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Giovedì, 25 Aprile 2024

Alessandro Rovellini

Direttore responsabile

Le mense scoperchiano migliaia di lavoratori no vax: e i sindacati sono complici

Più di 11mila poliziotti in Italia sui 98mila effettivi non sono ancora vaccinati. Il calcolo è presto fatto sul dato che Alessandro Griesi, segretario provinciale di Milano della federazione sindacale della polizia di Stato, ha riferito a MonzaToday sugli agenti italiani: il 12% non è protetto contro il covid-19. E’ un numero tristemente sorprendente, se si pensa che le forze dell’ordine sono state tra le primissime categorie ad avere a disposizione il vaccino in piena pandemia. Griesi si è lamentato dei poliziotti costretti a mangiare un panino fuori, al sole, mentre tutti i vaccinati sono comodamente seduti nei locali adibiti a ristorazione. L’obbligatorietà del green pass nelle mense aziendali ha scoperchiato, infatti, un enorme muro di ambiguità nell’azione sindacale.

A inizio anno era una gara, spesso ridicola e quasi da commedia dell’assurdo, alla priorità, ben alimentata da apparati regionali accondiscendenti e clientelari: le più improbabili professioni rivendicavano il diritto a essere vaccinate davanti a tutti. Prima i magistrati, prima gli avvocati, prima i sacerdoti, prima i funzionari statali. Non si capisce bene secondo quale logica. Ci hanno provato ignominiosamente anche i giornalisti, non nascondiamoci. E così via, scartabellando motivazioni pretestuose.

Poi arriva finalmente il green pass. Qui non si scappa: o tampone ogni 48 ore o vaccino. E sotto al tappeto emerge la polvere di migliaia di indecisi, non convinti, no vax che si offendono se vengono chiamati così ma nei fatti lo sono. Stanno venendo fuori casi praticamente in ogni Pmi, in ogni ufficio. All’improvviso quello che era un diritto insopprimibile diventa un diritto sfumato. Con un risvolto paradossale: la difesa del non vaccinato per scelta (stupida e immotivata) a infettare tutti gli altri. Perchè la mensa, senza mascherine e in ambienti chiusi, è l’ambiente più fertile per il Sars-Cov-2.

Non tutti possono fare il vaccino, si dirà. Togliamo pure la piccola parte di lavoratori che non si può vaccinare per conclamati rischi legati a patologie croniche, comunque esentati dal certificato verde. Quello del green pass per loro è un falso problema: una circolare del Ministero della Salute chiarisce modalità e ragioni all’esenzione. "La certificazione di esenzione alla vaccinazione anti covid viene rilasciata nel caso in cui la vaccinazione stessa venga omessa o differita per la presenza di specifiche condizioni cliniche documentate, che la controindichino in maniera permanente o temporanea", ha detto il dg Giovanni Rezza. Parliamo comunque di una percentuale infinitesimale di persone, perlopiù anziani, tanto che la stessa Airc sottolinea quanto, anche per i malati oncologici, sia unanime parere della comunità scientifica che i benefici dei vaccini eccedano di gran lunga i rischi. E togliamo pure la minuscola parte di chi vuole farlo ma non ha ancora fatto in tempo (eufemismo) a prenotarsi (oggi si vaccinano i 12enni, gli ultimi degli ultimi in elenco, lascio ai lettori ogni conclusione). 

Per quale motivo i sindacati, quindi, pur dichiarandosi favorevoli ai vaccini (e verrebbe da dire: in quale mondo razionale bisogna anche specificarlo? Si può essere contro?) avvallano titubanze e ritrosie supportate dal nulla cosmico? Di covid si muore ancora oggi, tutti i giorni. Vaccinarsi è sicuro oltre ogni ragionevole dubbio ed evita il decorso grave della malattia. Cosa spinge a invocare la “sicurezza sul lavoro” e poi chiedere di mandare lavoratori non vaccinati nelle mense, trasformandole in micidiali focolai? Il green pass non è sfruttamento, non è discriminazione e altre assurde fregnacce che circolano con insistenza, in roghi alimentati da una precisissima parte politica. E’ l’unico e reale passaporto per il rientro alla normalità. E’ avvilente vedere la stragrande maggioranza dei dirigenti sindacali chinarsi a grette logiche consensuali che niente hanno a che vedere con la sicurezza dei propri iscritti. Sarebbe piuttosto convenienza di tutti, e per tutti, chiedere alle aziende l'obbligo di vaccinazione, come avviene per la sanità. I tripli carpiati con avvitamento di alcuni politici che evitano di invitare le persone a vaccinarsi (Salvini e Raggi docent), ben imitati dai vertici sindacali, stanno facendo e faranno molti più danni di quanto si possa pensare.

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