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Venerdì, 19 Aprile 2024
La strage sulle strade

Ventuno morti in tre giorni, gli italiani sanno guidare?

Il viceministro dei Trasporti, Galeazzo Bignami, a Today.it: “Necessario raddoppiare le ore di scuola guida”. Perché ci sono così tanti incidenti

Ventuno morti e trenta feriti: sono il bilancio degli incidenti stradali in Italia durante il primo fine settimana di primavera. Dalla sera di venerdì 24 marzo al rientro al lavoro lunedì mattina, velocità, imprudenza e violazioni del codice hanno provocato una strage, come raccontano le nostre redazioni locali. A cominciare dallo scontro frontale, a Custonaci in provincia di Trapani, sul quale stanno indagando i carabinieri: sei le vittime e una donna di 34 anni ricoverata in gravi condizioni. In una galleria, in provincia di Lecco, è invece morto un dirigente dell'Inter. Ogni anno i costi sociali, cioè le stime dei danni subiti dalla comunità, sono impressionanti: anche se sono numeri in calo rispetto a dieci anni fa, in Italia si sfiorano i diciassette miliardi di euro, in parte a carico del sistema sanitario nazionale. Ma si può evitare questa carneficina?

L'obiettivo europeo a lungo termine è di zero morti sulle strade entro il 2050. A breve termine il governo prevede il raddoppio delle ore di lezione nei corsi per ottenere la patente. Lo conferma a Today.it il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami: "Si sta concretamente ragionando sul raddoppio delle ore di formazione obbligatoria, già dalla prossima riforma del codice della strada, passando dalle sei attuali alle dodici". Mentre il presidente dell'Associazione nazionale amici della polizia, Flaviano Iuliano, osserva come l'industria automobilistica già produca gli strumenti in grado di evitare gli scontri o di ridurne le conseguenze: basterebbe renderli obbligatori sui nuovi modelli di auto, pullman e camion, come è avvenuto nel tempo con l'introduzione delle cinture di sicurezza, degli Abs, che migliorano l'aderenza delle ruote all'asfalto, e degli airbag, che proteggono conducente e passeggeri.

Incidenti stradali: da Trapani a Torino, le immagini della strage

I sistemi di frenata automatica di emergenza, che oggi non sono obbligatori, avrebbero rallentato o fermato il pulmino Mercedes che domenica ha tamponato le auto in coda, lungo l'autostrada A8 che dall'aeroporto della Malpensa porta a Milano. Nell'incidente, che ha paralizzato il traffico per ore, è morta una donna argentina di 64 anni, appena atterrata in Italia per andare a trovare il figlio, e undici persone sono rimaste ferite, di cui due in modo grave.

Perché raddoppiare le ore di scuola guida

Il viceministro Bignami anticipa a Today.it la proposta del governo in vista del prossimo aggiornamento del codice della strada. “Se si vuole conseguire l'obiettivo di vision zero, che in Europa ispira le politiche sulla sicurezza stradale – spiega Bignami – bisogna avere il coraggio di partire ora per riscuotere progressivamente i risultati: ed ecco il motivo per il quale questo governo sta concretamente ragionando sul raddoppio delle ore di formazione obbligatoria, già dalla prossima riforma del codice della strada, passando dalle sei attuali alle dodici. Un numero di ore che, comunque, rimane ben lontano dalle venti previste a livello europeo”.

Il luogo dell'incidente in provincia di Trapani in cui sono morte sei persone (foto PalermoToday)

“Stiamo anche valutando test specifici sulla percezione del pericolo – aggiunge Bignami – atteso che è ben nota la differente stima del pericolo che esiste tra i neopatentati più giovani e le persone più adulte. Comprendo che per qualche famiglia questo possa comportare maggiori costi. Ma posso garantire, da persona che ha provato sulla propria pelle cosa significa avere un lutto in famiglia, che qualsiasi risorsa spesa sulla sicurezza stradale è niente in confronto alla tragedia che un lutto determina”.

