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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lutto

È morto Gino Strada: una vita per le vite distrutte dalle guerre

Aveva 73 anni: "Nessuno se l'aspettava". Emergency ha fornito assistenza gratuita a milioni e milioni di persone. La figlia Cecilia ha appreso la notizia salvando vite nel Mediterraneo dei migranti: "E' quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre"

È morto Gino Strada, fondatore di Emergency. Aveva 73 anni. All'anagrafe Luigi, era nato a Sesto San Giovanni il 21 aprile 1948: è stato un medico, attivista e filantropo italiano, fondatore, assieme alla moglie Teresa Sarti, scomparsa nel 2009, e ad altri colleghi, dell'ONG italiana tra le più importanti e conosciute al mondo. Laureato in medicina e chirurgia nel 1978, e specializzato successivamente in chirurgia d’urgenza, Strada ha collaborato con il Comitato internazionale della Croce Rossa e con diverse realtà sanitarie nel mondo. Non sono stati resi noti dettagli sulle cause della sua scomparsa, al momento: Strada ha perso la vita in Normandia questa mattina, come confermato nel pomeriggio da Emergency.

La figlia ha appreso la notizia salvando vite nel Mediterraneo dei migranti

"Amici, come avrete visto il mio papà non c'è più. Non posso rispondere ai vostri tanti messaggi che vedo arrivare, perché sono in mezzo al mare e abbiamo appena fatto un salvataggio. Non ero con lui, ma di tutti i posti dove avrei potuto essere...beh, ero qui con la ResQ - People saving people a salvare vite. E' quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre" scrive su Facebook Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency, e a sua volta ex presidente dell'Ong. "Vi abbraccio tutti, forte, vi sono vicina, e ci sentiamo quando possiamo", conclude.

"Nessuno se l'aspettava. Siamo frastornati e addolorati. E' una perdita enorme per il mondo intero. Ha fatto di tutto per rendere migliore il mondo. Ci mancherà tantissimo". Sono le parole di una commossa Rossella Miccio, presidente di Emergency. 

Emergency, associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo, dalla sua fondazione nel 1994 ha fornito assistenza gratuita a milioni e milioni di pazienti in decine di paesi nel mondo. Ciò che Gino Strada (insieme ai tantissimi collaboratori volontari) ha costruito, fatto, insegnato nel corso della sua vita, per costruire un altro mondo possibile e necessario, resterà. Un visionario con i piedi ben saldi per terra, sempre dalla parte degli ultimi, senza mai un filo di retorica o di autocampiacimento. Un gigante schivo, un orgoglio per l'Italia tutta. L'organizzazione è intervenuta in 27 anni in 19 Paesi, costruendo ospedali, centri chirurgici, centri di riabilitazione, centri pediatrici, posti di primo soccorso, centri sanitari, ambulatori e poliambulatori, ambulatori mobili, un centro di maternità e un centro cardiochirurgico. Su sollecitazione delle autorità locali e di altre organizzazioni ha anche contribuito alla ristrutturazione e all’equipaggiamento di strutture sanitarie già esistenti.​ Il primo progetto è stato in Ruanda, dove avevano ristrutturato e riaperto il reparto di chirurgia dell’ospedale di Kigali e riattivato il reparto di ostetricia e ginecologia.

Gino Strada: il coraggio del dire e la concretezza del fare

Mattarella: "Rendo onore alla sua figura"

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione dopo aver appreso della scomparsa: "Gino Strada ha recato le ragioni della vita dove la guerra  voleva imporre violenza e morte. Ha invocato le ragioni dell’umanità dove lo scontro cancellava ogni rispetto per le persone. La sua testimonianza, resa sino alla fine della sua vita, ha contribuito ad arricchire il patrimonio comune di valori quali la solidarietà e l’altruismo, espressi, in maniera talvolta ruvida ma sempre generosa, nel servizio alla salvaguardia delle persone più deboli esposte alle conseguenze dei conflitti che insanguinano il mondo. In coerenza con la nostra Costituzione che ripudia la guerra, Gino Strada ha fatto di questa indicazione l’ispirazione delle azioni umanitarie sviluppate in Italia e all’estero, esprimendo, con coraggio, una linea alternativa allo scontro tra i popoli e al loro interno. Nell’esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia e a quanti gli sono stati vicini, rendo onore alla sua figura".

Il premier Mario Draghi ha appreso "con tristezza" della morte del fondatore di Emergency. "Gino Strada - si legge in una nota di Palazzo Chigi - ha trascorso la sua vita sempre dalla parte degli ultimi, operando con professionalità, coraggio e umanità nelle zone più difficili del mondo. L'associazione Emergency, fondata insieme alla moglie Teresa, rappresenta il suo lascito morale e professionale".

Il medico aveva pubblicato proprio questa mattina un articolo a sua firma su La Stampa sulla drammatica situazione in Afghanistan, paese che Strada conosceva molto bene e che amava ancor di più, per aver lavorato a lungo sul terreno, negli ospedali di Emergency a Kabul e non solo. E' stato una voce per gli ultimi, un combattente per la pace e contro la guerra, fino alla fine.

