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Giovedì, 25 Aprile 2024
E oggi si balla su Speranza

Come il governo Draghi ha rischiato la crisi sul coprifuoco

L'esecutivo trova all'ultimo un'intesa che accontenta tutti. Ma per un'ora e mezza la maggioranza appare spaccata. Con Salvini che si intesta anche questa vittoria. E Meloni è pronta a rilanciare con la sfiducia di oggi a Speranza

Per un'ora di coprifuoco in più o in meno il governo Draghi ieri ha rischiato la crisi. È successo subito dopo il voto sul PNRR, ovvero quando Lega e Forza Italia non hanno partecipato al voto sull'ordine del giorno di Fratelli d'Italia sull'orario dei ristoranti. Respinto alla fine con i voti del Partito Democratico, del MoVimento 5 Stelle e di Liberi e Uguali. E oggi si vota la sfiducia al ministro della Salute Roberto Speranza. 

Come il governo Draghi ha rischiato la crisi sul coprifuoco 

Raccontano oggi i retroscena sui giornali che mentre Mario Draghi era in Senato per il dibattito sul Recovery Plan è stato raggiunto da una comunicazione di Matteo Salvini. Il leader della Lega gli chiedeva una data precisa per l'apertura dei ristoranti dalle 22 alle 23. La questione è diventata quasi subito politica e il resto della maggioranza che compone il governo si è mossa per trovare una soluzione che potesse essere accettata da tutti. E che soprattutto potesse fornire a Salvini un argomento per rispondere all'offensiva di Giorgia Meloni, che non solo dai sondaggi politici pare ormai essere l'antagonista più pericolosa per il Capitano. 

Per questo alla fine Federico D'Incà per il M5s, Dario Franceschini per il Partito Democratico e Giancarlo Giorgetti per la Lega hanno cercato e trovato una quadra che permettesse al Carroccio di piazzare una bandierina sul coprifuoco e al governo Draghi di rimanere in piedi. Ufficializzata successivamente da Salvini parlando con i cronisti fuori dal Parlamento: "Abbiamo lavorato con buon senso, dovremmo essere arrivati a una scelta comune sul coprifuoco che fino a ieri sembrava impossibile. Entro pochi minuti la Camera dovrebbe approvare un odg che impegna il governo, in base ai dati e ai vaccini, a rivedere entro maggio gli spostamenti e il coprifuoco con l'obiettivo di cancellare il coprifuoco se i dati continuano a essere buoni come sono". 

Intanto in Aula il rappresentante del governo, ovvero il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ha letto la riformulazione proposta a diversi odg presentati tra cui quello di Giorgio Silli, così come da intese nella maggioranza: "Valutare nel mese di maggio, sulla base dell'andamento del quadro epidemiologico oltre che dell'avanzamento della campagna vaccinale, l'aggiornamento delle decisioni prese" con l'ultimo decreto legge Covid sulle aperture, "anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e spostamento", ovvero l'orario del coprifuoco. Con il via libera di Silli alla proposta del governo, l'odg è stato automaticamente approvato. 

La tregua sul coprifuoco e la guerra per un'ora di apertura

Il compromesso trovato all'interno della maggioranza accontenta tutti per ovvie ragioni. Perché la Lega può dire che finalmente c'è una data per la revisione dei limiti temporali allo spostamento, il che è quanto chiedeva la Lega. Che ha già vinto sulle riaperture dal 26 aprile e con questa può vantarsi di aver fatto il bis. Dall'altra parte c'è la parte di maggioranza composta da Pd e M5s. Che invece può far notare che si tratta dello stesso accordo trovato prima del Decreto Riaperture del 22 aprile. E quindi cambia poco, se non nulla. L'ordine del giorno è stato scritto pesando attentamente i termini per tenere dentro sia gli aperturisti che i rigoristi della maggioranza. D'Incà ha sentito anche il premier Mario Draghi.

Secondo alcune fonti presenti all'incontro e riportate dall'agenzia di stampa Agi ieri sarebbero volati gli stracci, con dem e pentastellati che avrebbero sbottato: "Così non si puo' andare avanti... non potete fare come vi pare a seconda delle vostre convenienze". In pubblico le parole sono diverse e, soprattutto, piuttosto contraddittorie: "Invece di parlare di futuro, siamo bloccati a discutere di un tema su cui il governo aveva già deciso. Ma di cosa stiamo parlando? Sul coprifuoco è tutto come abbiamo sempre detto in cabina di regia: si seguono i dati e si fa un tagliando", dice la senatrice Simona Malpezzi del Partito Democratico.  "Con Forza Italia ed il centro-destra di governo c'è il cambiodipasso. Entro maggio, dove si può, cambieranno le regole del #coprifuoco", scrive invece su Twitter Antonio Tajani di Forza Italia cercando di rubare alla Lega la paternità della battaglia. E contraddicendo il resto della maggioranza. 

Cosa succede sul coprifuoco 

Che cosa è cambiato in sostanza? Molto poco. È vero infatti che il decreto legge n.52 del 22 aprile aveva sancito di fatto una proroga del divieto di spostamento dalle 22 alle 5, ma il governo aveva già fatto sapere che la misura sarebbe stata nuovamente valutata, a partire da metà maggio, basandosi sui dati epidemiologici. A seconda dell'andamento dei contagi, il coprifuoco potrebbe dunque slittare alle ore 23 o anche essere eliminato del tutto. 

In ogni caso il tema è ormai diventato terreno di scontro politico. A sbloccare l'impasse nel pomeriggio è stato lo stesso premier Draghi che ha preso nero su bianco l'impegno a rivedere la misura. L'accordo è stato trovato su un testo che era stato proposto dalla capogruppo dem Debora Serracchiani. Il presidente del consiglio avrebbe ribadito che la revisione del coprifuoco dipende dai dati, e che questo era l'accordo anche in sede di stesura del dl riaperture.

Oggi intanto si vota la mozione di sfiducia nei confronti di Speranza. Il ministro, secondo Repubblica, appare tranquillo: "Se vogliono votare contro, lo facciano. Ho il massimo rispetto del Parlamento. La mia posizione è sempre chiara e non cambia: sono ministro della Salute, difendo e tutelo la salute dei cittadini". E ancora: "Non mi faccio condizionare da Salvini. Voti come vuole, io ho una linea che posso difendere davanti al Paese e alla mia coscienza. Lui risponderà alla sua".

Draghi lo ha in ogni caso difeso più volte: "Tutti conoscono il mio lavoro e la mia linea, e sono stato riconfermato – ricorda agli stessi interlocutori - E quella linea mantengo". Ora Salvini dovrà decidere la linea della Lega. Dopo averne chiesto la testa in più occasioni. E ben sapendo che se non vota la sfiducia altri voti prenderanno il volo. 

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