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Giovedì, 28 Marzo 2024
Verso la svolta

Green Pass a tempo indeterminato: cosa vuol dire che si passa dalle date alle dosi

L'ipotesi di eliminare la scadenza per i trivaccinati in attesa di fare chiarezza su nuove eventuali dosi è molto calda: si rischia il cortocircuito, è indispensabile fare qualcosa a breve. L'appello per meno controlli dal 1° febbraio

Dal primo febbraio e fino al 15 ottobre chi arriva da altri Paesi Ue dovrà esibire il solo Green Pass e non fare il tampone. Ma la grande novità che si prospetta all'orizzonte non è quella. Per coloro che hanno fatto la terza dose sarà valido a tempo indeterminato: non è chiaro per ora da quando si deciderà di modificare l'impostazione, ma la strada è segnata. Inoltre i colori delle regioni, già ampiamente depotenziati, saranno messi in soffitta a livello operativo (resterà solo la zona rossa in caso di ampi focolai a livello regionale). Torniamo però al Green Pass.

Green Pass, verso l'eliminazione della "tagliola"

La validità del Green Pass dal primo febbraio, tra soli 5 giorni, sarà di 6 mesi invece dei 9 attuali. Sulla base della presa di posizione dell’European center for disease control (Ecdc) si pensa di allungare i tempi del pass rilasciato dopo la terza dose. Il governo ci sta lavorando e potrebbe decidere di non mettere più scadenze al documento. Più avanti, nel corso della primavera, in base alla situazione epidemiologica e alle nuove evidenze scientifiche sui vaccini, la durata potrebbe essere ridefinita. La data chiave resta il 31 marzo, quando finirà lo stato di emergenza. Per allora tutto sarà più chiaro. L'ipotesi di eliminare la scadenza per i trivaccinati in attesa di fare chiarezza su nuove vaccinazioni è molto calda. Potrebbero esserci novità a giorni.

L'ipotesi di togliere la data di scadenza del certificato verde in caso di booster già fatto è sul tavolo del ministero della Salute da giorni. E' indispensabile fare qualcosa, perché altrimenti a partire da marzo milioni di italiani rischiano di rimanere privi della certificazione verde che adesso è necessaria praticamente ovunque. Le prime persone a cui scadrebbe il Green Pass con le nuove regole dei 6 mesi sono medici e personale sanitario, persone fragili e anziani, che hanno fatto la terza dose a partire dai primi di ottobre e dunque la validità della loro certificazione scadrà ai primi di marzo. Irragionevole trovarsi in una situazione in cui si esclude dalla vita sociale chi è più coperto e in regola con i cicli vaccinali. Non resta che la proroga per un tempo ancora indefinito, volenti o nolenti. Poi nell'autunno 2022 si vedrà: magari dopo l'estate un nuovo richiamo si renderà opportuno soprattutto per i più fragili o per chi, come il personale sanitario, è più esposto al contagio. Per ora non è dato saperlo.

Non ci sono all'orizzonte cambiamenti impattanti per chi è guarito dal Covid o per chi ha fatto solo le prime due dosi: in questi casi la durata del certificato resterà di sei mesi. Entro quella scadenza per vederlo rinnovato sarà necessario fare comunque il booster.

Green Pass: l'appello per meno controlli dal 1° febbraio

Dal primo febbraio, il certificato base servirà anche per accedere a uffici pubblici, poste e banche, e per entrare nella maggior parte dei negozi salvo quelli considerati essenziali.

"A pochi giorni dal 1° febbraio, le aziende che vendono prodotti non rientranti nel novero delle merci essenziali e che sono tenute al controllo del Green Pass all`ingresso, cominciano a fare i conti con le difficoltà organizzative, che rischiano di comportare un aumento di costi che graveranno ulteriormente sui loro bilanci". Parola di Alberto Frausin, Presidente di Federdistribuzione.

