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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Il diario segreto (online) in cui le mogli si lamentano dei mariti

Una fotografia sarcastica (e, a tratti, fin troppo stereotipata) della vita di coppia nell'Italia di oggi. Dalla spesa ai figli, dal sesso alla convivenza. Firmato, con affetto e con un pizzico di veleno, da circa 40mila consorti di tutta Italia

Partiamo mettendo le mani avanti: di tutto ciò che stiamo per scrivere non avremo mai la versione della controparte, poiché un corrispettivo al maschile, in rete, proprio non esiste. Esiste invece, appunto, un gruppo su Facebook che si chiama "Io e il mio caz*o di marito" in cui oltre 40mila mogli e compagne di tutta Italia si ritrovano per lamentarsi dei consorti, lasciare sospiri di stanchezza ed esorcizzare un po' di frustrazione. La chiave dei post è al novanta per cento sarcastica, sia chiaro, ma si sa che "scherzando si può dire tutto, anche la verità", come asseriva Sigmund Freud.

Altrettanto indispensabile è un'altra premessa. Appare decisamente anacronistico, ad oggi, ragionare su tematiche di ruolo in un'epoca in cui grazie a Dio non dovrebbero esistere più ruoli ma collaborazione, in appartamento come fuori casa. E in cui i pianeti Marte e Venere con cui sono da sempre indicati uomini e donne sono finalmente più allineati e contingenti. Ringraziando il cielo, infatti, la donna in quanto "angelo del focolare" e l'uomo come capofamiglia che porta il pane a casa non hanno più ragione di esistere, ma qui siamo nel campo del cazzeggio, sebbene in qualche caso alcuni stereotipi appaiano fuori tempo.

Insomma, ad oggi tra moglie e marito c'è questo gruppo Facebook, rigorosamente privato e con accesso su richiesta: un divertissiment che è a tratti esagerazione  e a tratti tradizionale reprimenda del "è intelligente ma non si applica" pronunciato da quelle donne che - va detto - a volte vantano nel dna la presunzione di credere di saperne di più. Basti pensare che il post "può l'uomo avere ragione?" ha ottenuto centinaia di "no" in risposta. Qui i mariti vengono apostrofati come "il mio CDM", che - se non fosse già chiaro alla vostra perspicacia - significa "il mio caz*o di marito". Qui troviamo conferme a luoghi comuni che sembrano sopravvivere ancora.

Ma andiamo nel dettaglio e partiamo dal capo d'imputazione più grande. Il più diffuso. Uber alles. Ovvero la presunta incapacità degli uomini di fare la spesa. Chi crede che l'accusa sia esagerata e demodè, verrà smentito dalla vagonata di recriminazioni al femminile. Con tanto di screenshot WhatsApp agevolati da donne che evidenziano con il pennarello digitale il prodotto giusto da comprare sugli scaffali del supermercato. Già perché, secondo costoro, gli uomini acquistano profumi per ambienti al posto di deodoranti, gel igienizzanti al posto dell'acqua ossigenata, scottex anziché carta igienica, un kg e mezzo di vongole per appena due persone a tavola. Poi c'è la solita solfa dell'uomo inquadrato come eterno bambino, ovvero: lei gli chiede di andare a comprare la Philadelphia e lui torna con un maglione con le renne.

Al secondo posto dei j'accuse, si piazza il vittimismo degli uomini quando sono lievemente malati. Una leggera febbre come nemico insormontabile. Nel diario pullulano fotografie di uomini-larva adagiati sul divano con appena 36.5 di temperatura. Uomini che poi vanno dal medico e chiedono via WhatsApp alla moglie la medicina che hanno ingerito al mattino perché non ne ricordano il nome. "Chiamo il parroco per la benedizione?", domanda qualcuna fotografando la dolce metà sulla poltrona, inerme e priva di energie vitali. "Lui ha la febbre e io mi rilasso andando a lavoro", sentenzia invece, sfinita, un'altra.

Spazio poi al capitolo figli. Ci sono signore che immortalano i compagni di nascosto in video mentre cambiano (male) i pannolini, per metterli alla prova e mostrarne le prove al mondo. E ci sono meme con "Stasera provo a dormire dal lato di mio marito, sembra che lì non si senta il bambino piangere". Qualcun'altra è pronta a "chiedere il divorzio e a sposare la tata", che si ricorda di dare le giuste goccine a colazione ai pargoli. E poi, ancora, impietosi sfottò a uomini in crisi di mezza età che mettono scarpe fluorescenti per sentirsi ragazzi.

Grande assente è il sesso. Qui non se ne parla. Fatta eccezione per domande di routine in cui ci si chiede ciclicamente se "è normale che lui abbia sempre voglia" oppure, di contrapposto, "se è normale che lui non abbia mai voglia". Poi, ad un certo punto, il domandone: "Siete tutte fedeli?". "Purtroppo si", è la risposta comune. Ma c'è anche chi - giustamente - fa notare: "Spiegatemi chi, lucido di mente, direbbe il contrario qui sopra". Verrebbe da rispondere che se c'è un gruppo Fb in cui gli amanti raccontano pubblicamente la loro esperienza, allora sì, potrebbe anche darsi che qualcuna voglia mettere in piazza la propria vita da fedifraga. Da sottolineare che nel gruppo si lanciano anche alert sulla possibilità che qualche CDM abbia una relazione extra-coniugale: "Ha un nome e cognome femminile la lunga pausa in bagno di tuo marito?". Ah, saperlo.

Ci piace infine ricordare che, tra tanti sberleffi, a trovare spazio sono anche cause serie e degne di contemplazione. Si tratta di appelli a tutte quelle donne, mogli e compagne che davvero si trovano a vivere una relazione tossica con un "cazzo di marito" degno di essere definito tale. "Siamo qui per voi, per parlarne", scrivono alcune utenti, pronte a dare il proprio sostegno a chi ha bisogno; e il supporto arriva da ogni regione d'Italia, dall'Emilia Romagna al Lazio. Non una di meno.

Per qualcuna, infine, è tempo di abbandonare: "Oggi il mio CDM ha fatto la lasagna mentre pulivo, che faccio, esco dal gruppo?", scherza. Troppa grazia. Per qualcun'altra, invece, va peggio: "Qui, dopo solo un mese di convivenza, e dopo un litigio, lui se n'è andato e si è portato via già tutto. Lascio a voi i commenti". Qualche centinaia, che magari fanno bene ad un cuore devastato.

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