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Martedì, 16 Aprile 2024
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Green Pass, fino a quando e dove sarà obbligatorio: cosa succede dopo il 31 marzo

Cosa accadrà dopo la fine dello stato di emergenza? L'obbligo vaccinale sarà prorogato dopo il 15 giugno 2022? Tra certezze e ipotesi, cosa dobbiamo aspettarci sul fronte del certificato verde. Si inizia a parlare delle regole per l'estate

Tra certezze e ipotesi, l'obbligo vaccinale (in vigore in Italia per gli over 50 e per molte categorie di lavoratori) e il Green Pass per accedere a numerose attività nella vita quotidiana, saranno mantenuti ancora a lungo? Non è in vista al momento la loro fine in concomitanza con la fine dello stato di emergenza il 31 marzo 2022. Il 15 giugno decadrà l’obbligo vaccinale per gli over 50 e per le diverse categorie di lavoratori e lavoratrici del comparto pubblico. L'uso del pass, che resterà necessario, sia nella sua forma base che nella forma rafforzata, per ora è ancora a tempo indefinito.

A dettare la linea è stato il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, tra i più ascoltati anche in seno al governo Draghi. Sull'obbligo vaccinale per gli over 50, "per quel che mi riguarda sì, lo manterrei anche dopo giugno, non vedo la ratio di toglierlo. Allo stesso modo manterrei la premialità associata al Green Pass: ha senso che resti anche oltre quella data. L'esperto nei giorni scorsi ha rilasciato due interviste ai due principali quotidiani italiani in cui ha fatto il punto sulla situazione in Italia. Tutti gli indicatori, "dall'incidenza cumulativa a sette giorni ogni 100 mila abitanti all'indice Rt, fino al numero di posti occupati nelle strutture ospedaliere o nelle terapie intensive, mostrano chiaramente che stiamo uscendo dalla fase più critica e ora va gestita tutta la fase di riapertura" ha evidenziato il coordinatore del Cts. "La progressività con adeguata pianificazione che ha improntato anche recentemente le scelte del governo - ha sottolineato Locatelli - offre le migliori garanzie".

Il nodo dell'obbligo vaccinale fino al 15 giugno

Intanto la discesa dei casi è iniziata. In 21 giorni il calo è del 43%. "Nei numeri c’è una tendenza nuova - ha detto il ministro alla Salute Roberto Speranza - Stiamo riuscendo a piegare la curva epidemica senza restrizioni e senza misure particolarmente invasive: il Green pass è stato un passo in questa restrizione". Se tutto procederà senza sorprese, a metà marzo i nuovi positivi saranno meno di 10 mila al giorno, secondo i calcoli di Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Università di Milano.

Con la fine dello stato di emergenza potrebbero dunque essere riviste molte delle misure varate nei mesi scorsi (obbligo vaccinale e green pass rafforzato), la cui scadenza scavallerebbe il 31 marzo. C'è un primo nodo da sciogliere: con lo stop allo stato di emergenza è possibile tenere in vita l'obbligo vaccinale per gli over 50 fino al 15 giugno? C'è chi in queste ore sta avanzando dubbi giuridici. Perché con la fine dell'emergenza verrebbe meno il presupposto giuridico per imporre l'obbligo della vaccinazione. L'obbligo per gli over 50 entra in vigore il 15 febbraio: chi non è in regola rischia la multa da 100 euro, la sospensione dal lavoro senza retribuzione e una sanzione ulteriore se obbligato al vaccino sul luogo di lavoro. Anche i mancati controlli sono sanzionati. 

Dal 15 febbraio i lavoratori e le lavoratrici con più di 50 anni, sia del settore pubblico che del privato, dovranno avere il green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro. Dovranno quindi essere in possesso di un certificato che dimostri l’avvenuta vaccinazione o la guarigione da Covid-19, mentre il green pass base ottenuto con il tampone non sarà più riconosciuto. L'obbligo resterà fino al 15 giugno 2022: 75 giorni dopo la fine dello stato di emergenza. È possibile? Il quesito è stato oggetto di una valutazione da parte dell'Avvocatura dello Stato e dell'ufficio legislativo di Palazzo Chigi. 

Dalle anticipazioni di stampa pare che sia ampiamente possibile per una ragione: l'obbligo ha una data di scadenza (il 15 giugno). Qualora non fosse stato inserito un termine  finale (per la fine dell'obbligo vaccinale) allora sarebbe stato collegato alla permanenza dello stato di emergenza. Ma in fondo non avrebbe senso cancellare una misura (l'obbligo vaccinale per gli over 50) appena 45 giorni dopo l'entrata in vigore (15 febbraio). Ci sono voci nel governo che consigliano di non prorogare l'obbligo vaccinale per gli over 50 oltre il 15 giugno, Locatelli la pensa diversamente. Staremo a vedere.

