Aiutare i profughi che scappano dalla guerra in Ucraina: tutte le iniziative
In Italia sono arrivate oltre 44 mila persone. C'è chi riabbraccia familiari e amici già sul territorio, c'è chi è ospitato nei centri di accoglienza. Altri trovano riparo nelle case di privati cittadini. Come fare per mettere a disposizione un alloggio e a chi rivolgersi
Nelle orecchie hanno ancora il rumore delle sirene, delle esplosioni, le urla. Negli occhi le immagini delle loro città devastate dalla guerra. Hanno lasciato le loro case, e spesso i loro affetti, senza sapere se li rivedranno. La violenza assoluta della guerra ha interrotto le loro vite e adesso devono riannodare i fili, ricominciare. Spesso in terra straniera. La popolazione ucraina è costretta alla fuga, oltre due milioni e mezzo i cittadini scappati in neppure un mese. Finora in Italia sono arrivate 44.008 persone: 22.331 donne, 3.819 uomini e 17.858 minori. Per garantire l'accoglienza c'è complessa organizzazione che interessa Governo, Enti locali, associazioni, ong, privati. Molti profughi vengono ospitati nei centri temporanei di accoglienza, altri da familiari, ma sono tanti i cittadini che stanno aprendo la porta della propria casa a chi arriva in Italia. Vediamo più da vicino come fare.
Guerra Russia-Ucraina: le ultime notizie
- Quanti sono i profughi?
- A chi rivolgersi?
- La guida città per città
- Come aiutare i bambini?
- Quali sono le regole generali?
- Anche i circoli Pd in prima linea
I numeri dell'esodo
Il numero di ucraini fuggiti continua a salire e sfiora la soglia dei 3 milioni. Secondo gli ultimi dati dell'Onu dal 24 febbraio, data dell'aggressione russa, 2.952.026 rifugiati hanno attraversato il confine ucraino per cercare rifugio all'estero. I dati, aggiornati al 14 marzo, indicano che oltre la stragrande maggioranza delle persone in fuga è giunta in Polonia (quasi 1,8 milioni di profughi), seguita dalla Romania (oltre 422.000) e dalla Moldavia (quasi 340.000).
A chi rivolgersi
Non esiste un riferimento nazionale unitario per chi vuole mettersi a disposizione offrendo un alloggio. Ci si deve rivolgere alle istituzioni locali o alle associazioni attive sul territorio. Unanime però l'appello alla prudenza per la tutela di chi arriva - che non deve rischiare di finire nelle mani di trafficanti di essere umani o di sfruttatori - ma anche di chi ospita.
Dalla Protezione Civile fanno sapere che si sta lavorando a un maggiore raccordo col terzo settore, realtà che hanno una presenza capillare sul territorio e che coinvolgono in modo efficace le famiglie. Lo scopo è quello di dotarsi degli strumenti utili per uniformare le diverse iniziative sotto una cornice comune. Al momento, spiegano dal Dipartimento, gran parte dei profughi arrivati in Italia seguirà la strada del ricongiungimento familiare.
Per chi vuole accogliere una o più persone arrivate in Italia dall'Ucraina, le strade sono diverse. La prima è rivolgersi al Comune o alla prefettura. I Municipi lavorano in raccordo con le Regioni - ovunque sono state attivate le unità di crisi - e tramite le istituzioni è possibile formalizzare la propria disponibilità. Sono poi gli uffici ad avviare le verifiche. Non sempre infatti alla disponibilità consegue il nulla osta all'ospitalità.
Le iniziative da Nord a Sud
La Regione Lombardia ha attivato il numero verde 800 894 545 per informazioni sull’assistenza ai profughi ucraini. Il numero è operativo tutti i giorni, dalle 8 alle 21.30. Alla Caritas Ambrosiana si può comunicare la propria disponibilità mentre il consolato ucraino ha attivato una struttura per raccogliere le adesioni. Oggi, 15 marzo, è stata anche avviata una manifestazione d'interesse destinata alle strutture alberghiere presenti sul territorio lombardo al fine di garantire ospitalità ai profughi ucraini.
