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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'uscita dal tunnel

Il weekend da record dei vaccini e quando raggiungeremo l'immunità di gregge

Un milione e 200mila somministrazioni in 48 ore. Boom tra i giovani. E secondo un rapporto dell'Iss, i farmaci anti covid attualmente in uso riescono a prevenire i contagi, i ricoveri e i decessi anche oltre i 130 giorni

È stato un weekend da record per la campagna vaccinale in Italia: per il secondo giorno consecutivo è stata oltrepassata la quota di 600mila somministrazioni giornaliere, il che significa che in 48 ore sono state somministrate oltre un milione e 200mila dosi di vaccino anti covid. Venerdì si era registrato il record assoluto, con 607mila vaccinazioni. Il report del governo aggiornato a lunedì 7 giugno alle 6:06 indica un totale di 38.178.684 somministrazioni, mentre le persone totalmente vaccinate superano quota 13 milioni, precisamente 13.028.350. Si tratta del 24,01% della popolazione vaccinabile over 12. Il nostro è il secondo Stato dell'Unione europea per popolazione interamente vaccinata, secondo solamente alla Germania.

Ed è boom di adesioni tra i giovani. Per loro si sono organizzati eventi vaccinali ad hoc, come il dj set all'hub Reale Mutua di Torino. Ben 1000 giovani fra i 18 e i 28 anni si sono vaccinati fra le 21.30 di sabato e le ore 3.30 della notte di domenica a ritmo di musica e in completa sicurezza. Un'iniziativa che verrà replicata. Nel Lazio, invece, il Junior Open Day organizzato dalla Asl di Rieti per la fascia di età 12-16 anni ha avuto un successo tale che si è deciso di raddoppiare le dosi di Pfizer da somministrare. In Puglia invece i 12-15enni non in condizioni di fragilità dovranno attendere fino al 23 agosto per poter iniziare la loro campagna di immunizzazione.

Totale 38.178.684 42.383.709 90.1%
Regioni Dosi somministrate Dosi consegnate %
Abruzzo 866.989 941.380 92,1
Basilicata 358.410 392.435 91,3
Calabria 1.150.982 1.306.520 88,1
Campania 3.713.096 4.106.275 90,4
Emilia-Romagna 2.862.473 3.162.520 90,5
Friuli-Venezia Giulia 799.157 874.635 91,4
Lazio 3.707.219 4.237.252 87,5
Liguria 1.022.420 1.131.100 90,4
Lombardia 6.618.586 7.164.610 92,4
Marche 985.480 1.066.520 92,4
Molise 206.697 225.165 91,8
P.A. Bolzano 347.283 383.325 90,6
P.A. Trento 321.039 368.820 87
Piemonte 2.723.456 3.067.840 88,8
Puglia 2.598.996 2.837.585 91,6
Sardegna 992.238 1.180.120 84,1
Sicilia 2.873.021 3.240.322 88,7
Toscana 2.315.738 2.581.090 89,7
Umbria 570.112 616.495 92,5
Valle d'Aosta 80.699 91.740 88
Veneto 3.064.593 3.407.960 89,9

"La protezione dei giovani, quindi anche degli adolescenti, è di primaria importanza nell'ambito di una strategia di contenimento del virus. Se riduciamo il bacino di persone che possono essere colpite ridurremo anche lo sviluppo di nuove varianti. Se diamo al Sars-CoV-2 altre opportunità di replicarsi, alla fine potrebbe azzeccare la mutazione capace di sfuggire alla profilassi". Lo ha detto in un'intervista al Corriere della Sera l'immunologo del Comitato tecnico scientifico Sergio Abrignani. "Se non si vaccinassero il virus circolerebbe di più creando appunto problemi di sanità pubblica", ha ricordato Abrignani: "Spero fortemente, e ci credo, che i giovanissimi non si tirino indietro non sentendosi personalmente in pericolo. I ragazzi hanno sofferto molto, privati delle loro libertà, e capiranno che ora devono partecipare alla ricostruzione della normalità. Fate un grande gesto nell'interesse della collettività", ha concluso.

Quando raggiungeremo l'immunità di gregge in Italia

In settimana, inoltre, è previsto l'arrivo di oltre 4 milioni di dosi: si tratta di 3 milioni di dosi Pfizer BioNTech, 500mila di AstraZeneca, 400mila di Moderna e 200mila del monodose Johnson&Johnson. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha affermato che a luglio arriverà "la svolta completa e assoluta, per cui ricominceremo a vivere". E ancora: "I numeri stanno calando in maniera drastica. Tre regioni - Valle d’Aosta, Molise e Basilicata - non hanno pazienti covid in terapia intensiva. La media nazionale di occupazione delle terapie intensive e dei reparti è del 9%. La popolazione deve sentirsi protetta grazie alla vaccinazione, lasciamoci il terrore alle spalle e ricominciamo a vivere. Luglio sarà la svolta completa e assoluta, avremo oltre metà della popolazione con una dose di vaccino". Quanto è lontana allora l'immunità di comunità? Gli esperti collocano l'asticella intorno al 70-80% di popolazione vaccinata. Secondo Sileri l'immunità di gregge dovrebbe essere raggiunta tra settembre e ottobre: "Completeremo per settembre-ottobre raggiungendo l’immunità di comunità", ha detto il sottosegretario.

L'efficacia dei vaccini anche dopo 4 mesi

L'Italia dei vaccini corre veloce. E le buone notizie non finiscono qui. I vaccini anti Covid-19 sono efficaci anche oltre 130 giorni dopo le somministrazioni, ossia durano più di 4 mesi. Questo è quanto riporta il secondo report di analisi congiunta dei dati dell'anagrafe nazionale vaccini e della sorveglianza integrata Covid-19 dell’Istituto Superiore di Sanità insieme al ministero della Salute. I dati confermano l’efficacia dei sieri nel prevenire contagi, ricoveri e decessi. L’analisi fa riferimento a circa 14 milioni di persone vaccinate con almeno una dose, ovvero quasi un quarto della popolazione italiana. La valutazione del rischio di Covid-19 arriva ad oltre 130 giorni dalla somministrazione della prima dose e, rispetto al precedente report, la popolazione oggetto di studio si caratterizza per l'aumento di soggetti vaccinati nella classe di età da 40 anni in su.

Il report ha confermato come i rischi di infezione da SARS-CoV-2 (ricovero, ammissione in terapia intensiva e decesso) diminuiscano rapidamente dopo le prime due settimane e fino a circa 35 giorni dopo la somministrazione della prima dose. Dopo i 35 giorni si osserva una stabilizzazione di questa riduzione che è di circa l'80% per il rischio di diagnosi, il 90% per il rischio di ricovero e di ammissione in terapia intensiva e il 95% per il rischio di decesso. Effetti simili sono stati riscontrati sia negli uomini sia nelle donne e in persone di diverse fasce di età e sono state osservate riduzioni dei ricoveri anche per gli operatori sanitari e per gli ospiti delle Rsa. A partire dai 105-112 giorni dalla vaccinazione, si legge nel report, si osserva una ulteriore riduzione del rischio di diagnosi, con un effetto simile negli uomini, nelle donne e in persone di diverse fasce di età. "Al momento - sottolinea l'Iss - non vengono rilevati aumenti nel rischio di diagnosi nei periodi di osservazione più lunghi dopo la vaccinazione, questo suggerisce una protezione protratta nel tempo". 

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