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Martedì, 23 Aprile 2024
Migliaia in tutta Italia

Green Pass, l'odissea dei vaccinati "ostaggio" dei sistemi informatici

Migliaia di persone in Italia hanno ricevuto il vaccino ma non riescono a scaricare la certificazione verde, spesso per problemi legati a mancata o erronea trasmissione dei dati. E il primo settembre è sempre più vicino

C’è il papà che non riesce a scaricarlo per il figlio, la cittadina italo-brasiliana "rimpallata" tra Asl e Regione, l’avvocato guarito che ha ricevuto una sole dose, ma risulta debba farne due e se l’è visto scadere: in un’Italia divisa tra chi ha fatto il vaccino e con il Green Pass si muove liberamente e chi non vuole farlo e punta il dito contro una discriminazione, ci sono loro, i vaccinati che per i motivi più disparati - quasi sempre disservizi nella trasmissione dei dati - non riescono a ottenere l’ambita certificazione verde pur avendo completato il ciclo anche da mesi.

A oggi sono svariate migliaia in tutta Italia, persone che hanno completato il ciclo di vaccinazione ma non riescono a scaricare il Green Pass né tramite app Io o Immuni né tramite piattaforma dedicata. Spesso capita a causa di errori nell'inserire i dati nei sistemi o perché le varie piattaforme informatiche non comunicano tra loro: basti pensare che i medici e i farmacisti hanno il loro sistema, i centri vaccinali e le Asl un altro ancora. Basta un numero errato, una leggerezza nel registrare la persona o il lotto di vaccino, e il Green Pass si potrebbe perdere nei meandri del web. E poi ci sono i casi di persone che hanno fatto il vaccino in due regioni differenti, o ancora i cittadini stranieri che vivono stabilmente in Italia, come Marina Cestaro.

L'avvocatessa italo-brasiliana bloccata da un errore informatico

Avvocatessa italo-brasiliana, Cestaro ha una tessera sanitaria veneta e da maggio 2021 è iscritta come ospite al sistema sanitario della Regione Lazio. Nonostante abbia completato il ciclo vaccinale dal suo medico di famiglia ormai a luglio, non riesce ad avere il Green Pass per un errore che ancora non è stato identificato.

“Ho ricevuto dal mio medico di medicina generale della Asl Roma 3 la somministrazione di due dosi di vaccino il 15 giugno e il 22 luglio - spiega - Il dottore riferisce che attraverso il gestionale privato non riesce a trasmettere al servizio sanitario regionale  i dati relativi al lotto del vaccino e la data della somministrazione. Al momento dell’inserimento dei dati, il sistema restituisce un codice di errore”.

Sia il medico sia Cestaro hanno segnalato l’anomalia il 27 luglio, inviando segnalazioni via pec alla Asl Roma 3, alla Regione e a Lazio Crea, ricavandone un rimpallo di responsabilità: “Nessuno mi ha saputo fornire una risposta sulla procedura da adottare per correggere questa anomalia - riferisce - Ho segnalato anche alla software house, che ha risposto comunicando che il problema tecnico  deve essere risolto attraverso un intervento informatico da parte della Regione Lazio. Mi hanno detto che il problema non dipende dal sistema cui si appoggiano i medici, e che va ricercato lato server nei servizi della Regione Lazio. Sono quindi andata in Regione, ma mi hanno detto di rivolgermi alla Asl, che il 17 agosto mi aveva già detto che doveva essere il medico a inserire le vaccinazioni tramite suo software gestionale”

A distanza di oltre un mese dalla conclusione del ciclo vaccinale, dunque, Cestaro resta senza Green Pass: “Come cittadina italiana e brasiliana, per motivi di lavoro legati alla mia professione che svolgo in ambito internazionale, ho urgente necessità di viaggiare, e l'ostacolo rappresentato dal mancato rilascio del Green Pass mi sta cagionando ingenti danni sia all'immagine sua patrimoniali, di cui, in ultima analisi, la Regione Lazio sarà ritenuta responsabile in caso di omessa correzione dell'anomalia su descritta. Se l'anomalia non viene corretta, mi vedrò costretta a ricorrere alla autorità giudiziaria".

Il limbo dei guariti

In molti casi sono i guariti ad avere problemi. Senza certificato di guarigione non è possibile ottenere il Green Pass, e la guarigione viene accertata dalla Asl o dal medico di famiglia, che devono inviare i dati al ministero della Salute per l’inserimento nella piattaforma Dgc. C’è poi chi è guarito e si è sottoposto a un’unica dose di vaccino, come previsto da protocollo Oms, ma risulta doverne fare due: è successo a Marco Malara, avvocato romano, che si è visto scadere il Green Pass per non essersi (giustamente) presentato all’appuntamento per la seconda dose che accompagnava la certificazione. Malara, che aveva fatto presente la sua situazione sanitaria al momento di fare il vaccino, ha deciso di presentare denuncia in procura per omissione di atti d’ufficio.

Tra chi è rimasto senza Green Pass nonostante il completamento del ciclo vaccinale rabbia e preoccupazione salgono proprio in questi giorni, gli ultimi prima di una ulteriore stretta sull’obbligo. Diverse Regioni si sono attivate con numeri e indirizzi mail dedicati per ricevere e gestire segnalazioni, ma il primo settembre, giorno in cui scatteranno nuove norme strettamente legate al possesso del Green Pass, si fa sempre più vicino. E per chi è bloccato nel limbo si profila concretamente il rischio di doversi sottoporre a continui tamponi per salire su aerei, pullman, treni (intercity, interregionali e alta velocità) e anche per andare a lavorare se si tratta di dipendenti di scuola o università.

C’è poi il capitolo mense aziendali, che sta già facendo discutere in questi giorni. L’obbligo di Green Pass non è infatti (ancora) stato esteso all’interno delle aziende, ma è stato imposto il possesso della certificazione verde per accedere alle mense, e le foto dei lavoratori accampati all’esterno durante la pausa pranzo hanno fatto molto discutere.

Edit: Venerdì mattina è arrivata conferma che per entrambi i casi citati in questo articolo il Green Pass è stato alla fine erogato, con la speranza che anche gli altri casi vengano velocemente risolti.

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