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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'allarme

Green pass, la protesta dei farmacisti: "Non siamo stamperie"

L'allarme lanciato da Federfarma: ''Stampiamo certificazioni all'impazzata: anche 100-120 al giorno. È tempo toto a chi sta male''

Ormai è ufficialmente scoppiata in Italia la ''febbre'' de Green Pass, a maggior ragione dopo il nuovo Decreto varato dal Governo che ne impone l'utilizzo non solo per i viaggi all'estero e per la partecipazione a cerimonie ed eventi pubblici, come inizialmente previsto, ma anche per sedersi all'interno di bar e ristoranti e praticare gli sport al coperto, oltre che per molte altre attività legate al tempo libero. 

La protesta dei farmacisti: ''Non siamo stamperie''

Un boom di richieste che ha colto di sorpresa le farmacie, letteralmente prese d'assalto anche soltanto per stampare la certificazione verde che diventerà obbligatoria per alcune attività dal prossimo 6 agosto. Una situazione ''spiacevole'' come il presidente di Federfarma Marco Cossolo: 'In queste ore molte persone, soprattutto anziane, si rivolgono alle 19mila farmacie diffuse capillarmente sul territorio per stampare il Green pass: non hanno il computer o hanno poca dimestichezza con i mezzi informatici, spesso sono sole e per questo entrano con fiducia in farmacia, dove siamo pronti ad accoglierle e a soddisfare anche questa necessità''.

''Vogliamo ringraziare le farmacie ed i farmacisti per l'impegno profuso fin dall'inizio della pandemia - aggiunge Marco Cossolo - Le farmacie sono state sempre aperte per informare ed orientare i cittadini, hanno ampliato la gamma dei servizi offerti, confermando il proprio ruolo di presidio sanitario di prossimità, parte integrante della rete di assistenza territoriale nazionale. Continueremo a collaborare con le Istituzioni per avvicinare sempre più il Servizio sanitario nazionale ai cittadini''.

''Ci stiamo rapidamente adoperando per venire incontro alle esigenze dei cittadini anche per quanto riguarda questo aspetto complementare di un servizio fondamentale per contrastare la diffusione del coronavirus. Ci apprestiamo a gestire un flusso di persone, che sicuramente supererà la soglia media dei 4 milioni di cittadini che quotidianamente frequentano le nostre farmacie", sottolinea il segretario nazionale di Federfarma Roberto Tobia.

"Si tratta di un'operazione - sottolinea - che va ad aggiungersi alle attività, già numerose, svolte quotidianamente dalla farmacia in quanto servizio sanitario di prossimità territoriale. Per questo chiediamo di avere pazienza qualora dovesse verificarsi qualche rallentamento. Sono convinto che, grazie alla collaborazione tra farmacista e cittadino, riusciremo a gestire al meglio anche questa fase emergenziale'', conclude.

Un problema denunciato anche da Andrea Cicconetti, presidente di Federfarma Roma. "Ormai stampiamo Green pass all'impazzata. Alcune persone vengono con tessere sanitarie di tutta la famiglia e chiedono anche più copie. Ci siamo ridotti a copisteria, pur non essendolo".

"Secondo me c'è un grosso problema – ha sottolineato Cicconetti - Un conto è stampare 10 Green pass al giorno e un conto è che ne stampi 100-120. Siamo arrivati a stampare green pass per intere famiglie - prosegue - Tutto questo ha un costo sia in termini economici sia di tempo che viene sottratto a persone che stanno male e sono in fila per prendere medicine o magari per l'ossigeno".  

''Un impegno enorme scaricato sulle farmacie''

Il problema era stato sollevato nei giorni scorsi anche da Andrea Bellon, presidente di Federfarma Veneto: "In teoria il nostro ruolo doveva essere di supporto, invece i cittadini si stanno rivolgendo quasi esclusivamente alle farmacie, non trovando risposta presso gli altri soggetti che dovrebbero svolgere lo stesso servizio. Infatti, secondo il Dpcm del 17 giugno 2021, qualora il cittadino non sia in grado o non voglia acquisire autonomamente la "certificazione verde" (tramite gli strumenti digitali), può richiederla sì alle farmacie, ma anche ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e ai servizi preposti delle aziende sanitarie''. 

''Spesso però con i vari soggetti indicati nel Dpcm si verificano disguidi di varia natura – ha aggiunto Bellon -, oppure demandano in blocco questa attività alle farmacie, che in questo momento sono le uniche che di fatto stanno rispondendo ai cittadini, erogando il servizio. Questo da una parte ci onora, perché conferma che quando parliamo delle farmacie come di un presidio territoriale del sistema sanitario non si tratta di uno slogan, ma di un dato di fatto, dall'altra parte però il fenomeno sta assumendo dimensioni che ci preoccupano, perché rende difficile svolgere le attività ordinarie delle farmacie che rispondono ai bisogni di salute dei cittadini". 

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