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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Tribunale contro il decreto Salvini: "Genitore 1 e 2 al posto di madre e padre sulla carta d'identità"

I giudici del tribunale di Roma hanno accolto il ricorso di due madri sull’indicazione delle qualifiche neutre di "genitore", per rimediare al decreto Salvini sull'introduzione delle diciture "madre" e "padre". La risposta di Palazzo Chigi

"Genitore" sarà la "qualifica" per le due madri di una bambina, a Roma. I giudici del tribunale civile di Roma (XVIII Sezione) hanno accolto il ricorso di due madri sul campo genitore della carta d’identità elettronica valida per l’espatrio della figlia. "Il tribunale accoglie parzialmente il ricorso e per l’effetto dichiara il difetto di legittimazione passiva di Roma Capitale", l'ordinanza del tribunale.

L’ordinanza è rivolta al ministero dell’Interno, e ora il sindaco di Roma Roberto Gualtieri è tenuto "come ufficiale del Governo, ad indicare le qualifiche neutre di genitore in corrispondenza dei nomi delle ricorrenti". Gualtieri dovrà così  apportare "al software e/o dell’hardware predisposto per la richiesta, la compilazione, l’emissione e la stampa delle carte d’identità elettroniche le modifiche che si rendessero all’uopo necessarie". Palazzo Chigi ha risposto in una nota.

La sentenza

"Il giudice afferma che il decreto oltre a violare le norme, sia comunitarie che internazionali, è viziato da eccesso di potere", spiega l'avvocata Federica Tempori che ha assistito la coppia nella vicenda giudiziaria. "Avevamo una sentenza di adozione passata in giudicato - spiega l'avvocata - e le mamme si sono presentate al comune per chiedere la carta identità ma allo sportello, giustamente, hanno detto che non si poteva procedere con la dicitura neutra ma occorreva la scritta 'padre e madre o chi ne fa le veci'. La coppia si è a qual punto rifiutata e dopo un primo ricorso al Tar ci siamo rivolti al tribunale ordinario che con una sentenza bellissima ci ha dato ragione".

"Il giudice - continua l'avvocato - afferma che il decreto oltre a violare le norme, sia comunitarie che internazionali, è viziato da eccesso di potere. In quel provvedimento il ministro va oltre le sue competenze: la carta di identità è, infatti, un documento certificativo di una realtà già pre esistente nell'atto nascita che stabilisce una madre partoriente e una adottiva. Non può quindi esserci discrasia tra documento di identità e l'atto di nascita".

La questione del "Genitore"

Fino al 2019 la dicitura sulla carta di identità elettronica per gli under 14 era "Genitore", ma l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini cambiò reintroducendo "Madre" e "Padre". La decisione provocò dei problemi di forma segnalati dal Garante per la Privacy che aveva dato parere negativo sulla sostituzione dell'indicazione di "genitore 1" e "genitore 2" con "padre" e "madre" nei moduli per il rilascio della carta di identità elettronica per i figli minorenni. Il Garante spiegava che sui profili di protezione dei dati personali "la modifica in esame è suscettibile di introdurre, ex novo, profili di criticità nei casi in cui la richiesta della carta di identità, per un soggetto minore, è presentata da figure esercenti la responsabilità genitoriale che non siano esattamente riconducibili alla specificazione terminologica 'padre' o 'madre'. Ciò, in particolare, nel caso in cui sia prevista la richiesta congiunta (l'assenso) di entrambi i genitori del minore (documento valido per l'espatrio)".

Gli esempi di possibili criticità riguardano ad esempio la trascrizione di una sentenza di adozione o la trascrizione di atti di nascita formati all'estero, il riconoscimento in Italia di provvedimenti di adozione pronunciati all'estero, la rettifica di attribuzione del sesso, oppure quando a registrare sia direttamente il sindaco. In questi casi, il rilascio del documento "potrebbe essere impedito dall'ufficio - in violazione di legge - oppure, potrebbe essere subordinato a una dichiarazione non corrispondente alla realtà, da parte di uno degli esercenti la responsabilità genitoriale".

La risposta di Palazzo Chigi

"L'ordinanza del Tribunale civile di Roma sulla qualifica di genitore nella carta di identita' elettronica risale al 9 settembre 2022 e non e' stata impugnata dal Ministero dell'Interno. La decisione sara' esaminata dal Governo con particolare attenzione perche' presenta evidenti problemi di esecuzione e mette a rischio il sistema di identificazione personale", affermano fonti di Palazzo Chigi.

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