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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Coronavirus, lo psichiatra: “Tutti i consigli per gestire l'isolamento forzato in casa e costruire una nuova quotidianità”

"No alla ricerca compulsiva di notizie sull'emergenza, sì ad un atteggiamento di riscoperta della propria specificità", spiega il Dott. Leonardo Mendolicchio, Psichiatra e Psicoanalista. Che qui ci parla di smart working e di equilibri familiari, di bambini da rassicurare e del "valore salvifico della parola"

Dal 'logorio della vita moderna', fatto di scadenze da rispettare e appuntamenti serrati in agenda, all'immobilismo domestico, sospeso in una dimensione in cui le giornate sembrano aver perso le coordinate di tempo e di spazio. È il capovolgimento della quotidianità che stanno provando sulla propria pelle 60 milioni di italiani, chiusi in casa per contenere l'emergenza Coronavirus e alla ricerca di una nuova routine dentro i confini di quattro mura. "La nostra vita è stata stravolta e noi dobbiamo trovare un nuovo equilibrio in modo rapido, appellandoci alla parte migliore di noi, che è quella evolutiva, capace di adoperarsi e adattarsi -  spiega il Dott. Leonardo Mendolicchio, Medico Psichiatra  Psicoanalista e Direttore Sanitario di Villa Miralago (Varese), Dir. Scientifico Rete Ananke - Per prima cosa, dobbiamo chiarire il modo in cui è cambiato il nostro rapporto con il tempo e come possiamo sfruttarlo". 

Lei che cosa consiglia?

Anzitutto, è importante non riempirlo dell'angoscia compulsiva di ricercare notizie a proposito dell'emergenza sanitaria. Non dobbiamo permettere al coronavirus di monopolizzare il nostro pensiero. Anche perché, quando tutto questo finirà, questo atteggiamento potrebbe rivelarsi pericoloso: le nostre azioni devono essere comunque orientate a ciò che riguarda la nostra vita, e quindi al lavoro, ai contatti personali, seppur a distanza, agli hobby. Approfittiamo di questo momento per riacquistare il piacere di ciò che amiamo. Ognuno di noi ha passioni orientate verso una certa musica, una certa letteratura, determinati film. Cerchiamo di tenere attivo un atteggiamento di riscoperta della nostra specificità.

La parola ha l’effetto «salvifico» di smorzare timori e ipocondrie. E' importante tenere sempre aperto il canale della comunicazione con gli altri e chiudere quello dell'abbuffata compulsiva di news.

Come strutturare la giornata in mancanza di routine?

L'ordine logico della nostra esistenza non deve essere sovvertito. Negli esseri umani convivono due aspetti, esterni ed interni. Il mondo esterno cambia inevitabilmente e senza che questo dipenda da noi, mentre oggi è importante dare continuità all'esperienza emotiva interna. Non è detto che, in questa fase, il nostro mondo interno cambi radicalmente: laddove è possibile è bene mantenere abitudini e rituali. Per cui se di solito vado a dormire alle 22 e mi sveglio alle 6 per farmi la doccia e andare a lavoro, posso continuare a fare altrettanto, magari oscillando di mezz'ora per evitare l'angoscia della sveglia, e rispettare i miei orari, come il momento dei pasti, nel corso della giornata. 

Per tenere sotto controllo angoscia e paure, lei raccomanda il "valore salvifico della parola". In questo senso, viviamo un momento storico segnato dal ritorno ad una dimensione familiare pre-tecnologica, ma allo stesso tempo assistiamo alla rivincita dei social network. 

La parola ha l’effetto di smorzare timori e ipocondrie. E' importante non cadere nel tranello dell’abbuffata di news ma tenere il canale della comunicazione sempre aperto con gli altri. Il silenzio e i pensieri che si incancreniscono sono molto pericolosi. Questa fase storica sdoganerà pensieri utili sulle nuove tecnologie, che ci dimostreranno l'inutilità delle posizioni di critici e puristi. Ben vengano Skype e le videochiamate se si vivono momenti di paura e scoramento. 

D'altro canto, però, desta curiosità il ritorno alle attività manuali: c'è chi cucina e chi tira fuori la cassetta degli attrezzi in disuso da anni. Sono un antidoto valido lo contro stress?

La cifra di questa condizione è la perfetta sintesi tra antico e moderno. Da un lato videochiamiamo con WhatsApp mamma che vive a 700 km di distanza, dall'altro facciamo i biscotti fatti in casa. Nelle situazioni d'emergenza, l'uomo salvaguarda gli insegnamenti del passato e intanto guarda al futuro. Ognuno di noi è intento a recuperare il buono dalla storia della sua vita, tanto che diverse persone stanno rileggendo libri dell'adolescenza, e allo stesso tempo si aggrappa al futuro tecnologico. 

