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Martedì, 23 Aprile 2024
la simulazione

Alla canna del gas

Abbiamo abbastanza gas per superare l'inverno? Dipende. Di sicuro nel 2023 il problema sarà ancora più difficile da risolvere, con altre complicazioni alle porte: la simulazione di Today

In inverno l'Italia avrà bisogno di usare meno gas del solito: al momento è questo lo scenario più probabile. La Russia continua infatti a tagliare i flussi verso l'Europa, e quindi anche verso il nostro paese. Fare previsioni è difficile perché le variabili coinvolte sono diverse ed esposte a influenze esterne, ma di sicuro sappiamo che le forniture russe non aumenteranno, anzi: sembra sempre più probabile che i flussi possano azzerarsi del tutto. Il governo italiano ha cercato di rimpiazzare il gas russo stringendo nuovi accordi commerciali con altri paesi, ma la sostituzione delle forniture non è ancora completata. In più, l'inverno è in arrivo e molto dipenderà da quanto il freddo influenzerà i consumi. A questo punto l'attenzione si sposta sulla riduzione della domanda, e quindi dei consumi, e su eventuali razionamenti: è l'unico modo possibile per superare l'inverno. Today ha simulato cosa potrà accadere e quanto gas dovremo risparmiare per non finire le scorte. 

Le forniture di gas in Italia

La Russia non è più il paese da cui arriva più gas in Italia. Dall'invasione dell'Ucraina il governo italiano ha avviato un piano di crescente indipendenza dalle forniture russe, che al contempo sono sempre più diminuite. Secondo gli ultimi dati disponibili del Ministero della Transizione ecologica ed elaborati da Today, nel periodo da gennaio a luglio l'Italia ha importato il 23,6 per cento del gas dalla Russia, rispetto al 40 per cento nello stesso periodo dello scorso anno. Il paese da cui l'Italia importa più gas è diventato l'Algeria, con il 29,6 per cento delle forniture che arrivano dal gasdotto di Mazara del Vallo, il Transmed

Ora lo scenario più probabile è l'azzeramento totale dei flussi: sappiamo che la principale infrastruttura che trasporta gas dalla Russia verso l'Europa, il Nord Stream 1, è già stata chiusa fino a nuova comunicazione e che potrebbe non riaprire.

Nord Stream, Gazprom annuncia lo stop totale al gas dalla Russia: cosa succede ora per l'Italia

Come cambiano le forniture: da dove arriva il gas in Italia

Il cambio dei partner energetici dell'Italia è evidente, già nei dati relativi ai primi sette mesi dell'anno: l'Italia ha importato il 38,2 per cento di gas in meno dalla Russia tramite il gasdotto di Tarvisio, compensando con l'aumento delle forniture da Algeria (+ 3,3 per cento), Norvegia e Paesi Bassi (355,9 per cento), Azerbaigian (73,2 per cento) e dal Gas naturale liquefatto (Gnl) aumentato del 27,8 per cento. 

Il governo Draghi ha stretto diversi accordi per sostituire il gas in diminuzione dalla Russia, anche in previsione di uno scenario con un totale azzeramento dei flussi. I dettagli degli accordi sono stati resi pubblici, ma sull'effettiva portata dei flussi e delle tempistiche non c'è stata chiarezza sufficiente. Secondo gli accordi stretti dal governo, le nuove forniture di gas in Italia arriveranno da: 

  • Congo: dal 2023 grazie allo sviluppo di un progetto di GNL (Gas Naturale Liquefatto) dovrebbero arrivare oltre 4,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno;
  • Egitto: da qui arriveranno 3 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto, anche se nel comunicato si legge che riguarderanno “il portafoglio Gnl di Eni destinato all’Europa e all’Italia”. Non è chiara la quantità destinata all'Italia;
  • Algeria: gli accordi firmati ad aprile e maggio aumenteranno le forniture attraverso il gasdotto Transmed, che si allaccia alla rete italiana a Mazara del Vallo, a graduali "volumi crescenti" già a partire dal 2022, si legge nel comunicato. Per il 2023/24, Eni si aspetta fino a 9 miliardi di metri cubi l'anno.

In più, sarà fondamentale il ruolo del Gnl, già aumentato nelle forniture dei primi sette mesi del 2022 del 28 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’Italia prevede di mettere in servizio due unità di rigassificazione acquistate da SNAM, da posizionare a Piombino e Ravenna. La definitiva messa in funzione degli impianti è molto controversa e dibattuta dal punto di vista politico, ed è probabile che il loro apporto alle forniture possa essere ritardato.

Le importazioni di gas russo sono al minimo dal 1990

Gli stoccaggi sono a un buon livello, ma non ci salveranno

Il governo si è prefissato l'obiettivo di raggiungere il 90 per cento del livello degli stoccaggi entro la fine di novembre. L'Italia è in grado di stoccare 12 miliardi di metri cubi di gas, oltre a 4,5 miliardi aggiuntivi che costituiscono la riserva strategica, per un totale di 16,5 miliardi di metri cubi. Gli stoccaggi sono fondamentali nel piano di approvvigionamento energetico nazionale, soprattutto in vista dell'inverno.

