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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Gimbe risponde all'Oms: "Gli asintomatici trasmettono il virus, lo dice la scienza"

La fondazione guidata da Nino Cartabellotta replica alle dichiarazioni dell'Oms, poi in parte rettificate: "Le persone senza sintomi hanno una carica virale simile a quella dei sintomatici"

"Le spiazzanti dichiarazioni dell’Oms, in parte rettificate", sul rischio di contagio da persone asintomatiche "si scontrano con i risultati della scienza. Le evidenze parlano chiaro: gli asintomatici possono trasmettere il virus anche per un periodo maggiore di 14 giorni e hanno una carica virale simile a quella dei sintomatici". Lo scrive in una nota la Fondazione Gimbe, rispondendo alle dichiarazioni di Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico dell'Organizzazione mondiale della sanità, che ieri aveva definito "molto rara" l'eventualità che un asintomatico possa trasmettere il virus. La diretta interessata ha poi fatto parziale marcia indietro: "Stavo rispondendo a una domanda e non esprimendo una posizione dell'Oms - ha spiegato Maria Van Kerkhove - Ho usato la parola 'molto rara' e c'è stato un fraintendimento perché è sembrato che dicessi che la trasmissione asintomatica è globalmente molto rara. Mentre mi riferivo a un set di dati limitati".

E' però vero che anche in un documento datato 5 giugno l'Organizzazione mondiale della sanità esprime una tesi analoga, spiegando - pur sulla base di "un numero limitato di studi" -  che "gli individui con infezione asintomatica hanno molte meno probabilità di trasmettere il virus rispetto a quelli che sviluppano sintomi".

Come stanno le cose? Secondo la Fondazione Gimbe l'Oms ha torto marcio. "Ancora una volta- afferma il Presidente Nino Cartabellotta – è l’ipsedixit a condizionare l’informazione pubblica sul coronavirus. Questa volta non da parte di opinion leader nazionali, ma di una rappresentante della massima autorità sanitaria internazionale. E in questa fase molto delicata della pandemia, sarebbe opportuno conoscere i risultati della ricerca già disponibili, prima di lanciarsi in dichiarazioni tanto ardite quanto pericolose, rischiando di condizionare le politiche sanitarie dell’intero pianeta". 

Gimbe cita in particolare una revisione pubblicata lo scorso 3 giugno da Daniele Horan ed Eric Topol sugli Annals of Internal Medicine "che sintetizza le migliori evidenze disponibili sull'infezione asintomatica daSARS-CoV-2". Dall’analisi dei dati di 16 coorti, tra cui quella italiana di Vo’, emergerebbero conclusioni molto diverse rispetto a quelle dell'Oms. E vale a dire.

  • Circa il 40-45% delle persone infette da SARS-CoV-2 risultano senza sintomi, suggerendo un elevato potenziale del virus di diffondersi nella popolazione in maniera silenziosa ed estesa. Considerato che nelle varie coorti non è sempre possibile distinguere gli asintomatici dai pre-sintomatici, i ricercatori riportano in maniera conservativa che gli infetti che non sviluppano alcun sintomo sono almeno il 30%.
  • I soggetti asintomatici possono trasmettere il virus per un periodo prolungato, verosimilmente anche maggiore di 14 giorni.
  • Diversi studi, tra cui uno condotto in Lombardia, dimostrano che soggetti asintomatici e sintomatici hanno una carica virale simile che non coincide con la trasmissibilità del virus, ancora non adeguatamente studiata.
  • L'assenza di sintomi non equivale ad assenza di lesioni: infatti, nelle 2 coorti  che hanno sottoposto alla TAC i soggetti inclusi (Diamond Princess, Corea del Sud), sono state rilevate negli asintomatici anomalie polmonari subcliniche di incerto significato che richiedono ulteriori studi.
  • A causa dell’elevato rischio di diffusione silente da parte di soggetti asintomatici, è indispensabile estenderele strategie di testing alle persone senza sintomi.

Cartabellotta: "Asintomatici rivelanti nel contagio da Sars-Cov-2"

"Le evidenze ad oggi disponibili­ - conclude Cartabellotta - dimostrano che la prevalenza dei soggetti asintomatici è un fattore rilevante nella diffusione del contagio da Sars-Cov-2. Di conseguenza in questa fase della pandemia le misure di sanità pubblica devono essere orientate sia a identificare, tracciare e isolare i soggetti asintomatici, sia a fare rispettare il distanziamento sociale e utilizzare la mascherina quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza"

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