rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Tema caldo

Green pass, alla ricerca della ricetta italiana: "Situazione ancora gestibile, ma non bisogna tergiversare"

Il governo dovrà valutare l'utilizzo del Green pass "ma senza copiare modelli stranieri" assicura Gelmini. L'idea di un certificato obbligatorio per accedere a molte differenti attività, anche ristoranti e bar, preoccupa i rappresentanti dei pubblici esercizi. Toti: "E' meglio il green pass o le chiusure?". Crisanti: "Va bene se non crea disuguaglianze". Il fisico Battiston: "Per tutto luglio ci manterremo sotto i 10 mila casi al giorno"

L'Italia punterebbe a una via nostrana all'uso ampio del green pass, non così estesa come in Francia. Una via tutta da definire. Sono forti le pressioni sulla ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, che ascolta le richieste e le pressioni dei presidenti di Regione. "Su questo non inseguiamo modelli stranieri ma certamente il governo valuterà di estendere l'utilizzo del Green pass ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni", ha spiegato l'azzurra. "Stiamo risolvendo l'emergenza sanitaria, rimane l'emergenza economica molto forte. L'Italia non deve più chiudere, dobbiamo proseguire con il mantenimento di quelle riaperture che sono il frutto di un grande lavoro e quindi sicuramente il governo dovrà valutare l'utilizzo del Green pass ma senza copiare modelli stranieri" ha aggiunto Gelmini a margine di un incontro al Parlamento Ue a Bruxelles. "Certamente il governo Draghi e l'Italia saranno in grado di trovare una via italiana", ha aggiunto.

L'idea di un green pass obbligatorio per accedere a molte differenti attività, anche ristoranti e bar, preoccupa i rappresentanti dei pubblici esercizi. Temono due cose: l'impossibilità di fare controlli e il rischio fuga di clienti. Trovare una quadra non sarà facile. Deve essere una misura che tenga in conto ripresa della tenuta socio-economico (nel pieno della stagione turistica) e contenimento dei contagi.

Il green pass sul modello francese per Andrea Crisanti "va bene se non crea disuguaglianze. Ad esempio c'è un problema con il rilascio dei certificati. Chi non ha lo smartphone o il pc come fa? Deve funzionare anche quello cartaceo. E poi bisogna velocizzare l'accesso ai vaccini altrimenti alcuni saranno penalizzati da un sistema come quello francese", avverte il virologo. Ma, "se si vuole dare spazio e possibilità di operare al settore turistico allora va bene rivedere i parametri come dicono alcune Regioni, se invece si vuole contenere il contagio per evitare di ritrovarci come l'autunno scorso allora servono criteri più restrittivi", conclude Crisanti.

"E' meglio il green pass o le chiusure?"

"E' meglio il green pass o le chiusure? Chi è contrario oggi poi non pianga sul latte versato se ci faranno chiudere per aumento dei contagi". Lo scrive sulla sua pagina Facebook il governatore della Liguria Giovanni Toti. "La situazione è questa - scrive Toti -: i contagi aumentano ovunque e, verosimilmente, cresceranno ancora. Ma se i contagiati non saranno tanto gravi da andare in ospedale, tutto sommato possiamo reggere anche tenendo aperto tutto. Ora, chi è che non va in ospedale anche se prende il Covid? Semplice: i vaccinati! Dei nuovi ricoverati in Liguria, compresa variante Delta, la maggior parte - fa sapere Toti - non era vaccinata o aveva una sola dose. Nessuna persona che abbia completato il ciclo sta arrivando negli ospedali. Dunque, vaccinarsi è indispensabile. E chiedo a commercianti, ristoratori, baristi, gestori di discoteche, organizzatori di eventi e spettacoli e molto altro: è meglio fare uno sforzo e controllare in certe situazioni il green pass oppure richiudere di nuovo le attività se cresceranno i ricoveri a causa dei non vaccinati? Lo dico ora perché chi oggi si oppone a un uso estensivo del green pass non venga a piangere lacrime di coccodrillo se dovremo ricorrere di nuovo alle chiusure!", conclude il presidente Toti.