Green Pass fino a quando?

Quello del Green Pass è un enorme punto di domanda, e non marginale. Fino a quando "servirà"? Per alcune attività o semplicemente per entrare in determinati luoghi chiusi servirà per tutto il 2022 anche quando, con l'arrivo della bella stagione, il Covid tornerà ad avere come nelle estati passate numeri bassi e imparagonabilo rispetto alle ondate autunalli e invermali? E' destinato a rimanere in qualche forma a prescindere dai numeri dell'epidemia? Fabio Ciciliano, medico ed esponente del Cts, spiegava di recente che è ora di cambiare le regole anche se con cautela. Il Green Pass "diventerà sempre più residuale con l'incremento delle vaccinazioni e la riduzione dell'impatto del virus sul sistema sanitario. E alla fine della primavera si può pensare di toglierlo definitivamente".

Non è chiaro se sia solo un auspicio o una proposta concreta che gli esperti metteranno sul tavolo di Draghi prima della fine dello stato di emergenza il 31 marzo. A oggi, è da rimarcare che la fine dello stato di emergenza non implica per forza di cose la fine del Green Pass. Le due cose non sono collegate. Massima trasparenza nel percorso decisionale e nella condivisione dei parametri che porteranno al superamente del certificato verde: la richiesta prende piede, da più parti, ed è sacrosanta. 

Visto che il virus Sars-CoV-2 continuerà a circolare per anni e anni, non si tratta di domande balzane. Il Green Pass sarà sospeso a un certo punto nel corso del 2022, lasciando aperta la porta a una sua reintroduzione il prossimo autunno? Oppure resterà in vigore sempre, senza discontinuità, ma riducendo al minimo le occasioni in cui viene richiesto? Sono domande intorno alle quali il Parlamento dovrebbe iniziare a discutere per tempo, non si tratta di scelte da prendere a stretto giro di posta ma in concomitanza con la fine dello stato di emergenza, tra 50 giorni o poco più, sarebbe logico fornire risposte chiare e di prospettiva. Se chiedere oggi come oggi al governo una data precisa per quando finirà l'obbligo di Green Pass è poco sensato, non lo è invece chiedere quando la situazione epidemiologica verrà considerata sotto controllo, quali sono le soglie, i parametri, visto che l'eradicazione del virus non è mai stata una possibilità, non avendo l'Italia mai più adottato dal maggio 2020 in poi la strategia "cinese" zero Covid, con città di milioni di abitanti in lockdown totale dopo la scoperta di una manciata di casi.

Il superamento sarà probabilmente graduale. In caso di dati epidemiologici incoraggianti, un abbandono con gradualità del Green Pass è probabile o no al termine della stagione invernale? O in alcuni luoghi la certificazione verde resterà "per sempre"? Green Pass e stato di emergenza viaggiano su rette parallele, che non si incrociano. L'obbligo di Green Pass potrebbe essere prorogato anche oltre il 31 marzo con decreti e norme ad hoc. C'è tempo per valutare la praticabilità giuridica di uno strumento che limita le libertà senza l'ombrello giuridico di uno stato eccezionale. La normativa sul Green Pass probabilmente non finirà tutta insieme nel dimenticatoio. Uno Stato deve però programmare i criteri che indicano l'uscita dallo stato emergenziale dopo oltre due anni di pandemia. Ciò non vorrebbe affatto dire che "si esce" dall'epidemia dall'oggi al domani, ma che c'è stata quantomeno una vera discussione sui criteri. Il Cts è "in scadenza" a fine marzo 2021, con la fine dello stato di emergenza potrebbe non essere confermato. Una decisione sul Green Pass da quella data in poi dovrà prenderla il governo, ma consigliato da chi? Prima di fine marzo, sarebbe bene che il parlamento trovasse il tempo di discuterne ampiamente.

Green Pass per l'estate 2022

L'idea che circola è quella di confermare l'obbligo per tutta l'estate, ma in una versione light, meno restrittiva. Si ipotizza la conferma solo dell'obbligo del green pass base, eliminando quello "super", da vaccino, e limitarlo a un elenco di luoghi e attività al chiuso. Al momento sono solo ipotesi sul tavolo del governo. Iniziano a fare capolino sui quotidiani e lo faranno con frequenza sempre maggiore nei prossimi mesi.

