Gli incidenti mortali sul lavoro sono ormai all’ordine del giorno, a volte se ne verificano anche più di due o tre in meno di 24 ore. In questa estate agghiacciante sul fronte femminicidi e stupri di gruppo, c’è un altro grande problema che il governo non ha ancora affrontato: le morti bianche. L’emergenza è scattata da tempo, ma l’evidenza dimostra che si muore ancora sul luogo di lavoro e anche tanto. La strage di Brandizzo, dove 5 operai sono stati falciati da un treno, è solo l’ultima di una lunga serie di incidenti mortali sul lavoro, "non deve succedere mai più" ci ostiniamo a ripetere, ma poi tutto torna come prima.
A posteriori, dopo aver pianto le vittime, possiamo individuare le responsabilità, ma questo non basta, bisogna agire sotto più punti di vista rimettendo mano anche al discorso appalti e subappalti. Ivana Veronese, segretaria confederale Uil, in un'intervista a Today.it ha attaccato duramente il governo sostenendo che "non è sul pezzo" e che "la ministra del Lavoro è latitante". Andiamo per ordine.
Le tantissime morti bianche degli ultimi giorni
Non aspettare le dovute autorizzazioni per 'guadagnare tempo' mette a rischio la vita dei lavoratori, così come non mettere il caschetto antinfortunistico o l’imbracatura perché 'scomodi' oppure rimuovere un dispositivo di sicurezza per produrre di più. Di storie di morti sul lavoro quest’anno ne abbiamo sentite tante, troppe. Quella che però ha riacceso i riflettori sulle morti bianche è stata la strage di Brandizzo avvenuta la notte del 30 agosto, in cui hanno perso la vita 5 operai dai 22 ai 52 anni, ma subito dopo si è continuato a morire.
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Giuseppe Borrelli, 51 anni, è rimasto schiacciato da un macchinario mentre lavorava in fabbrica, Gianfranco Corso, 44 anni, è morto una settimana dopo essere rimasto intrappolato in un pozzo per salvare un collega, Domenico Corcelli, imprenditore edile di 46 anni è stato travolto dal cestello dell’autogru e poi il 57enne rimasto impigliato tra fune e carrucola durante i lavori di manutenzione di una cabinovia, i tre agricoltori schiacciati dal trattore (in tre situazioni diverse), l’operaio folgorato dai cavi dell’alta tensione, quello travolto da un muro di mattoni e infine il 25enne investito mentre regolava il traffico dopo un incidente. Tutti in meno di 10 giorni.
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Nel 2022 si è registrato un calo degli incidenti mortali sul lavoro, 1.090 contro i 1.361 dell'anno precedente, ma solo "per il notevole minor peso delle morti da Covid" bilanciato però da quanti sono rimasti vittime di incidenti durante il tragitto casa lavoro. Per avere una foto complessiva in 20 anni 20mila persone sono uscite di casa per andare al lavoro senza più farvi ritorno.
Uil: "La ministra del Lavoro è latitante"
Di sicurezza sul lavoro "ne parliamo solo quando avviene un qualcosa che ci colpisce al cuore ma non riusciamo mai a stimolare una discussione con tutti i soggetti preposti" spiega Ivana Veronese, segretaria confederale Uil in un’intervista a Today.it tuonando: "La ministra del Lavoro è latitante, non si può dire che questo governo ha in mente il tema come un’emergenza che va trattata come tale. Abbiamo fatto due incontri su temi generali a gennaio e a giugno e altri due incontri specifici su alternanza scuola-lavoro, tra l’altro non sapendo come finiranno le cose visto che noi continuiamo a fare proposte ma poi non abbiamo un riscontro. Sono stati fatti anche tre incontri sull’emergenza caldo ed emergenza climatica, non riuscendo però neanche a chiudere un protocollo. A me pare un po’ poco. Così non può andare avanti, mancano addirittura alcuni decreti attuativi della legge 81 del 2008, certo non solo per colpa di questo governo".
Ci sono poi infortuni sul lavoro che anche se non portano alla morte cambiano la vita delle persone, ricorda la sindacalista sottolineando che ci sono i risarcimenti Inail e la pensione di invalidità "ma il nostro problema non è se riusciamo a risarcirli abbastanza, dobbiamo fare in modo che non capitino. Rabbrividisco quando sento che sono stati stanziati altri 5 milioni per il fondo delle vittime sul lavoro, dobbiamo essere contenti di questo? Ci aspettiamo altri morti e ci mettiamo 5 milioni di euro, ce la caviamo in questo modo?".
Sicurezza sul lavoro, le proposte dei sindacati
"Le regole sulla sicurezza ci sono ma perché non vengono rispettate? Nel caso Brandizzo e in molti altri casi c’è il tema degli appalti e subappalti. Ricordo che a Brandizzo quel lavoro è stato vinto da un appaltatore formato da sei grandi aziende, nessuna di quelle ha mai fatto un lavoro, hanno tutte subappaltato. Tutta la filiera deve guadagnare e la sicurezza è una delle prime cose che viene messa in discussione" spiega ancora Veronese. "Bisogna lavorare in fretta perché se si ritarda qualche minuto ci sono penali di migliaia di euro e quindi, pensando che non capita mai niente, si lavora in determinate condizioni. Noi continuiamo a dire che la stazione appaltante ha la responsabilità di quello che succede sotto, non può pensare di non guardare e pensare che non sia un problema suo".
Cgil, Cisl e Uil hanno presentato due anni fa una piattaforma su salute e sicurezza sul lavoro con determinate richieste, "alcune delle quali accolte dal governo Draghi seppur parzialmente, come quella di assumere più ispettori, perché dobbiamo ricordare che gli ispettori che oggi tanto decanta la ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone - e che l’ispettorato del lavoro sta assumendo ora - sono decisioni e finanziamenti dati dal governo Draghi”.
In conclusione la sindacalista dichiara che per contrastare gli incidenti sul lavoro "ci sono tante piccole cose che si possono fare ma bisogna risedersi ai tavoli" perché "non abbiamo un confronto, il governo non è sul pezzo". Per quanto riguarda, invece, i 5 milioni al fondo delle vittime sul lavoro, questi soldi "non risolvono il problema, perché non ce la possiamo cavare sempre e solo pagando".