C'è chi, come Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, propone che il green pass valga per "discoteche, aerei, treni'', ma non per i ristoranti. 

Sintetizza la posizione della Lega Luca Zaia, presidente del Veneto: è una questione "delicata" che deve essere valutata dal Cts. "Noi - ha aggiunto il governatore - siamo stati bacchettati dal garante per il Green pass negli ospedali. Nel momento in cui introduci una misura del genere devi garantire a tutti i vaccini, e non mi sembra ci sia questa disponibilità. La decisione di Macron è estrema ma il vaccinato deve avere dei diritti", ha concluso. Salvini è contrario al green pass esteso come in Francia.

"Ben vengano tutte le soluzioni utili a far ripartire l'Italia in sicurezza e in modo definitivo: valutiamo con attenzione e cautela, ma estendere l'uso del green pass potrebbe essere decisivo per garantire una piena ripresa economica e un completo ritorno alla vita sociale. Basta con la pericolosa demagogia della destra che parla a sproposito di dittatura sanitaria. Aiutiamo l'Italia a rialzarsi evitando il rischio di nuove esplosioni di contagi e di nuove eventuali chiusure, che sarebbero drammatiche e insostenibili per il nostro Paese" dice Piero De Luca, vicepresidente del gruppo dei deputati del Pd.

"Sì al green pass, strumento necessario"

"Sì al green pass, strumento necessario per frenare la crescita dei nuovi contagi. Ma occorre utilizzarlo subito, prima che sia troppo tardi": lo afferma Roberto Battiston, professore di fisica sperimentale a Trento, in un'intervista al Corriere della Sera. "Ci troviamo ancora in una situazione gestibile, quindi non bisogna tergiversare. Per tutto luglio ci manterremo sotto i 10 mila casi al giorno. Se non cambia qualcosa ad agosto saranno il doppio", anche se "l'attività di vaccinazione attenuerà l'ondata e la stagione estiva gioca la sua parte sfavorendo la diffusione del virus all'aperto".

Tuttavia, stando ai numeri "fino a due giorni fa il totale dei guariti era superiore a quello dei nuovi infetti. Ora c'è una chiara inversione" e la carta verde obbligatoria per entrare nei luoghi pubblici potrebbe essere "uno strumento efficace e ragionevole che convincerebbe tante persone esitanti o che hanno paura a immunizzarsi col rischio di non poter più muoversi di casa. Ci sono maniere più forti, come l'obbligo. Il pass è il più adatto perché è a tutela dell'individuo. Il messaggio è: noi ti vogliamo proteggere dal rischio di contagio e, in un certo senso, se rifiuti la doppia dose ti isoliamo dalla società, ti racchiudiamo in una sorta di micro zona rossa nel tuo esclusivo interesse».

"La crescita è già esponenziale solo che per ora non mette paura in quanto parliamo di piccoli numeri. Se però i casi giornalieri sono a tre zeri ci vuole un niente per precipitare. L'attività di tracciamento dei casi e l'identificazione dei focolai diventa impossibile, gli ospedali si riempiono, il sistema può scoppiare. Preveniamo", conclude l'esperto.

Più netta la posizione di Walter Ricciardi, ordinario di Igiene generale e applicata all'Università Cattolica e consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto ad 'Agorà estate', su Rai Tre: il Green pass 'all'italiana', dopo una sola dose "Va messo in archivio". La certificazione "può essere esclusivamente dopo le due dosi. Ma su questo ormai c'è un accordo di tutti". Sul tema "credo si stia procedendo. Non sono addentro al meccanismo decisionale a livello di Governo, però so che stanno andando in quella direzione".

Se il green pass maschera un obbligo vaccinale

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Green pass, alla ricerca della ricetta italiana: "Situazione ancora gestibile, ma non bisogna tergiversare"

Today è in caricamento