"Dicevamo 20 anni fa che questa guerra sarebbe stata un disastro per tutti. Oggi l’esito di quell’aggressione è sotto i nostri occhi: un fallimento da ogni punto di vista", si legge nell'articolo.

Uno degli ultimi progetti che ha seguito in prima persona è stato a Kampala, in Uganda: un centro di chirurgia pediatrica inaugurato nel pieno della pandemia di coronavirus.

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Emergency sulla copertina del New York Times Magazine, 20 maggio 2012

Le reazioni

Fra i primi a commentare la notizia della morte del fondatore di Emergency, Gino Strada, è stato Vauro. "Gino Strada se n'è andato. Ci capitava, in Afghanistan come in Iraq, come in tanti luoghi di guerra, di restare senza parole davanti all'orrore ed alla sofferenza. A volte insieme le cercavamo per denunciare il crimine che è la guerra. Dovevamo trovarle e le trovavamo. Io invece oggi non ne trovo per dire il dolore che la scomparsa di Gino mi provoca dentro. Non le trovo perché non possiamo più cercarle insieme. Addio caro Gino".

"Cordoglio per la scomparsa di Gino Strada, fondatore e anima di Emergency. Un uomo che ha fatto della propria professione una missione a favore degli ultimi, portando con generosità nei paesi più poveri e nelle zone di guerra l'eccellenza e la capacità di cura della medicina italiana". Lo ha scritto in una nota la vicepresidente di Regione Lombardia, Letizia Moratti. "Sono certa che la sua opera non verrà meno ed anzi troverà ancor più motivazioni nei tanti volontari coinvolti in quasi 30 anni di attività", ha aggiunto.

"Regione Lombardia esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia e ai cari di Gino Strada. Il suo lavoro e il suo impegno nel sociale non verranno mai dimenticati" scrive il governatore della Lombardia, Attilio Fontana.

"A giugno - ricorda il sindaco di Milano Beppe Sala - avevo celebrato il suo matrimonio con Simonetta, una cerimonia riservata come loro desideravano. Di Gino si può pensare quello che si vuole, ma è certo che ha sempre pensato prima agli altri che a se stesso. Mi e ci mancherai".

"Mentre i talebani avanzano in Afghanistan arriva la triste notizia della morte di Gino Strada. Ha fondato Emergency per curare le ferite e le vittime di tutte le guerre, ha tenuto alto il nome dell`Italia nel mondo e non si è mai tirato indietro di fronte alle difficoltà nel nostro Paese e all`estero. Un abbraccio affettuoso e commosso a Cecilia e a tutti coloro che lavorano o fanno volontariato per Emergency". Così sui social il senatore Pietro Grasso (LeU).

"Difendere l'uomo e la sua dignità sempre e dovunque. Questa la lezione più bella di Gino Strada che non dobbiamo dimenticare mai. La mia vicinanza ai suoi cari e a tutta Emergency". Lo ricorda così il ministro della Salute, Roberto Speranza.

"Da oggi l'Italia è più povera" scrive Enrico Letta.

"Con la morte di Gino Strada, l’Italia perde un uomo di valore. La diversità delle idee politiche lascia spazio al cordoglio e alla preghiera" fa sapere Matteo Salvini. 

"Gino Strada, un caro amico, un lottatore, un uomo che ha vissuto non solo per sé ma per gli altri. Consapevole che il 'bene' non è mai passivo o neutrale, che ogni vero bene è figlio del costruire giustizia". Così in una nota il presidente di Libera don Luigi Ciotti.

"Sono profondamente addolorato per la scomparsa di Gino Strada che ho conosciuto e stimato per la generosità delle sue idee e la forza delle sue azioni". E' il messaggio di cordoglio di Romano Prodi. Gino Strada, aggiunge l'ex presidente del Consiglio, "ha dedicato tutta la sua vita alla cura degli altri portando con Emergency la sua opera umanitaria nelle zone di guerra e dei conflitti perenni, aiutando e sostenendo con grande professionalità le persone più fragili e più povere. Ha sempre saputo affermare la sua contrarietà alla guerra attraverso la sua profonda umanità, unita ad una straordinaria competenza. Oggi il nostro paese perde una grande medico e un grande uomo. Sono vicino alla figlia, ai suoi collaboratori e a tutti coloro che gli hanno voluto bene".

Emanuele Russo, Presidente di Amnesty International Italia, lo ricorda così: "Gino Strada è stato un esempio di difensore dei diritti umani, un tipo di persona di cui oggi il nostro paese ha enorme bisogno. Con Emergency ha dimostrato giorno dopo giorno come sia possibile difendere l’accesso ai diritti a chiunque, senza farsi bloccare da calamità naturali o intimidire da guerre o autocrazie. Nel celebrare la sua opera celebriamo la parte migliore di noi stessi, e rinnoviamo il nostro impegno, che è stato anche il suo, a realizzare un mondo più equo e più giusto in cui i diritti siano garantiti a ogni essere umano, senza discriminazione".

"Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi". Gino Strada.

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