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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Spostamenti tra regioni e zona gialla, arancione e rossa: cosa farà il governo Draghi dal 12 al 15 febbraio

Per decidere sulla scadenza del Dpcm e sui territori in zona rossa, arancione e gialla l'esecutivo deve giurare entro giovedì. Il calendario delle decisioni da prendere mentre tornano le zone rosse locali

Il tempo stringe. Per decidere sugli spostamenti tra regioni a partire dal 15 febbraio con la scadenza del Dpcm e sui territori in zona rossa, arancione e gialla il governo Draghi deve arrivare in tempo. E se il cronoprogramma prevede che il presidente del Consiglio incaricato sciolga la riserva mercoledì 10 febbraio salendo al Quirinale per decidere la lista dei ministri con il presidente della Repubblica, per giurare poi giovedì 11, il primo problema da risolvere sul tavolo del nuovo esecutivo sarà presente il giorno successivo. 

Spostamenti tra regioni e zona gialla, arancione e rossa: cosa farà il governo Draghi dal 12 al 15 febbraio

Venerdì 12 febbraio infatti è il giorno del nuovo report del ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità che in questi mesi è stato alla base delle ordinanze del ministro Speranza per portare le regioni in zona gialla, arancione e rossa. Venerdì scorso Speranza non ha varato nessuna ordinanza, lasciando così la Sardegna transitare da zona arancione a zona gialla semplicemente lasciando scadere il provvedimento di due settimane prima. Se il monitoraggio della situazione dell'emergenza coronavirus nei territori non porterà alla luce criticità, il nuovo ministro della Salute (a patto che abbia già giurato da Mattarella, altrimenti la decisione verrà presa da Speranza) potrebbe semplicemente non fare nulla. Ma se invece ci saranno regioni che dovranno essere spostate di zona in base ai nuovi parametri, allora dovrà essere varata una nuova ordinanza. 

Ma la data più attesa è un'altra: lunedì 15 febbraio. Quel giorno scade il divieto di "ogni spostamento tra regioni o province autonome diverse, con eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute" che è stato sancito da un decreto legge. Per rinnovarlo ci vorrà quindi uno strumento legislativo di pari grado che il governo dovrebbe varare entro quattro giorni dal momento del suo giuramento. Nulla di impossibile, ma sarà la prima prova a cui verrà sottoposto il governo Draghi. Altrimenti potrebbe scattare il famoso "liberi tutti" tanto paventato dagli esperti in questi mesi, mandando in archivio (per ora) l'autocerttificazione. Chi dovrebbe decidere? Giuseppe Conte aveva fatto sapere nei giorni scorsi che anche se in teoria il suo governo avrebbe la possibilità di farlo, non avrebbe varato un decreto legge che restringeva la libertà di circolazione dei cittadini da dimissionario. Il Corriere della Sera spiega oggi che quindi dovrà essere Draghi a muoversi e che il presidente del Consiglio ha davanti a sé due opzioni: varare comunque un nuovo provvedimento prima del voto parlamentare oppure far semplicemente decadere il precedente. In quel caso da martedì 16 non ci sarà più alcuna restrizione. 

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Il calendario delle decisioni e il possibile nuovo Dpcm

Il quotidiano redige anche il calendario delle decisioni che aspettano il governo Draghi sull'emergenza coronavirus, "pronosticando" anche l'arrivo di un nuovo Dpcm e quindi considerando la possibilità che il nuovo esecutivo si muova sullo stesso solco legislativo di quello precedente, ovvero attraverso il sistema dei decreti legge, dei Dpcm e delle ordinanze del ministero della Salute. Il calendario prevede: 

  • il 12 febbraio l'arrivo del nuovo monitoraggio dell'Iss sui parametri che portano le regioni in zona gialla, arancione e rossa;
  • il 12 o il 13 febbraio l'ordinanza del (nuovo?) ministro della Salute; 
  • il 15 febbraio la riapertura degli impianti di sci (salvo nuova proroga del divieto);
  • il 15 febbraio la scadenza del divieto di spostamento tra regioni; 
  • tra il 22 e il 28 febbraio l'avvio del confronto con le regioni sul nuovo Dpcm;
  • il 5 marzo la scadenza del Dpcm  che dispone il coprifuoco dalle 22 alle 5, la chiusura serale di bar e ristoranti, palestre e piscine, cinema e teatro, che dovrà quindi essere rinnovato.