"Molte imprese del non alimentare - ha aggiunto - sono già sotto tensione per la gestione delle assenze dovute al sistema delle quarantene, pertanto organizzare delle attività di controllo all`ingresso è molto complicato in questo momento, considerato che questi controlli sono finalizzati ad individuare una fascia estremamente ridotta di persone che non hanno nemmeno un Green Pass da tampone. Questa situazione rischia di creare gravi disagi nell'accesso agli esercizi commerciali, come la formazione di code o assembramenti. Chiediamo quindi al Governo che per tutte le attività commerciali per le quali scatterà l'obbligo del controllo, secondo quanto previsto dalle disposizioni di legge, si possa adottare una modalità di verifica a campione delle certificazioni, come già avviene per il trasporto locale e nei luoghi di lavoro, anche considerando l'alto tasso di vaccinazione e la responsabilità dimostrata dagli italiani. Ricordiamo inoltre che nei punti vendita è necessario indossare sempre i dispositivi di protezione individuale previsti dalla normativa: ciò ha consentito di salvaguardarne la sicurezza, proteggendo i consumatori nelle varie fasi della pandemia".

Tutti i certificati Green Pass sono emessi dalla Piattaforma nazionale del Ministero della Salute, in formato digitale e stampabile, e contengono un QR Code per verificarne autenticità e validità. I pass si distinguono però per i motivi per i quali vengono rilasciati e per le attività che consentono di svolgere a chi ne è in possesso (qui le info sui tre tipi di green pass e le novità sulla scadenza).

Colori regioni: rimane solo la zona rossa

I colori delle Regioni che ci accompagnano dal novembre del 2020 per scandire l’allarme Covid sono pronti ad andare in soffitta. Potrebbe restare solo la zona rossa come “freno di emergenza” in caso di esplosione dei ricoveri. Archiviate definitivamente le zone bianche, gialle e arancioni. Resterà sempre attivo comunque il monitoraggio dei positivi e dei ricoveri anche se in questa ultima voce non saranno calcolati tutti quei pazienti che risultano positivi in ospedale, ma sono ricoverati per altre ragioni (un infarto, un trauma, ecc.ecc.). Sono questi i due punti fermi del confronto Governo Regioni nel complesso percorso verso la "normalizzazione" del Covid. 

Va sottolineato che i colori delle regioni sono ormai superati dagli eventi: tra zona bianca, gialla e arancione non cambia quasi nulla. La tabella con le attività consentite con e senza Green Pass in zona bianca, gialla e arancione è disponibile a questo indirizzo. La zona rossa diventerebbe molto lontana, se arriverà l'ok al parziale riconteggio dei ricoveri con i nuovi parametri: ed è l'unica zona con restrizioni vere per tutti i cittadini: scattano in quel caso le chiusure, con coprifuoco e limitazioni agli spostamenti per tutti. Bar, ristoranti, negozi, palestre, cinema, teatri e musei chiusi per tutti, anche se si è vaccinati. In zona rossa non si può uscire dal Comune di residenza se non per motivi di lavoro, necessità o urgenza. Ristoranti e bar sono chiusi, consentito soltanto l’asporto e la consegna a domicilio. Restano chiusi tutti i negozi ad esclusione di quelli con codice Ateco consentito, in particolare alimentari, supermercati, farmacie, edicole, tabaccherie e abbigliamento per bambini. In tutti i casi i trasporti sono sempre aperti e accessibili, ma con Green Pass.

L'ordinanza di Speranza

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza che dal 1° febbraio proroga le misure per gli arrivi dall’estero eliminando l’obbligo di tampone per i viaggiatori provenienti dai Paesi della Ue: per loro sarà sufficiente esibire il green pass. Nella stessa ordinanza vengono anche estese le misure relative ai «corridoi turistici» Covid free (previsti tamponi e hotel controllati) che riguarderanno ulteriori destinazioni: Cuba, Singapore, Turchia, Thailandia (limitatamente all’isola di Phuket), Oman e Polinesia francese si aggiungono infatti ad Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana ed Egitto.

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