Su sito internet della Regione Veneto c'è una sezione ad hoc per chi vuole dare aiuto. Cliccando su "Il Veneto per l'Ucraina" si accede alla pagina con il modulo per offrire ospitalità, lavoro e aiuto ai profughi in arrivo, tre pagine in cui basta inserire i dati anagrafici e la tipologia di aiuto offerto.
La Regione Abruzzo ha pubblicato un avviso per la manifestazione di disponibilità delle strutture ricettive site nel territorio abruzzese per l’accoglienza della popolazione sfollata. Gli operatori economici possono inviare comunicazione all’indirizzo di posta elettronica emergenza@regione.abruzzo.it, entro e non la mezzanotte del 20 marzo. Pubblicati anche dei vademecum per provincia con le indicazioni utili sia per chi arriva sia per chi ospita.
La Regione Piemonte ha predisposto uno specifico avviso pubblico per chi vuole accogliere i profughi. In stretto raccordo con Anci e le autonomie locali nonché con gli Enti e le associazioni preposti e d’intesa con le Prefetture piemontesi, raccoglierà le disponibilità e, successivamente, si attiveranno i percorsi di accompagnamento necessari per l’inserimento delle persone nel nuovo contesto. Viene precisato che "la disponibilità all’accoglienza è da intendersi per un periodo medio-lungo e che il preavviso per attivare l’accoglienza delle famiglie potrebbe essere minimo, con modalità che saranno precisate successivamente, anche a seguito delle indicazioni saranno definite a livello nazionale e regionale". Per informazioni è stato attivato l'indirizzo di posta elettronica accoglienza.ucraina@regione.piemonte.it.
La Regione Campania ha rivolto un appello a chi ospita profughi "affinché comunichi alle Asl le persone che sono arrivate dall’estero al fine di permettere il rilascio dei codici Stp (straniero temporaneamente presente) che consentono l'accesso alle prestazioni sanitarie".
La Regione Siciliana ha creato una piattaforma online per raccogliere e mappare i servizi e le disponibilità per l’accoglienza dei cittadini ucraini. Si chiama "Sicilia per l’Ucraina" ed è stata realizzata tramite l’Ufficio speciale immigrazione, per consentire agli enti pubblici e privati, alle associazioni e ai singoli cittadini di specificare la tipologia di aiuto che si può offrire per contribuire ad accogliere in Sicilia chi fugge dal Paese interessato dal conflitto. Basta compilare una scheda, raggiungibile anche attraverso un apposito QrCode.
In Valle d'Aosta la Protezione civile regionale ha attivato il numero verde 800 99 55 54, attivo sia per le persone che richiedono assistenza sia per coloro che intendono mettere a disposizione gratuitamente appartamenti o stanze. E' stata poi avviata una ricognizione su tutto il territorio regionale per verificare la disponibilità all’accoglienza di nuclei familiari o persone singole provenienti dall’Ucraina in fuga dalle zone del conflitto. Il metodo operativo è quello dell'avviso pubblico "ai possessori di un'abitazione sita nel territorio regionale e che abbiano uno spazio adeguato per l’accoglienza dei profughi".
A Roma il Campidoglio ha attivato una task force e il numero verde 800 93 88 73. Si può inviare una richiesta all'indirizzo email emergenza.ucraina@comune.roma.it.
Il Comune di Venezia informa che è possibile comunicare la disponibilità ad accogliere gratuitamente persone ucraine in casa accedendo al sito della Città Metropolitana al link:https://cittametropolitana.ve.it/offerta-di-ospitalita-la-popolazione-ucraina-fuga-dalla-guerra.html segnalando tipologia e quantità di situazioni alloggiative messe a disposizione. Gli spazi dovranno essere immediatamente fruibili e dotati di utenze domestiche di base (acqua, gas, luce, riscaldamento). L’ospitante deve inviare entro 48 ore via email al commissariato di polizia di zona una comunicazione indicante le proprie generalità, l’indirizzo della casa, le generalità delle persone ospitate e copia dei relativi documenti). E' stato stilato un apposito vademecum.
