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Giovedì, 18 Aprile 2024
Gli scenari

"No fly zone" sull'Ucraina, cosa significa e perché è importante

Kiev la chiede con forza all'Occidente, la Russia la scongiura e la riterrebbe un atto di guerra. Imporre il divieto di sorvolo non è un'azione di pace o un semplice "stop". Ecco cosa accadrebbe

Kiev la invoca, Mosca la scongiura e la riterrebbe un atto di guerra. Attorno alla dichiarazione di una "no fly zone" sull'Ucraina  - il divieto di sorvolare lo spazio aereo - si consuma una delicatissima partita per il mondo intero. Vediamo cosa significa, quali sono gli interessi in ballo.

Cosa vuol dire "No fly zone"?

La "No fly zone" tutto è meno che una innocua dichiarazione di non sorvolo. Se si impone il divieto ad aerei nemici di sorvolare un determinato territorio, si deve poi fare rispettare lo stop. E questo di fatto porta anche alla possibilità di colpire chi infrange il divieto. Fare rispettare la "No fly zone" significa anche identificare, bloccare e distruggere le risorse antiaeree presenti a terra, in modo che non possano essere usate dall’avversario.

L'Ucraina non è un Paese Nato e le forze e dell'Alleanza atlantica hanno sì schierato più mezzi, ma sempre a protezione dei confini dell'Alleanza stessa. Imporre il divieto di sorvolo significherebbe impiegare delle forze Nato anche per attaccare l’artiglieria russa già presente sul territorio ucraino: quindi fare attivamente la guerra ai russi.

Guerra in Ucraina: le ultime notizie

Chi chiede la "No fly zone" e chi no

Il presidente dell'Ucraina Volodomyr Zelensky discute per oltre un'ora, via Zoom, con una delegazione di senatori americani e chiede ulteriore assistenza militare, inclusi aerei e droni, altre sanzioni contro la Russia, e l'imposizione della "No fly zone" sull'Ucraina. 

Quasi in simultanea però il presidente russo Vladimir Putin mandava un chiaro messaggio all'Occidente: "Ogni mossa in quella direzione sarebbe da noi considerata una partecipazione al conflitto armato".

Le richieste di Zelensky al momento cadono nel vuoto. Il capo di stato maggiore degli Stati Uniti, il generale Mark Milley, è chiaro: "Se viene imposta una no fly zone qualcuno dovrà farla rispettare. Vorrebbe dire allora combattere le forze aeree russe. A oggi non sono al corrente di alcun piano per imporre una zona di esclusione aerea".  

Dove sono uomini e mezzi italiani

Sul fronte est dell’Europa è schierato il contingente militare italiano. In Lettonia ci sono le unità dell'Esercito, e in Romania otto Eurofighter dell'Aeronautica. Solo negli ultimi giorni. dice il sottosegretario alla Difesa Mulè, hanno effettuato 20 decolli rapidi su allarme e circa 400 ore di volo. "Da metà febbraio i nostri velivoli operano insieme a 6 Eurofighter del Taktisches Luftwaffengeschwader 74 della German Air Force che contribuisce al servizio di Quick Reaction Alert. È di 4000 militari il contributo complessivo che l’Italia è pronta a fornire alla Nato per costituire una punta avanzata sul fronte est dell’Europa".

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