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Martedì, 23 Aprile 2024
La tecnologia è buona, la gestione no

Che fine ha fatto l'app Immuni

Dal primo febbraio importante aggiornamento per l'app che avrebbe dovuto contenere i focolai di Covid. Scaricata da un italiano su dieci, in alcune regioni nell'ultima settimana non ha praticamente fornito notifiche. Eppure la tecnologia funzionerebbe...

Avrebbe dovuto essere la prima linea contro la pandemia ma è stata la vera Caporetto della strategia anti Covid italiana: l'app Immuni è stata scaricata su 10.229.093 dispositivi che 9.520 italiani hanno usato per comunicare a amici e contatti stretti la propria positività al coronavirus. Poco più di 85.225 persone sono state avvertite di essere venute a stretto contatto con un positivi. Detta senza numeri: il nulla.

Stiamo infatti parlando di una media di 50 notifiche a settimana per ogni singola regione ma con picchi nel Lazio (137), Emilia, Lombardia e Toscana (46) e quasi nessuna notifica in quasi tutte le altre regioni, anche a fronte di utenti che hanno segnalato la propria positività tramite la "chiave numerica". Per avere un parametro di riferimento, solo nella giornata di ieri sono stati 10.593 gli italiani che sono stati registrati positivi nel bollettino coronavirus. Questo perché sono in pochissimi ad aver l'applicazione sul proprio telefono. La percentuale di download (che può non corrispondere a quanti la tengano attiva sul proprio dispositivo) si ferma mediamente al 19% rispetto al numero di abitanti. 

notifiche app immuni regioni-2

Potrà andare meglio da lunedì 1 febbraio quando verrà rinnovata la procedura di allerta sull’applicazione: per avvisare  tutte le persone a rischio contagio sarà infatti sufficiente una telefonata. Chi effettua un tampone molecolare riceverà via sms un codice identificativo, che in caso di positività sarà sufficiente comunicare al numero verde dedicato 800.912491 per far partire subito la segnalazione. A quel punto comparirà immediatamente un’allerta sullo smartphone di tutti coloro che sono venuti in contatto con il caso positivo (secondo i criteri già esistenti alla base del tracciamento di Immuni), che potranno quindi rivolgersi al proprio medico di famiglia o ai servizi di Sanità pubblica per essere presi in carico. 

La novità, contenuta in un’ordinanza del Commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri, andrà a rendere ancora più immediato, e di conseguenza più efficace, l’avvio dell’attività di contact tracing, alleggerendo allo stesso tempo il carico di lavoro amministrativo del personale del Dipartimento di sanità pubblica, che potrà dedicarsi ai casi non rilevati da Immuni e per cui il tracciamento richiede più operazioni.

App Immuni, il fallimento della gestione non della tecnologia

Ricordiamo che riprendere l'attività di tracciamento dei contatti dei positivi è indispensabile per riportare sotto controllo la pandemia circoscrivendo gli inevitabili focolai. E se la gestione dell'app Immuni finisce nel libro nero della strategia gestionale della pandemia, la bontà dell'utilizzo delle app digitali diu tracciamento è dimostrato, per la prima volta in modo sperimentale, da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications che ha coinvolto un gruppo di ricercatori britannici, americani e spagnoli, coordinati dalla Queen Mary University

"Le app digitali per tracciare i contatti delle persone positive al Covid-19 sono efficaci e permettono di rilevare il doppio dei contatti stretti rispetto a quanto si riesce a fare con il tracciamento manuale".

Per 4 settimane gli studiosi hanno valutato l'efficacia dell'app spagnola Radar Covid nelle isole Canarie tra giugno e luglio 2020. I ricercatori hanno simulato una serie di infezioni da Covid a San Sebastian, capitale dell'isola La Gomera, per mettere alla prova la tecnologia usata nell'app. Hanno così visto che pltre il 30% della popolazione aveva scaricato e usato l'app. Il che ha permesso di rilevare circa 6,3 contatti stretti per persona positiva, cioè oltre il doppio di quanto si ottiene con il solo tracciamento manuale dei contatti.

Il successo di un'app dipende da quanto efficaci sono le campagne di comunicazione, a livello locale e nazionale, per incoraggiare la gente a scaricarla e usarla. "Nonostante il tracciamento digitale dei contatti sia stato indicato come uno strumento utile a complemento dei programmi di tracciamento manuale - commenta Lucas Lacasa, autore dello studio - finora non avevamo ancora una prova reale sperimentale sull'efficacia di queste tecnologie".

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