Secondo il Corriere l'esame delle misure del nuovo Dpcm che modulerà le regole dopo il 5 marzo toccherà certamente al nuovo governo, che dovrà quindi decidere se proseguire con la linea dura oppure aprire una fase di progressive riaperture: "Le associazioni di categoria premono: i ristorati vogliono il via libera serale nelle regioni gialle eapranzo in quelle arancioni, i gestori di palestre e piscine chiedono di poter tornare a lavorare, quelli di cinema e teatri invocano di poter alzare il sipario. Un confronto che si preannuncia tutt’altro che semplice". A proposito della possibile riapertura dei confini tra le regioni il 15 febbraio, il Messaggero scrive che l’Istituto superiore di sanità ha invitato tutti a un supplemento di prudenza: "Non ce lo possiamo permettere", è la tesi del Comitato tecnico scientifico  perché la caratteristica della diffusione delle varianti è che spesso cominciano a circolare sottotraccia, per poi fare esplodere i numeri dei contagi e dei ricoveri all’improvviso. Una proposta che è circolata nelle ultime ore, racconta il quotidiano, è quella di prevedere una fascia superiore a quella gialla ma inferiore a quella arancione quando l’incidenza dei nuovi casi su base settimanale risulti maggiore di 250 ogni 100mila abitanti. I governatori però si sono opposti.

La zona gialla da lunedì 8 febbraio

Da oggi, lunedì 8 febbraio, la Sardegna torna in giallo, con la possibilità per una serie di attivita' commerciali, in particolare bar e ristoranti, di riaprire i battenti anche se con l'orario di chiusura confermato alle 18. Ecco la nuova mappa dell'Italia:

  • zona gialla: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Toscana, Valle d'Aosta, Veneto.
  • zona arancione: Provincia Autonoma di Bolzano, Puglia, Sicilia, Umbria.
  • zona rossa: nessuna regione.
  • zona bianca: nessuna regione. 

 Preoccupano, però, le varianti Covid ed anche gli assembramenti, registrati nelle ultime ore soprattutto nei luoghi di ritrovo e dello shopping delle grandi città (anche ieri a Roma e in altri centri alcune zone sono state chiuse a causa dell'alto numero di persone presenti). E proprio le varianti e i nuovi contagi causati soprattutto da assembramenti hanno portato diversi amministratori ad una serie di provvedimenti in vigore da oggi. In Alto Adige il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, ha confermato che da lunedì 8 a domenica 28 febbraio sarà attuato il regime di lockdown duro. Oltre a bar e ristoranti, già chiusi, da lunedì serrande abbassate anche per i negozi al dettaglio, non sarà possibile la mobilità tra Comuni se non per motivi di lavoro e salute, e la scuola superiore di secondo grado sarà al 100% a distanza. Prima infanzia e asili resteranno aperti mentre scuole elementari e medie chiuderanno dal 10 febbraio per poi riaprire in presenza il giorno 22. Dal 13 al 21 febbraio in Alto Adige le scuole saranno chiuse per le tradizionali vacanze di Carnevale.

Fioccano le multe per trasgressioni di sabato. A Roma il bilancio dei carabinieri e di 40 multati ed un arrestato, quello della polizia locali è di oltre 60 persone sanzionate per assembramenti, consumo irregolare di alcolici su strada o per il mancato uso della mascherina. Interrotta anche una festa clandestina in un 'B&B' nel quartiere Prati: 15 i giovani presenti, di seimila euro la sanzione complessiva. La sindaca Virginia Raggi ha spiegato che sono stati potenziati i controlli ed ha esortato a mantenere il distanziamento ed a indossare la mascherina. A Milano due feste private sono finite nel mirino della polizia con ben 42 persone multate complessivamente. A Napoli un centinaio i multati nelle zone della movida. Molte le contestazioni per mancanza di mascherina e per violazione del coprifuoco. A Venezia il capo della Polizia municipale annuncia un inasprimento delle misure nelle aree affollate per gli aperitivi. "L'asporto - spiega - non deve diventare motivo di assembramento". A Firenze oltre 80 i multati, mentre sono stati chiusi 4 esercizi commerciali. Ed il Codacons 'minaccia' i sindaci: istituiscano il numero chiuso nelle piazze e nelle strade dello shopping o scatterà una denuncia per concorso in epidemia.

