rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Il confronto con il governo

Green Pass per lavorare, sindacati a Palazzo Chigi. Le ipotesi sul nuovo decreto

Il confronto con il governo è indispensabile per capire se e in che modo la certificazione verde sia necessaria per accedere al posto di lavoro. Si lavora intanto per sciogliere il nodo trasporti e scuola

Si accende il dibattito sull’ipotesi obbligo Green Pass sui luoghi di lavoro, e proprio lunedì sera i sindacati sono stati convocati a Palazzo Chigi per affrontare il tema e discutere delle modalità con cui la certificazione verde covid dovrà essere utilizzata (e chiesta) in fabbrica e nei luoghi di lavoro.

La questione è quanto mai attuale. Non solo perché il 6 agosto entra in vigore l’obbligo per accedere a ristoranti e bar al chiuso, teatri, palazzetti, cinema, palestre e piscine, ma anche alla luce della proposta di Confindustria. Che nei giorni scorsi ha ipotizzato di rendere il passaporto vaccinale un requisito necessario per l’accesso ai luoghi di lavoro pena la sospensione dello stipendio, aprendo uno squarcio normativo su un aspetto che a oggi non ha regole univoche e condivise, e su cui si sono ritrovati a decidere in modo sporadico soltanto i tribunali.

Green Pass, quando e dove serve

Il rilascio delle certificazioni verdi Covid-19, o Green Pass, è disciplinato dall’articolo 9 del decreto “Riaperture” così come modificato dal decreto legge 105/2021. Il Green Pass (qui la guida completa) viene rilasciato se si attesta una delle seguenti condizioni:

  • l’avvenuta vaccinazione, con validità di 9 mesi dal completamento del ciclo vaccinazione on con la somministrazione della prima dose di vaccino, con validità dal 15esimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale; dal 15esimo giorno successivo all’unica dose di vaccino per chi ha avuto una precedente infezione da SARS-COV2;
  • la guarigione da covid, con validità di 6 mesi dall’avvenuta guarigione (cessazione dell’isolamento prescritto, disposta in ottemperanza ai criteri stabiliti dal Ministero della Salute);
  • l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus  con validità di 48 ore dalla sua esecuzione.

Dal 6 agosto 2021 sarà necessario essere in possesso del Green Pass per accedere ai seguenti servizi e attività:

  • servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per il consumo al tavolo, al chiuso (cfr. cartello da richiedere presso la tua Fipe - Confcommercio). Dunque, la disposizione non si applica per l’accesso ai tavoli all’aperto, né per il consumo al bancone al chiuso (es. caffè al bar ecc.);
  • spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi;
  • musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre;
  • piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso;
  • sagre e fiere, convegni e congressi;
  • centri termali, parchi tematici e di divertimento;
  • centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi, e le relative attività di ristorazione;
  • attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò;
  • concorsi pubblici;

Green Pass, come potrebbe cambiare il nuovo decreto

Un confronto tra governo e sindacati per stabilire se, e in caso positivo come, il Green Pass debba essere reso obbligatorio sul posto di lavoro è dunque fondamentale prima della ripartenza dopo la pausa estiva.

A oggi l’obbligo vaccinale per lavorare non è stabilito per legge, e le aziende che volessero arbitrariamente farlo rispettare potrebbero incorrere in cause da parte dei lavoratori. Le aziende che hanno iniziato a vaccinare internamente hanno da subito chiarito che si tratta di una facoltà, e non di un obbligo, e il governo ha stabilito l’obbligo soltanto per il personale medico sanitario che lavora a contatto con il pubblico e che, in caso di rifiuto a vaccinarsi, deve essere spostato su altre mansioni che non lo comportano.

Nei giorni scorsi hanno fatto discutere le dichiarazioni del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che si è detto inizialmente contrario all’obbligo di Green Pass in azienda e che ha poi ammorbidito la posizione in un’intervista al Corriere della Sera.

“Non abbiamo contrarietà di principio. Noi abbiamo scioperato per avere i protocolli di sicurezza in azienda - ha detto - Siamo a favore del fatto che le persone si vaccinino e come sindacato stiamo raccomandando ai lavoratori di farlo. Siamo per garantire i migliori standard di sicurezza nelle imprese. Ma c’è un discrimine: non è possibile pensare a licenziamenti o demansionamenti, perché eventualmente un dipendente sceglie di non vaccinarsi”.

Il nodo dovrebbe essere sciolto entro i prossimi giorni, visto che il governo si prepara a varare un nuovo decreto che dovrebbe estendere l’obbligo di certificato verde a diversi altri ambiti della vita. I trasporti, per esempio, non quelli locali ma quelli per le lunghe distanze (treni ad alta velocità, aerei e navi) e poi la scuola, mentre sullo sfondo si fa sempre più concreto l’obbligo vaccinale per i docenti e il personale scolastico.

La cabina di regia dovrebbe essere al massimo entro giovedì, ed è molto probabile che il nuovo decreto entri in vigore non prima della metà di agosto, per consentire alle attività economiche e al turismo di sfruttare sino in fondo le aperture estive.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Green Pass per lavorare, sindacati a Palazzo Chigi. Le ipotesi sul nuovo decreto

Today è in caricamento