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Giovedì, 28 Marzo 2024
Le segnalazioni

Quando il green pass c'è ma non è "valido"

Perché non tutti i cittadini riescono a superare le verifiche all'entrata dei ristoranti e dei locali dove il certificato verde è obbligatorio

È passata una settimana dal debutto ufficiale del green pass, diventato obbligatorio da venerdì 6 agosto per potersi sedere ai tavoli al chiuso di bar e ristoranti e accedere a una serie di eventi e spettacoli. Al netto delle proteste iniziali degli esercenti placate da una circolare del Viminale che ha fatto chiarezza sulle modalità di controllo in fase di "accettazione" del cliente, sul fronte dei controlli le cose stanno andando abbastanza bene. Le procedure per le verifiche approntate dal governo, d'altronde, sono snelle e veloci.

Arrivano tuttavia le prime segnalazioni di malfunzionamenti durante i controlli: si tratta perlopiù di imprevisti che però non consentono ad alcuni cittadini in possesso di una certificazione regolare di superare le verifiche all'entrata dei ristoranti e dei locali dove è obbligatorio. In altre parole: il green pass c'è ma non è "valido", o meglio non viene riconosciuto come tale dalla app "VerificaC19". Prima di capire quando e perché questo avviene, ricapitoliamo in breve come funziona il processo di verifica.

Il governo ha chiarito che il processo di verifica delle certificazioni verdi Covid-19 prevede l'utilizzo della app di verifica nazionale VerificaC19, installata su un dispositivo mobile e scaricabile gratuitamente qui, qui e qui. Questa applicazione consente di verificare l'autenticità e la validità delle certificazioni senza la necessità di avere una connessione internet (offline) e senza memorizzare informazioni personali sul dispositivo del verificatore. La verifica avviene così:

  • la certificazione è richiesta dal verificatore all'interessato che mostra il relativo QR Code (in formato digitale oppure cartaceo);
  • l'app VerificaC19 legge il QR Code, ne estrae le informazioni e procede con il controllo del sigillo elettronico qualificato;
  • l'app VerificaC19 applica le regole per verificare che la certificazione sia valida;
  • l'app VerificaC19 mostra graficamente al verificatore l'effettiva validità della certificazione nonché il nome, il cognome e la data di nascita dell'intestatario della stessa.

Ai verificatori basta inquadrare il QR Code della certificazione verde Covid-19, che si può esibire in formato cartaceo o digitale, e accertarsi della validità e dei dati identificativi. Gli operatori che possono verificare la certificazione sono:

  • i pubblici ufficiali nell'esercizio delle relative funzioni;
  • il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi iscritto nell'elenco di cui all’articolo 3, comma 8, della legge 15 luglio 2009, n. 94;
  • i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l'accesso ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde Covid-19, nonché i loro delegati;
  • il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde Covid-19, nonché i loro delegati;
  • i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per l'accesso alle quali in qualità di visitatori sia prescritto il possesso di certificazione verde Covid-19, nonché i loro delegati.

Quando il green pass c'è ma non è "valido"

Ebbene, perché in alcuni casi il green pass c'è ma non è "valido"? In alcuni episodi l'app VerificaC19 ha avuto delle difficoltà nella lettura nei Qr Code stampati su carta, quelli cioè non esibiti attraverso il display del cellulare, per cui conviene avere il green pass a portata di smartphone. Ma in altri casi i certificati non risultano validi perché non aggiornati: può succedere ad esempio a chi ha fatto la vaccinazione eterologa, ovvero la prima dose del vaccino con Vaxzevria-AstraZeneca e la seconda con un vaccino a mRna (Pfizer o Moderna). L'imprevisto riguarda quei cittadini che hanno ricevuto la certificazione di una sola dose su due e quindi il ciclo vaccinale risulta incompleto.

Anche chi ha completato il ciclo con una sola dose, perché guarito dal covid e con un numero di anticorpi del virus tali da non necessitare la seconda, può avere lo stesso problema. In tal caso, secondo le segnalazioni di malfunzionamenti durante i controlli, sull'app di verifica potrebbe uscire la scritta "certificazione valida fino alla prossima dose". Anche chi ha effettuato la seconda dose in una regione diversa da quella in cui si è ricevuta la prima può riscontrare problemi con la ricezione del certificato.

E non mancano le segnalazioni di cittadini che, dopo la seconda dose, non hanno ancora ricevuto il codice tramite sms o email, o semplicemente lo hanno smarrito. Come abbiamo spiegato qui, sul sito www.dgc.gov.it è possibile recuperare in autonomia il codice authcode e poi scaricare il green pass dallo stesso sito con tessera sanitaria o dall'app Immuni. Basta inserire il codice fiscale, le ultime 8 cifre della tessera sanitaria e la data dell'evento che ha generato la certificazione verde (data dell'ultima vaccinazione o del prelievo del tampone o, per le certificazioni di guarigione, la data del primo tampone molecolare positivo).

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