Le zone rosse locali

Intanto da oggi e ''e fino al 21 febbraio'' nel territorio di tutti i ''comuni della Provincia di Perugia'' e nei comuni di Amelia, Attigliano, Calvi dell'Umbria, Lugnano in Teverina, Montegabbione e San Venanzo della Provincia di Terni, ''si applicano le disposizioni relative alla zona rossa. È quanto prevede un'ordinanza della Regione Umbria firmata ieri. ''Alla luce dell'aumento del numero di casi Covid in alcuni territori umbri, nonché l'accertata circolazione nel territorio regionale di due varianti del virus - si legge in una nota della Regione - la Sanità umbra, sentito il parere del Comitato tecnico scientifico regionale e nazionale e seguendo anche le indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità previste per questa tipologia di casi, ha delineato i provvedimenti inseriti, a seguito dell'interlocuzione con il ministro della Salute, in un'ordinanza che prevede da domani e fino a domenica 21 febbraio le misure restrittive per la Fascia rossa, che riguarderanno tutti i Comuni della provincia di Perugia nonché Amelia, Attigliano, Calvi dell'Umbria, Lugnano in Teverina, Montegabbione, San Venanzo in provincia di Terni''. 

''Per tutto il restante territorio regionale rimangono in vigore i provvedimenti previsti dal Dpcm del 14 gennaio per la Fascia Arancione già vigenti, ai quali si aggiungono due provvedimenti in ambito sportivo'', prosegue la Regione. ''L'ordinanza - spiega la Regione Umbria - oltre alle norme Dpcm della Fascia Rossa, prevede che nei comuni sopra specificati saranno sospesi tutti i servizi socioeducativi per la prima infanzia, fino a 36 mesi di età, pubblici e privati e i servizi educativi delle scuole dell'infanzia, statali e paritarie, mentre le classi delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, statali e paritarie, svolgeranno esclusivamente le lezioni con modalità a distanza (dad). Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l'uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l'effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali''. ''Negli stessi comuni è disposto il divieto di consumazione di alimenti e bevande all'aperto nei luoghi pubblici ed aperti al pubblico, per l'intera giornata; il divieto di distribuzione di alimenti e bevande, mediante sistemi automatici (distributori automatici), che affacciano nelle pubbliche vie per l'intera giornata; il divieto di svolgimento delle attività sportive e ludiche di gruppo, nei parchi ed aree verdi, nonché il divieto di utilizzo delle aree gioco dei medesimi'', continua.

''Inoltre per le stesse zone - precisa la nota della Regione - non valgono le disposizioni dell'Ordinanza del 22 gennaio 2021 numero 7 di cui all'articolo 1, commi 3 e 4, ed agli articoli 4 e 5, in merito all'attività svolta dalle associazioni e circoli ricreativi e culturali. Infine, non sono consentite le attività venatorie''. Per tutto il territorio regionale, invece, sono sospese le attività di gare e competizioni riconosciute di interesse regionale, provinciale o locale dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni), dal Comitato Italiano Paralimpico (Cip) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, in relazione agli sport di squadra e di contatto nonché lo svolgimento degli allenamenti e preparazione atletica anche in forma individuale sia al chiuso che in spazi aperti, per gli atleti che militano nelle società e nelle associazioni dilettantistiche ed amatoriali degli sport di squadra e di contatto (nelle zone a maggiore restrizione, i comuni dunque sopra indicati, sono vietati allenamenti e preparazione anche per gli sport le cui attività di gare e competizioni siano temporaneamente sospese in base ai provvedimenti e disposizioni delle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva). Il provvedimento sarà suscettibile di modificazioni in ragione dell'eventuale mutamento delle condizioni epidemiologiche.

Anche ventisette comuni del Basso Molise andranno in zona rossa: lo ha deciso il presidente della Regione Donato Toma con una ordinanza su indicazione dell'Asrem. La decisione è stata presa dopo che nei giorni scorsi altri piccoli comuni della zona erano già finiti in regime ristretto. L'ambito è quello del distretto sanitario di Termoli. Sono i numeri a preoccupare in Molise, non si interrompe infatti la catena dei decessi riconducibili al Covid-19. Nelle ultime 24 ore si sono registrate altre 5 vittime, 293 in totale dall'inizio dell'emergenza, 84 nuovi contagi, in leggera diminuzione rispetto a ieri (91), a fronte di 631 tamponi refertati, ieri 692, 31 guariti, 7 ricoveri nel reparto di malattie infettive dell'ospedale Cardarelli di Campobasso. Si apprende dal report diffuso in serata dall'Azienda sanitaria regionale (Asrem). Tra i nuovi contagi, si registrano 14 a Campomarino (Campobasso) e 17 a Termoli (Campobasso). Il totale dei ricoverati in malattie infettive è 71, due in più rispetto a ieri, 11 in terapia intensiva (invariato), quello degli attualmente positivi in regione è 1.408, gli asintomatici a domicilio 1.322, mentre il totale dei soggetti in isolamento è 1.561, 2.753 le visite domiciliari attualmente effettuate dalle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca).

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