L'associazione Cittadini del Mondo, nella zona di Cagliari, e la Federazione Avib stanno stilando una lista di famiglie disponibili all’accoglienza della popolazione ucraina. Per segnalare la propria disponibilità, si può mandare una email agli indirizzi cittadinidelmondo.ca@gmail.com e federazione.avib@gmail.com.
Il Comune di Perugia ha pubblicato sul proprio sito internet un modulo da compilare se si vogliono fornire aiuti e accoglienza alla popolazione ucraina. L'amministrazione comunale ha poi attivato una cabina con Prefettura e Anci per raccogliere le esigenze e coordinare l'accoglienza presso centri e famiglie che si renderanno disponibili. Il Comune sta attivando anche una collaborazione con il terzo settore per mettere a sistema le disponibilità della città, in particolare con gli empori Caritas che potranno raccogliere generi alimentari e di prima necessità da distribuire a cittadini residenti che accolgono cittadini ucraini. Per informazioni c'è poi l'indirizzo email emergenzaucraina@comune.perugia.it.
A Bologna la task force “emergenza Ucraina” ha attivato l'email bolognaperucraina@comune.bologna.it per chiedere informazioni, offrire aiuto, mettere a disposizione dei profughi una casa vuota o sfitta, dare disponibilità ad accogliere i profughi nella propria casa. Per dare disponibilità all’accoglienza in famiglia è operativa anche la piattaforma del Progetto Vesta.
Il Comune di Palermo ha attivato l'indirizzo email aiutiucraina@comune.palermo.it, per facilitare le pratiche di ricongiungimenti e mettere in collegamento i profughi con le associazioni del terzo settore e con privati cittadini che intendono dare la loro disponibilità per accoglierli.
Sul sito internet del Comune di Napoli è possibile compilare un modulo per comunicare la propria disponibilità a fornire aiuti concreti alla popolazione ucraina in difficoltà.
A Firenze ci sono più punti di raccolta di generi di prima necessità ed è attivo l'indirizzo di posta elettronica emergenzaucraina@comune.fi.it per informazioni e assistenza.
Altra strada è quella di contattare le parrocchie, le sedi locali della Caritas, della Croce rossa, della comunità di Sant'Egidio o di ong. Per esempio Refugees Welcome Italia (associazione con la quale collabora anche il Comune di Roma) permette alle famiglie disposte all'accoglienza di proporsi. Basta raggiungere il sito di Refugees Welcome Italia e compilare un form. Viene richiesto di inserire i propri dati e il periodo di disponibilità. Si chiede anche se è la prima esperienza del genere e quali sono le motivazioni per partecipare al progetto.
E' invece sconsigliato rivolgersi a intermediari privati, associazioni poco note. Questa scelta può rivelarsi pericolosa. Il rischio è quello di alimentare inconsapevolmente un business sulla pelle di chi fugge.
I bambini
Un capitolo a parte è quello che riguarda l'accoglienza dei minori non accompagnati. Cioè quelli che arrivano soli e che non hanno un genitore o un parente che possa prendersi cura di loro. Unicef e Unhcr (Alto commissario Onu per i rifugiati) chiedono che chi offre ospitalità ai minori si muova "all’interno della cornice di diritti e garanzie che regola la tutela e la protezione di tutti i minorenni, per evitare che si produca l'effetto opposto di ledere invece i diritti previsti dalla convenzione Onu".
