfetto per un'evoluzione negativa della malattia e per il ricovero". Galli, contagiato dalla variante Omicron, ha parlato al Corriere della Sera. Quanto alle sue condizioni di salute, il virologo ha detto: "Sto discretamente meglio rispetto ai giorni scorsi. Sono molto stanco, mi sento tutto rotto. Credo di essermi contagiato attorto al 31 dicembre nonostante abbia fatto in quei giorni una vita claustrale: ho visto poche persone, tutte trivaccinate e spesso tamponate. Non sono andato in ospedale, non ho visto pazienti".

Galli contagiato da Omicron

"Il 3 sera - ha raccontato - ho iniziato ad avere un forte raffreddore e molto mal di gola, la notte tra il 3 e il 4 ho avuto febbre alta con brividi scuotenti, la mattina del 4 avevo 38 di febbre, disturbi intestinali, ero a pezzi, per fortuna però con una saturazione d’ossigeno sempre rassicurante. Una bella batosta. Tenga presente che il 2 ero risultato negativo al tampone rapido e il 4 invece positivo, sempre al rapido. Poi mi hanno rifatto il test, anche molecolare, in ospedale e nel frattempo il laboratorio di ricerca che ho diretto fino a un mese fa ha stabilito che si trattava di variante Omicron".

Su Omicron, ha aggiunto Galli, "allo stato attuale sappiamo che ha una diffusione molto rapida. Alcune evidenze dicono che più una variante presenta mutazioni rispetto all'originale più è possibile che abbia una virulenza inferiore, ma non è stato così né per Alfa né per Delta (che invece si sono rivelate peggiori della variante originaria). Sarebbe auspicabile, ma 'la troppa confidenza toglie la riverenza' diceva mia mamma: occorre un atteggiamento prudente".

La risalita dei contagi rende più scettici ancora i no vax, ma per Galli "la gran parte dei contagi oramai, visto che siamo in tanti ad essere vaccinati, è nei vaccinati" che però "non vanno a finire in rianimazione o al cimitero", mentre i non vaccinati "finiscono mediamente molto male". "Tra le situazioni che fanno più male da vedere in corsia c'è quella di pazienti anziani, genitori di no vax che non li hanno fatti vaccinare e che finiscono in ospedale e rischiano la morte", ha aggiunto.

Perché bisognerà cambiare la strategia vaccinale

Secondo Galli, "servirà cambiare strategia vaccinale, che preveda l'uso di nuovi vaccini in grado di contemplare le nuove varianti. Credo che non ci sia alternativa. Però mi faccia precisare una cosa. Nell'arco di meno di 12 mesi tre varianti sono state in grado di sostituirsi l'una all'altra: se noi avessimo rivendicato a gran voce un vaccino nuovo contro la variante Alfa probabilmente ora ce l’avremmo e non sapremmo cosa farcene”. 

Infine, sull'obbligo vaccinale agli over 50, Galli si è detto "d'accordo con Nino Cartabellotta. È abbastanza tardi e non è abbastanza, ma certamente avrà un impatto. Nonostante la sanzione da 100 euro una tantum sia una letterale presa in giro degli italiani. Chi ha prodotto quell’idea si deve vergognare. In ogni caso: allo stato attuale il vaccino è l’unica arma che abbiamo, quindi bisognerebbe ampliare l’obbligo".

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