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Sabato, 20 Aprile 2024
Nuove regole

Cosa succede se non ho il Green Pass al lavoro?

Il ministro Orlando chiarisce: "Non ci può essere il licenziamento per chi decide di non usare il green pass", obbligatorio per lavoratori pubblici e privati dal 15 ottobre. Quando scatta lo stop allo stipendio?

"Non ci può essere il licenziamento per chi decide di non usare il green pass", obbligatorio per lavoratori pubblici e privati secondo il decreto varato dal governo. Lo chiarisce Andrea Orlando, ministro del Lavoro. "Le sanzioni legate al mancato utilizzo del green pass" obbligatorio per i lavoratori non devono essere agganciate o agganciabili a percorsi che portano al licenziamento. La sanzione è la sospensione, che non deve pregiudicare il posto di lavoro: quando sarà finita l'emergenza, si azzererà questo meccanismo", dice Orlando in conferenza stampa. La ripresa economica ha ancora elementi di fragilità, "non ci possiamo permettere un autunno con la ripresa del virus e nuove restrizioni. Il decreto è anche un provvedimento di politica economica. Vogliamo che le persone si vaccinino, ci fermiamo prima dell'obbligo vaccinale che comporterebbe un'ulteriore polarizzazione delle posizioni in campo. Il decreto dice che per andare a lavorare è necessario il green pass", ribadisce.

Il nuovo decreto che estende l'obbligo di green pass: multe fino a 1500 euro

Green Pass obbligatorio per lavorare nel pubblico e nel privato

Sanzioni, inclusa la sospensione e lo stop allo stipendio, per chi per cinque giorni consecutivi si presenti al lavoro senza Green pass. Ma in ogni caso non si potrà arrivare al licenziamento del lavoratore. 

"I lavoratori del settore privato privi di green pass - si legge ancora nel decreto - sono sospesi dalla prestazione lavorativa, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro, e, in ogni caso, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per il periodo di sospensione non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento". La sospensione è efficace fino alla presentazione della certificazione verde e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza.

Per tutelare la continuità economica delle piccole imprese, nelle aziende con meno di quindici dipendenti, dopo il quinto giorno di mancata presentazione della certificazione, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, e non oltre il termine del 31 dicembre 2021 (quando dovrebbe finire lo stato di emergenza).

Il dipendente pubblico senza Green pass è considerato assente ingiustificato e a decorrere dal quinto giorno di assenza è sospeso dal rapporto di lavoro fino a quando non si mette in regola con la certificazione. Nel privato è sospeso dalla prestazione lavorativa già dal primo giorno di mancata esibizione del Green pass. Non ci sono mai conseguenze disciplinari e si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Lo stop allo stipendio scatta subito sia nel privato che nel pubblico. Inoltre, in base al comunicato stampa di palazzo Chigi, per le aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di mancata presentazione del Green Pass, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata del contratto del sostituto e non per più di dieci giorni.

Chi controllerà?

In sintesi: chi non si presenta al lavoro con il green pass rischia la sospensione senza stipendio, non il licenziamento, ma anche una multa fino a 1500 euro. Di fatto il mancato possesso del green pass equivale ad assenza ingiustificata. Dal 15 ottobre l’obbligo del certificato verde scatta in tutti i luoghi di lavoro,pubblici (interessato anche il personale di Autorità indipendenti, Consob, Covip, Banca d'Italia, enti pubblici economici e organi di rilevanza costituzionale) e privati (dagli uffici alle fabbriche, agli studi professionali). Sono inclusi gli autonomi e i collaboratori familiari (badanti, colf e baby sitter).

I controlli saranno effettuati preferibilmente all'accesso ai luoghi di lavoro e, nel caso, anche a campione. Chi non sarà in regola rischia sanzioni che vanno da 600 a 1.500 euro per il lavoratori e da 400 a 1.000 euro per gli imprenditori.

Si è deciso di imporre prezzi calmierati per i tamponi, che rappresentano l'alternativa al vaccino per assicurarsi un green pass. I minorenni pagheranno 8 euro, i maggiorenni 15 euro, mentre chi non può vaccinarsi per motivi di salute potrà fare il test gratis. E' stata poi prolungata la validità dei lasciapassare ottenuti dopo il test Covid, ma solo per chi fa i tamponi molecolari.

Green pass, i tamponi non saranno gratis

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