La vita non tornerà più come era prima del coronavirus, perché questo choc rettificherà il nostro modo di immaginare l'esistenza, per cui tutto quello che stiamo imparando è preziosissimo. 

La convivenza forzata rischia di mandare in tilt l'equilibrio familiare. Quali regole darsi?

Questo è un momento propizio per recuperare la vita domestica: fino ad oggi le ore di socializzazione familiare erano relegate al pre e post cena, mentre ora si sono quadruplicate. D'altro canto però leggevo che, di questi tempi, in Cina sono aumentati i divorzi. È importante comprendere che stare in casa insieme non vuol dire per forza relazionarsi. Ci sono i momenti di condivisione e quelli di solitudine, in cui fare un lavoro su se stessi. Le risorse che metteremo in campo per riassettare l'equilibrio familiare sono importanti e vanno interiorizzate, perché ci torneranno utili domani. Dobbiamo apprezzare noi stessi quando riusciamo ad organizzarci in una condizione di stress acuto. La vita non tornerà più come era prima del Coronavirus, perché questo choc rettificherà il nostro modo di immaginare l'esistenza, per cui tutto quello che stiamo imparando è preziosissimo. 

Come dovebbero rapportarsi i genitori con i bambini in un momento così difficile? 

Stare molto tempo con i figli è bello, ma può essere faticoso dal punto di vista pedagogico. I bambini captano le angosce che passano attraverso la tv e attraverso gli occhi dei genitori. Bisogna stargli vicino, aumentando la quota di affettività. L'attenzione va concentrata sulla modulazione delle parole: occorre non eccedere in esternazioni troppo preoccupanti e allo stesso tempo evitare la censura. Quando un bambino percepisce angoscia nei genitori ma non ne comprende il motivo, soffre il doppio.  

Per gli adolescenti la privazione sociale è più difficile da sostenere. Quali consigli?

Un'altra grande rivoluzione sociale con cui siamo alle prese è la convivenza forzata di generazioni diverse. Non accadeva da almeno 50 anni. Adolescenti e adulti devono trovare punti di contatto. L'appello è alla loro creatività nel rintracciarli. I ragazzi non devono vivere la casa come una prigione, perché questo aumenterebbe il disagio, bensì capire che cosa fare nel tempo a disposizione, da soli e con i genitori. 

Come spiegare il coronavirus ai bambini? Non eccedete con parole di preoccupazione, ma evitate anche la censura. Quando un bambino percepisce angoscia nei genitori ma non ne comprende il motivo, soffre il doppio. 

Lo smart working è foriero di stress. Come gestirlo?

Il primo consiglio è non dare per scontato che si possa lavorare a casa così come si lavora in ufficio. Né che l'adattamento sia facile sin dall'inizio, perché è un aspetto che va pensato. La casa è il luogo del non-lavoro. Per cui è necessario trovare un punto nell'ambiente domestico per poter lavorare: il proprio studio, una camera dedicata. Anche perché, quando tutto questo finirà, sarà importante tornare a vivere la casa come l'ambiente dell'ozio. 

Panico, depressione e ipocondria saranno i sintomi più evidenti che si alimenteranno anche a causa della solitudine forzata. Come potrà tutelarsi chi ne soffre?

Anzitutto prendendo le distanze dall'information overload di tv e altri device. E poi assecondando la mente quando divaga e pensa ad altro, perché questo è un meccanismo di difesa psicologico. Di fronte a situazioni di angoscia molto forte, la mente si dissocia, raggelando le emozioni. A volte le negazione ci protegge.

È  possibile trasformare la crisi in opportunità?

Questo è un momento molto interessante in relazione alle nostre capacità di rispondere agli stress: noi siamo una generazione di persone abituate a vivere stress poco acuti ma diluiti nel tempo e questo fa molto male perché crea una serie di alterazioni psicofisiche, poiché gli stress prolungati fanno male al nostro corpo e alla nostra mente depauperando le nostre risorse. Gli stress acuti e intensi, invece, stimolano da un lato le difese psichiche ma soprattutto ci spronano a far fronte alle avversità, facendo leva sulle nostre capacità. Probabilmente questo shock potrà per molti di noi attivare le nostre risorse in modo acuto, rapido e un inedito dando fondo a tutte le nostre risorse. In questo senso è un momento propizio. 

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