Giuseppe Morabito, morto dopo la prima dose di vaccino: "Aveva il Covid, non c'entra AstraZeneca"
Richiesta l'archiviazione del fascicolo. La morte del professore destò profondo cordoglio
E' stata richiesta l'archiviazione del fascicolo aperto in procura a Bologna sulla morte di Giuseppe Morabito, l'insegnante di tecnologia 61enne, vicepreside del Veggetti di Vergato, morto a marzo 2021 pochi giorni dopo il vaccino Astrazeneca.
Non sono emersi elementi per procedere nell'indagine su eventuali correlazioni tra la morte e la somministrazione del vaccino e, anzi, nelle pagine di richiesta di archiviazione si argomenta richiamando quanto già emerso nell'autopsia. In base a quanto ricostruito dai pm, che si sono avvalsi della consulenza di diversi esperti, "la persona offesa si è sottoposta a vaccinazione durante il periodo di incubazione del SARS-COV 2, ignorando di avere contratto il virus, e la malattia è inesorabilmente progredita fino al decesso".
Inoltre, si legge sempre nella richiesta di archiviazione che il giudice delle indagini preliminari dovrà poi confermare i rigettare, "le manifestazioni tromboemboliche riscontrate nel Signor Morabito sono esclusivamente attribuibili al decorso della patologia Covid 19 e che la vaccinazione con Vaxzevria ( ex AstraZeneca, con particolare riferimento nel caso specifico al codice lotto/fiale ABV2856) non ha avuto alcun ruolo causale nel determinismo delle stesse".
Morabito nei giorni precedenti il decesso aveva raccontato di stare poco bene e di essere molto debole. Il problema è stato che Morabito ha pensato che i sintomi del virus fossero una reazione al vaccino e, nonostante l’invito del medico di base – secondo l’inchiesta –, non ha ritenuto di dover fare un tampone o di approfondire il malessere. Poi la situazione peggiorò fino al decesso: il 13 marzo venne trovato senza vita nella sua camera da letto.
La morte di Giuseppe Morabito destò profondo cordoglio.