Se la linea su cui punterà l’esecutivo è quella di lasciare alcune restrizioni per i non vaccinati, la proroga del certificato verde è nello stato delle cose. Almeno fino all’estate. Ma le parole di Locatelli gettano ombre anche sul prossimo autunno.Qualcuno ipotizza che a ottobre ci saranno di nuovo problemi. Cosa ne pensa? "L'incognita - ha detto a Repubblica - è legata al fatto che nei mesi autunnali e invernali i virus respiratori circolano di più. Inoltre non sappiamo quanto dura la protezione della dose booster, perché mancano dati. Infine c'è la variabile incontrollabile legata all'arrivo di nuove varianti. Detto questo, non darei per scontato il teorema secondo il quale siamo tranquilli fino a settembre e poi da ottobre e novembre non dobbiamo preoccuparci di nuovo. Che accada è tutto da dimostrare".

"La prossima primavera avremo una notevole diminuzione dei casi positivi, ma dobbiamo continuare a essere prudenti", avverte Walter Ricciardi, consulente del ministro della. Secondo lui bisognerà mantenere il Green pass per tutte l'estate. "A febbraio - osserva - vedremo una diminuzione dei casi positivi, a marzo ci sarà un appiattimento. La primavera sarà ottima e così l'estate, ma non possiamo fare a meno delle regole della certificazione verde, altrimenti rischiamo una risalita. Questo sarà l'anno decisivo, possiamo uscirne, ma serve ancora prudenza".

 "Se il suo obiettivo era quello di far vaccinare la popolazione, probabilmente entro la fine di marzo dovremmo raggiungere l'immunità di sicurezza, con oltre il 95% degli italiani vaccinati - assicura Matteo Bassetti del San Martino di Genova -  Forse varrebbe la pena lasciarlo per chi deve prendere un aereo o un treno di lunga percorrenza, ma per gli altri usi se ne potrebbe fare a meno".

Tutto è possibile, anche che dopo il 31 marzo ci sarà davvero un superamento vero del Green Pass. Agostino Miozzo, coordinatore del Cts durante la fase più difficile del Covid, alla Stampa oggi dice: "Sono sempre stato un fautore degli obblighi vaccinali. Non è stato possibile introdurli per tante ragioni. Il Green Pass e le regole decise del governo sono utili per incentivare il percorso vaccinale e vanno considerate come il libretto giallo delle vaccinazioni che in passato bisognava avere insieme con il passaporto quando si andava all'estero. Lo si portava senza porsi troppi problemi sulle libertà individuali".Il certificato per accedere nei ristoranti, nei bar e in altri luoghi "è una scelta che ci ha aiutato a uscire dalla pandemia, mi sembra giusto mantenerla almeno fino al 31 marzo, scadenza dello stato di emergenza. A quel punto - dice Miozzo -  il governo valuterà sulla base di diversi parametri se sarà il caso di mantenere in vigore gli obblighi di Green Pass. Ricordiamo però che a differenza di altri Paesi l'Italia ha avuto un approccio prudente di tutela della salute dei cittadini. Credo che sia giusto continuare così, non dobbiamo diventare all'improvviso inglesi".

Il governo Draghi, in piena campagna elettorale, sarà spinto da alcuni dei partiti che lo sostengono a mettere definitivamente in soffitta il pass verde? O meglio, il Green Pass sarà al centro della campagna elettorale verso le politiche 2023? C'è chi ci scommette. Anzi, sta già succedendo.  "I contagi stanno diminuendo e - da quello che ci dicono i medici - il virus è in fase endemica. Se il trend continuasse ad essere questo come tutti ci auguriamo bisognerebbe seriamente valutare l'opportunità di archiviare la stagione del green pass, in concomitanza con la fine dello stato d'emergenza. La strada è quella dell'allentamento delle restrizioni, per forza". Così in una intervista a Libero il capogruppo della Lega in Senato, Massimiliano Romeo. La partita politica sulla durata del Green Pass è solo all'inizio.

Certificato COVID digitale dell'UE fino al 2023

La Commissione Europea ha intanto approvato la scorsa settimana la proposta di estendere di un anno il certificato Covid digitale Ue, fino al 30 giugno 2023. Il pass continua a essere una misura che la commissione definisce "eccezionale" e che mira a facilitare gli spostamenti, "ma il Sars-CoV-2 continua a circolare in Europa e "non è possibile determinare ora l'impatto di un possibile aumento dei contagi nella seconda metà dell'anno". Il regolamento che istituisce il Pass, entrato in vigore il primo luglio 2021, aveva durata limitata ad un anno, prorogabile. Cosa diversa è la durata di validità del certificato, che è stata fissata qualche giorno fa a 270 giorni dopo il completamento del primo ciclo vaccinale (è illimitata, per ora, dopo la terza dose). Un'altra cosa ancora sono la validità e l'uso del Pass a fini interni, che gli Stati possono decidere in autonomia, come ha fatto l'Italia: il regolamento Ue mira solo a facilitare gli spostamenti all'interno dell'Unione europea.
 

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