Le raccomandazioni pratiche:
- Segnalare tempestivamente nella fase di accesso al territorio la presenza dei minorenni alle questure, alle forze dell’ordine, agli uffici della Procura per i minorenni, o in caso di diversi accordi, al tribunale per i minorenni, alle prefetture, nonché alla direzione generale dell'Immigrazione e delle Politiche di Integrazione presso il ministero del Lavoro;
- rispettare sempre il principio del "favor minoris" e il principio di presunzione della minore età, così da offrire la massima protezione;
- nominare un tutore. Nelle more della nomina, è fondamentale che tali funzioni vengano comunque svolte dal responsabile della comunità di accoglienza, dove il minore è collocato;
- bambine/i e adolescenti vengano tempestivamente e temporaneamente accolti in comunità specializzate;
- tutto il possibile deve essere fatto per mantenere l'unità familiare e accelerare l’eventuale ricongiungimento familiare. Affidare il compito del rintracciamento dei legami famigliari alle autorità competenti evitando il ricorso a figure informali di mediazione;
- i minorenni che in questi giorni e ore stanno venendo evacuati dagli istituti presenti in Ucraina non devono essere considerati tutti orfani e l’adozione non dovrebbe mai avvenire nel corso o subito l'emergenza;
- l’affidamento familiare può essere una soluzione elettiva, soprattutto se incardinata all’interno delle garanzie e tutele già previste dall’ordinamento. La normativa prevede già forme differenziate di accoglienza, affiancamento, affidamento, comprese modalità di “famiglie di appoggio” o di “vicinanza solidale” o “affidi part time” che possono essere utilizzati mentre il minore risiede in una struttura residenziale. Le stesse pratiche possono essere utilizzate anche nel caso di nuclei mamma-bambino o di interi nuclei familiari, anche se in tal caso non si parla propriamente di affidamento familiare, ma di solidarietà fra famiglie;
- nel reperimento di offerte di ospitalità da parte di famiglie o persone singole accoglienti, convogliare tali espressioni di solidarietà verso i circuiti ufficiali (servizi protezione e tutela dei minori, centri e/o servizi per l’affidamento familiare degli Enti Locali, anche gestiti da enti del privato sociale convenzionati con l’ente locale) di informazione, formazione e accompagnamento all’accoglienza o all’affidamento, anche per evitare di esporre i minori al rischio di abusi;
- in caso di allontanamento di minorenni da strutture o nuclei famigliari di accoglienza, il caso va segnalato tempestivamente alle forze dell’ordine locali e alle autorità competenti secondo normativa per attivare le procedure vigenti di ricerca e tracciamento e scongiurare i possibili rischi derivanti dall’allontanamento (e.g. lesioni fisiche o psicologiche, forme diverse di violenza, quali violenza basata sul genere, devianza, sfruttamento, tratta).
Le indicazioni del Viminale
Una circolare dell'8 marzo diramata dal Viminale traccia le indicazioni base per l'accoglienza. Si richiama il via libera al meccanismo della protezione internazionale e si sottolinea in più passaggi la necessità di agire "in stretta sinergia e raccordo con i livelli di governo regionale e locale, anche mediante l’attivazione presso le prefetture di tavoli e/o unità di crisi, raccomandandone l’allargamento anche ad enti e soggetti del Terzo Settore, per il contributo che potrà essere da essi fornito in sussidiarietà orizzontale". Nel documento "si fa presente che le offerte di disponibilità alloggiative a titolo gratuito, anche provenienti da persone fisiche, non richiedono la piena conformità delle offerte agli standard prestazionali stabiliti in relazione ai posti della rete Cas/Sai. Diversamente, tale conformità potrà essere richiesta, e previamente accertata, qualora venga a cessare il carattere gratuito delle offerte, in conseguenza della loro attrazione nella rete di accoglienza pubblica".
Il punto focale è proprio nelle deroghe alle normali procedure. Si deve trovare il giusto equilibrio tra procedure semplificate per via dell'emergenza e controlli rigorosi a tutela dei cittadini.
L'appello del Pd
"Il Pd è al fianco del popolo ucraino. Tutte e tutti possiamo fare la nostra parte per accogliere i profughi costretti a lasciare le loro case. Ecco come". Enrico Letta rilancia su Twitter il messaggio pubblicato dai social con le indicazioni per partecipare al Progetto accoglienza per il popolo ucraino lanciato dal Partito democratico. Il messaggio del segretario del Pd rimanda alla pagina Instagram in cui vengono date tutte le indicazioni per partecipare al progetto in cui sono centrali i Circoli dem, trasformati in centri di supporto e integrazione. Viene chiesto anche di segnalare la disponibilità di alloggi, saranno gli stessi Circoli poi a fare da intermediari con i Comuni.