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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Gli scenari

Ucraina, l'Italia allerta i suoi uomini: è possibile la chiamata alle armi?

Via libera del Consiglio dei ministri all'aumento della nostra presenza nel contingente Nato. Vediamo cosa significa, quante forze saranno impiegate e chi potrà essere inviato nelle zone di guerra

Lo stanziamento di aiuti all'Ucraina, lo stato di emergenza per tre mesi per consentire le operazioni di protezione civile e più uomini nel contingente Nato con la possibilità di nuove azioni in Est Europa. Sono i tre punti focali del provvedimento approvato oggi, 25 febbraio 2022, dal Consiglio dei ministri per fare fronte all'attacco della Russia. L'ultimo punto, l'aumento del contingente, significa materialmente che nostri militari devono essere pronti alla possibilità di una partenza verso le zone calde dello scacchiere. Vediamo nel dettaglio quale potrà essere l'impegno dell'Italia e chi potrebbe essere chiamato alle armi.

Quanti uomini può impiegare l'Italia?

Il decreto prevede la proroga per il 2022 dei dispositivi Nato già in corso cioè:

  • la presenza in Lettonia con l’impiego del numero massimo di 250 unità di personale e 139 mezzi terrestri";
  • il dispositivo di "air policing", che prevede l’impiego del numero massimo di 130 unità di personale e di 12 mezzi aerei, attualmente dislocati in Romania;
  • il pattugliamento aereo nell’ambito delle misure di rassicurazione degli alleati nel fianco est, attraverso 2 mezzi aerei (un rifornitore e un mezzo per raccolta dati);
  • il dspositivo per la sorveglianza navale e attività di raccolta dati nell’area sud dell’Alleanza (Mediterraneo orientale e Mar Nero), con un numero massimo di 235 unità di personale, due mezzi navali e di uno ulteriore, secondo necessità, e di un mezzo aereo;
  • la mobilitazione di ulteriori forze ad alta prontezza attraverso l’impiego di 1350 unità, 77 mezzi terrestri, 2 mezzi navali (a partire dal secondo semestre 2022) e 5 mezzi aerei.

Per queste azioni potranno essere mobilitate al massimo 1.970 unità.

Ci sono poi due nuove azioni, con un possibile impiego di altre duemila unità. La prima riguarda la possibilità di altre iniziative simili a quella già operativa in Lettonia. La seconda riguarda "l'innalzata la prontezza delle unità di rinforzo nel caso si debba ulteriormente rafforzare il dispositivo su richiesta della Nato, o assicurare la rotazione delle forze".

Forze di pace e forze di guerra

L'Italia, come detta la Costituzione nell'articolo 11, "ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". La guerra è "ammessa" se come atto di difesa o se scaturisce da obblighi relativi a patti sovranazionali.

Nel caso specifico, l'Italia può essere chiamata al fianco degli altri Stati della Nato. Ma l’intervento armato in Ucraina, a oggi, non è previsto proprio perché l'Ucraina non è uno dei membri. Quando si parla di contingente Nato nell'Est Europa si parla di azioni di "difesa" dei confini, non di attacco. 

Chi può essere richiamato?

In totale alla luce del dl di oggi l'Italia potrebbe mobilitare quattromila unità. Seppure ipotesi remota, è tecnicamente possibile richiamare in caso di necessità anche chi non ha scelto la carriera militare come professione. Una legge del 2004 ha eliminato la leva obbligatoria. Oggi il reclutamento nelle forze armate è volontario, per un periodo che va da 1 a 4 anni, con la possibilità poi di diventare effettivi. La legge però lascia aperta una "porta": il servizio di leva potrebbe anche essere ripristinato - con decreto del presidente della Repubblica, previa delibera del Consiglio dei ministri - qualora il personale volontario in servizio sia insufficiente. Si tratta di casi eccezionali: se è deliberato lo stato di guerra ai sensi dell’articolo 78 della Costituzione; se c'è una grave crisi internazionale nella quale l’Italia è coinvolta direttamente o in ragione della sua appartenenza a una organizzazione internazionale giustifica un aumento della consistenza numerica delle Forze armate.

La “chiamata” riguarderebbe "personale militare volontario cessato dal servizio da non più di cinque anni”. Ci sono però molti paletti. Gli appartenenti alla polizia di Stato, alla polizia penitenziaria, alla polizia locale, ai vigili del fuoco sarebbero esclusi  Sarebbero, invece, chiamati alle armi tutti gli appartenenti a Esercito, Marina e Aeronautica, così come alle forze di polizia a ordinamento militare (carabinieri e guardia di finanza).

Per il carattere volontario dell’arruolamento non sarebbe neppure possibile invocare l’obiezione di coscienza. Ovvero, non si può dire "No, grazie". L'unica eccezione ammessa è quella di un grave impedimento di salute. 

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