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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Battiston: "Indice Rt oggi a 0.99, cinque regioni ancora nel pieno della seconda ondata"

Il fisico dell'Università di Trento: "L'individuazione delle zone rosse, gialle e arancioni deve tenere conto del grado di sviluppo dell'epidemia sul territorio". Ombre lunghe sulle riaperture al pubblico di negozi, bar e ristoranti, e di un ritorno verso una normale quotidianità". Resta da capire come si muoverà la girandola di colori dal 7 gennaio

Sarebbe oggi "pari a 0,99 in Italia l'indice Rt, che indica quante persone possono essere contagiate da un individuo che ha l'infezione. Lo indicano i calcoli riportati dall'Ansa del fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento, un risultato simile a quello fornito dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss).

Roberto Battiston: "Indice Rt a 0,99 in Italia"

"L'individuazione delle zone rosse, gialle e arancioni parte dal valore dell'indice Rt, ma non considera il grado di sviluppo dell'epidemia sul territorio", osserva Battiston."Va invece inclusa nella valutazione la quantità dei casi positivi nella regione perché sono i due valori insieme che determinano quanto rapidamente può ripartire l'epidemia con il rischio di saturare il sistema sanitario territoriale". Ricordiamo che quanto maggiore è il valore di Rt e tanto più elevato è il rischio di diffusione dell’epidemia. Se invece il valore di Rt fosse inferiore ad 1 ciò significa che l’epidemia può essere contenuta in maniera più agevole. L’Rt indica quante persone possono essere contagiate da una sola persona in media e in un certo periodo di tempo in relazione all’efficacia delle misure restrittive – come le zone rosse, arancioni e gialle – volute dal governo per frenare l’avanzata del virus. Non è altro che un tasso di contagiosità che ci spieg quanto è contagioso il virus dopo l’applicazione delle restrizioni.

Le 5 regioni ancora nel pieno della seconda ondata

Sono cinque le regioni ancora nel pieno della seconda ondata, dieci quelle con un'epidemia in fase discendente sia pure con diverse velocità, mentre sei hanno sostanzialmente superato la seconda ondata: lo indicano sempre i calcoli del fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento. L'analisi pubblicata dall'Ansa confronta il numero degli infetti in atto sia rispetto al picco del 27 novembre sia rispetto al 29 settembre. Nel primo caso a livello nazionale si registra un calo del 28%, da 805.000 agli attuali 577.000, mentre rispetto ai circa 50.000 casi del 29 settembre il numero di infetti in atto è oggi ancora 11,5 volte più alto.

Veneto, Sardegna, Puglia, Marche e Trentino non hanno ancora raggiunto il massimo o non stanno ancora scendendo in modo significativo mentre la Basilicata registra una riduzione di solo il 6% . In queste regioni, ancora nel pieno della seconda ondata epidemica, il numero degli infetti in atto è aumentato, rispetto a fine settembre, dalle 8,6 volte della Sardegna alle 25 volte del Veneto.

E' da tempo iniziata invece la fase discendente della seconda ondata, sia pure con diverse velocità, in dieci regioni, dalla Campania e l'Emilia Romagna alla Calabria, che rispetto al 27 novembre hanno registrato un calo che va dal 9% della provincia autonoma di Bolzano al 37% dell'Abruzzo, con un aumento del numero di infetti in atto rispetto al 29 settembre che va da 10,5 volte del Lazio alle 19,4 volte della provincia autonoma di Bolzano. Hanno infine sostanzialmente superato la seconda ondata Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria e Valle d'Aosta.

Covid: cosa succederà dal 7 gennaio in poi

Il ministro per la Salute, Roberto Speranza, il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione della maggioranza si sono riuniti nella prima domenica del nuovo anno per fare il punto sull'emergenza coronavirus. Nuovi divieti all'orizzonte? Varie le ipotesi sul tavolo. Nei weekend dopo il 7 gennaio il governo valuta di chiudere bar, ristoranti, negozi, centri commerciali. E di proibire gli spostamenti non essenziali. Si va verso un provvedimento ponte nel solco di una zona gialla rafforzata.

Gli ultimi dati con l'Rt in crescita e il tasso di positività in costante aumento gettano ombre lunghe sulle riaperture al pubblico di negozi, bar e ristoranti, e di un ritorno verso una normale quotidianità dei cittadini. Veneto, Liguria e Calabria con l'Rt sopra l'1 rischiano di ripartire dalla zona rossa, mentre Lombardia, Puglia, e Basilicata potrebbero finire in quella arancione. La decisione del governo dovrebbe arrivare entro l'Epifania, sulla base del nuovo rapporto che sara' presentato dall'Istituto superiore di sanita'. I numeri dei contagi degli ultimi giorni, pero', hanno fatto scattare un nuovo campanello di allarme. 

Zona arancione il 4 gennaio 2021

Torniamo alle certezze: domani 4 gennaio l'Italia è tutta in zona arancione. In sintesi nella zona arancione: 

  • si possono effettuare spostamenti all'interno del proprio comune liberamente dalle 5 del mattino alle 22;
  • si possono effettuare spostamenti al di fuori del proprio comune per fare visita a parenti e amici ma sempre all'interno della propria regione; 
  • non si può uscire dalla propria regione;
  • ci si può spostare fuori dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, percorrendo una distanza non superiore a 30 chilometri e senza recarsi nel capoluogo di provincia; 

Poi Italia ancora in rosso il 5 e 6 gennaio, e da giovedì 7 si tornerà al sistema a fasce. Resta da capire come si muoverà la girandola di colori che da diverse settimane sta interessando l'Italia, con l'obiettivo di limitare i contagi da Covid 19.  La previsione pre-natalizia era che le regioni sarebbero ripartite tutte da dove erano rimaste, quindi in semplice fascia gialla, compreso l'Abruzzo che si trovava nella fascia arancione. Probabilmente non sarà così. "Dal 20 dicembre tutti i parametri più importanti sono in salita" dice a Repubblica Enrico Bucci, professore di biologia alla Temple University di Philadelphia. Con più di mezzo milione di infetti attivi sul territorio nazionale il rischio di un nuovo netto aumento dei contagi a gennaio c'è.

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