Gli stoccaggi di gas in Italia, tra quantità usabili e riserve strategiche

Ogni anno vi si attinge perché le forniture non coprono interamente il fabbisogno, ma non possono funzionare da soli: gli stoccaggi rappresentano infatti circa il 20 per cento del fabbisogno nazionale. Al momento l'Italia è riuscita a riempire gli stoccaggi di oltre l'86 per cento della loro capacità, in linea con le previsioni del governo. 

L'incognita dei consumi

Non si possono fare previsioni affidabili sui consumi di gas ed energia in generale. L'incognita maggiore è il tempo atmosferico: non sappiamo se questo inverno sarà più o meno rigido e quanto influenzerà i comportamenti individuali. Di sicuro, l'aumento dei prezzi potrebbe aver contribuito a sensibilizzare gli italiani sul risparmio di energia. 

Il consumo di gas in Italia tra il 2021 e il 2022

Nel 2021 il consumo di gas nazionale si è attestato sui 76,1 miliardi di metri cubi. Sappiamo però che nel periodo tra gennaio e luglio del 2022 si è già registrata una diminuzione dei consumi dell'1,9 per cento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Solo negli ultimi tre mesi il consumo è calato del 4 per cento. Ma potrebbe non bastare.

Cosa può accadere in inverno: la simulazione di Today

Da mesi Europa e Italia guardano con preoccupazione alla stagione invernale per il timore di uno stop ai flussi di gas dalla Russia, già notevolmente diminuiti nel corso del 2022. Cosa può accadere in caso di azzeramento dei volumi di gas provenienti dalla Russia? Today ha elaborato i dati a disposizione per capire di quanto gas avremo bisogno durante il prossimo inverno, in uno scenario di azzeramento totale del gas russo e ipotizzando che le altre forniture rimangano quelle attuali.

Abbiamo visto che i consumi dei primi sette mesi del 2022 sono stati inferiori di quasi il 2 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Usando come base la media dei consumi della scorsa stagione invernale (ottobre-aprile) e ipotizzando che la propensione al consumo degli italiani rimanga la stessa, possiamo prevedere in via approssimativa il fabbisogno di gas per la stagione invernale che sta per arrivare: circa 52,5 miliardi di metri cubi. 

Quanto gas avremo a disposizione? Per ricavare questo dato dobbiamo guardare alle importazioni: ipotizzando che non ci sarà gas dalla Russia, e mantenendo quelle attuali costanti, avremo circa 34 miliardi di metri cubi nei prossimi sette mesi, che potrebbero diventare 38 miliardi se dall'Algeria arriveranno i 4 miliardi come da accordi promessi. A questi vanno aggiunti i quasi 2 miliardi di gas estratto in Italia (sempre tenendo conto che questa quantità rimanga la stessa rispetto a quanto visto nei sette mesi scorsi). Siamo a poco meno di 36 miliardi di metri cubi di gas. Ma non bastano a coprire il fabbisogno che abbiamo stimato di 52,5 milliardi. 

Il consumo previsto di gas dell'Italia in inverno

A questo punto entrano in gioco gli stoccaggi, che abbiamo visto ammontare a 12 miliardi di metri cubi, oltre ai 4,5 miliardi di riserva strategica. Con i 12 miliardi di metri cubi degli stoccaggi arriviamo a coprire 48 miliardi di metri cubi, circa 4,5 in meno del fabbisogno stimato invernale. E qui entrano in gioco i consumi: è palese che senza agire sulla domanda è probabile che l'Italia finisca il gas entro la primavera. Il governo ha proposto un Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale tramite cui risparmiare più di 8 mld di metri cubi di gas tramite:

  • La massimizzazione della produzione di energia elettrica con combustibili diversi dal gas. Infatti, l'Italia dipende per oltre il 40 per cento dal gas per la produzione di energia elettrica. 
  • Misure di contenimento nel settore riscaldamento e un insieme di misure comportamentali nell’uso efficiente dell’energia;
  • Il contenimento volontario dei consumi nel settore industriale.

Come visto, sembra che i consumi si siano già ridotti, ma non è abbastanza. Nei piani del governo la quantità di gas risparmiata dovrà più che raddoppiare, e già i consumi si sono ridotti del 4 per cento. Sarà importante vedere se e di quanto continueranno a diminuire, soprattutto lato cittadini: nei mesi invernali il consumo residenziale di gas, insieme al terziario, è responsabile del 65 per cento dei consumi nazionali. In più, bisogna ricordare che in Italia la produzione di energia elettrica dipende per più del 40 per cento dal gas.

La quota di energia elettrica prodotta a partire dal gas in Italia

Queste previsioni sono molto instabili. Oltre alla difficoltà di previsione dei consumi, legata anche alla rigidità dell'inverno, se la Russia dovesse tagliare il gas lo farebbe non solo all'Italia, ma a tutta l'Europa. Di conseguenza, gli altri paesi dell'Ue si contenderebbero le forniture sul mercato, come ad esempio quelle provenienti dai Paesi Bassi e dalla Norvegia, mettendone a rischio la stabilità. Un problema che si ripresenterebbe in vista del riempimento degli stoccaggi nel 2023: reperire gas sul mercato sarà sempre più difficile. Già da questo inverno potremmo rendercene conto.

Quanto gas abbiamo per l'inverno

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