Così è morto Gabriele Aserio, 18 anni

A volte viene perfino ignorato l'obbligo di chiamare i soccorsi. La polizia locale di Palermo sta cercando un'auto che potrebbe essere coinvolta nella morte di Gabriele Aserio, 18 anni, la vittima più giovane del fine settimana. Il ragazzo alla guida di uno scooter è finito contro un albero, forse proprio per evitare la macchina segnalata da alcuni testimoni, che dopo l'incidente si è allontanata. Un amico di 16 anni, in sella con Gabriele, è rimasto gravemente ferito. Un'altra causa di distrazione degli automobilisti, all'origine di molti incidenti stradali, continua a essere l'uso del telefonino per leggere o inviare messaggi mentre si è seduti al volante. A cento all'ora si percorrono ventisette metri al secondo, a cinquanta all'ora poco meno di quindici: ogni piccola svista fa la differenza tra una frenata e una collisione.

Gabriele Aserio, 18 anni, morto in un incidente a Palermo (foto PalermoToday)

“L'uso del telefonino alla guida – osserva Flaviano Iuliano, commissario capo in congedo e ora presidente dell'Associazione nazionale amici della polizia – rallenta i tempi di reazione e aumenta di quattro volte la possibilità di incorrere in un incidente”. Dove però non arrivano la capacità umana e la prudenza, la sicurezza potrebbe essere garantita dalla tecnologia, che già esiste: “L'obbligo di avere a bordo sensori radar anti-collisione – dice Iuliano – avrebbe sicuramente evitato o ridotto le conseguenze di incidenti che hanno invece avuto esisti gravi. Sono apparecchiature in grado di misurare e valutare la distanza, la velocità e le dimensioni degli ostacoli. E, in caso di emergenza, di frenare automaticamente il veicolo. Questi sistemi andrebbero resi obbligatori su tutti i nuovi mezzi in produzione”.

I materassi e il radar anti-collisione

Un'ulteriore protezione, in questo caso passiva, è data dai nuovi tipi di barriere, che potrebbero ricoprire gli ostacoli nei punti più pericolosi, come i pali e i tronchi d'albero in prossimità degli incroci o all'esterno delle curve. Una di queste soluzioni, simile ai materassini usati lungo le piste da sci, è stata studiata da una società di Eraclea, in provincia di Venezia. “Si tratta di una gomma speciale che, durante l'impatto – spiega Iuliano – si comporta come un airbag e assorbe l'energia. In questo modo si potrebbero ridurre la gravità degli infortuni e anche la mortalità”.

I resti delle due auto che si sono scontrate in provincia di Latina (foto LatinaToday)

I costi sociali dell'incidentalità stradale sono pubblicati ogni anno dal ministero delle Infrastrutture. Gli ultimi dati attendibili, non influenzati dagli effetti della pandemia sul traffico, riguardano il 2019: il totale è di 16,9 miliardi, lo 0,8 per cento del prodotto interno lordo italiano. I costi sociali comprendono i costi umani (assistenza sanitaria, mancata produttività, danno biologico), i costi generali (danni materiali, procedure amministrative) e gli altri costi (spese funerarie, impatto sul traffico, indisponibilità dei veicoli coinvolti). L'introduzione negli anni di sistemi di protezione obbligatori ha ridotto l'entità del danno del 21 per cento, come fa notare un'analisi di Giulio Maternini, professore ordinario di Trasporti alla facoltà di Ingegneria dell'Università di Brescia. Prima del 2011 si superavano i venti miliardi.

Fonte Università di Brescia, ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

Ma le campagne di sensibilizzazione e i controlli funzionano? “Per quanto possa essere utile realizzare campagne di sensibilizzazione e potenziare i controlli – risponde il viceministro Galeazzo Bignami – se non si agisce sul fattore educativo, anche introducendo fin dalle scuole primarie delle ore di lezione dedicate alla sicurezza stradale, tutti i tentativi rischiano di finire nel vuoto. Sarebbe ipocrita, infatti, affermare che in questi anni non siano state promosse molte campagne di sensibilizzazione che, almeno nel loro intento, avrebbero dovuto portare chi guida a comprendere l’importanza di una condotta attenta e prudente sulle strade. Certo, i controlli possono, anzi devono, essere potenziati. Ma anche in questo caso il rischio che si corre è di intervenire sempre in una fase successiva all'adozione di comportamenti scorretti e pericolosi”. 

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